Felicità e salute, un binomio inscindibile, almeno a sentire gli esperti, che sostengono come non ci sia vera salute senza felicità, né vera felicità senza salute. I due concetti sono legati a stretto giro. Definire scientificamente la felicità è tutt’altro che facile. È uno stato emotivo positivo, ma spesso cambia per ogni persona. Un’esperienza che dà felicità in una cultura, potrebbe non avere lo stesso risultato in un’altra. Ecco perché in campo medico e psicologico si preferisce parlare di benessere e non di felicità. In psicologia si parla di felicità edonica e eudemonica. La felicità edonica si raggiunge attraverso esperienze di piacere e gioia. La eudemonica con esperienze significative e di scopo, di ricerca. La maggior parte degli psicologi sostiene che la “vera” felicità sia un incontro delle due.
Le Nazioni Unite hanno scelto il 20 marzo, perché corrisponde con l’equinozio di primavera. Si chiama equinozio perché le ore di luce e quelle di buio sono uguali. In tutto il mondo l’arrivo della primavera ha un significato di risveglio felice. Si risveglia la natura, le giornate si allungano e ci si sente appunto più felici.
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Le ricerche preferiscono parlare di benessere psicologico
Gli studi sulla felicità in realtà si concentrano sul benessere psicologico, perché è più facilmente misurabile. L’ottimismo e l’apertura mentale sono cruciali per questo tipo di benessere. Innanzitutto chi pensa positivo pensano di poter fare tutto e di poter raggiungere grandi obiettivi. Si diventa anche più creativi, nella scelta di possibilità per affrontare i problemi della vita. La felicità abbassa anche il rischio di malattie cardiovascolari. Abbassa la pressione sanguigna, fa dormire meglio. Spinge anche a fare attività fisica in modo costante, con conseguenze importanti sulla salute del corpo.
Le esperienze che creano emozioni positive riescono a far dissipare più velocemente le emozioni negative. Diventano uno strumento per aumentare le proprie forze e i propri strumenti per affrontare le difficoltà della vita.
Felicità e salute: le emozioni negative danneggiano il corpo
Una vasta letteratura scientifica ha spiegato in modo assolutamente esauriente quanto le emozioni negative danneggino il corpo. Alzano il rischio di sviluppare malattie importanti, come quelle cardiovascolari e il diabete di tipo 2. Il motivo va ricercato nel fatto che aumentano i livelli di infiammazione, ci sono cambiamenti nella stabilità elettrica del cuore e accelera la formazione delle placche dell’aterosclerosi.
Quelle positive allungano la vita
Le emozioni positive sono anche in grado di allungare la vita. C’è stato un importante studio che ha visto protagoniste delle suore. Gli esperti sostengono che le ricerche con le suore siano molto affidabili, perché hanno tutte stili di vita estremamente simili. Questo studio ha dimostrato che il 90% delle suore più allegre era vivo a 85 anni. Tra le meno allegre solo il 34% era ancora vivo.
Felicità e salute: le emozioni positive combattono virus e batteri
La dopamina, considerata l’ormone della felicità, aiuta a difenderci dall’attacco di virus e batteri. È questo in estrema sintesi il risultato di uno studio dell’Irccs San Raffaele di Milano, insieme ai colleghi dell’Australian National University di Canberra, che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
La ricerca dimostra che i neuroni, ma anche alcuni tipi di cellule del sistema immunitario, usano proprio la dopamina per comunicare tra loro e accelerare la produzione di anticorpi in caso di infezione.
Cosa succede quando veniamo attaccati da agenti esterni?
Quando siamo attaccati da un virus o da un batterio il sistema immunitario si attiva per fabbricare anticorpi in grado di riconoscere la minaccia e neutralizzarla. Gli anticorpi vengono prodotti e selezionati in un’area dei linfonodi, il centro germinativo, dalle cellule B che però svolgono questo lavoro solo se ‘allertate’ da un tipo di cellule T dette TFH. Ed è proprio in questa fase che entra in gioco la dopamina.
Quali sono le chiavi per una vita felice?
Alcune importanti ricerche spiegano come alcuni attributi personali aiutino le persone a gestire con successo alcuni problemi di salute. Le chiavi per una vita più felice e in salute sono:
- vitalità emotiva, intesa come un senso di entusiasmo, impegno e speranza;
- ottimismo: la prospettiva che le cose belle accadono e le nostre azioni positive possono determinare la nostra vita,
- una rete di supporto familiare e di amici,
- sapersi auto regolare e scegliere strumenti per abbassare i livelli di stress ed evitare stili di vita scorretti.
Il gene della felicità
Il gene della felicità esiste. Lo hanno scoperto i ricercatori della Vrije University di Amsterdam, analizzando il genoma di quasi 300.000 persone.
I risultati dello studio, pubblicati su Nature Genetics, hanno permesso di individuare per la prima volta tre varianti genetiche associate alla felicità, oltre a due varianti associate ai sintomi della depressione e 11 sequenze di Dna legate invece alla nevrosi. La ricerca conferma che sentirsi bene e fare bene ha effetti importanti sul genoma umano.
Perché è una ricerca importante
«Questo studio è una tappa fondamentale – afferma il coordinatore, Meike Bartels. Dimostra che c’è un aspetto genetico che concorre alla felicità. Allo stesso tempo però rappresenta un nuovo inizio. Sappiamo che queste tre varianti che abbiamo scoperto concorrono solo in piccola parte a determinare le differenti sfumature di felicità che distinguono una persona dall’altra. Crediamo che molte altre varianti genetiche siano coinvolte. Localizzarle ci permetterà di capire meglio il rapporto che c’è tra quello che ci ha dato la natura e ciò che apprendiamo con l’educazione, dal momento che l’ambiente esterno gioca un ruolo importante nei diversi modi in cui le persone vivono le esperienze positive».