Benessere

Piercing: uno su quattro provoca infezioni

Ricerca inglese: complicazioni nel 28% dei casi per borchie, anelli e ciondoli inseriti nella pelle. I consigli e le precauzioni

(foto Shutterstock).

«Da un recente studio inglese pubblicato sul British Journal of Medicine risulta che oltre un piercing su quattro (il 28%) comporta complicazioni per la salute», spiega Fabrizio Pregliasco, ricercatore all’Istituto di virologia all’Università degli Studi di Milano.

Gruppo San Donato

I rischi
I rischi più frequenti sono le infezioni locali provocate dai batteri presenti sugli anelli inseriti nella pelle, che vanno curate con antibiotici. Se trascurate, possono portare alla diffusione dei microrganismi patogeni attraverso il sangue. Nei casi più gravi (setticemia), la presenza dei batteri può diventare estesa e incontrollabile, mettendo addirittura a repentaglio la vita. È anche possibile contrarre l’epatite (B e C) o malattie come l’Aids se chi esegue il piercing non usa strumenti sterili.
Il rischio è maggiore per i piercing in aree molto vascolarizzate, come i genitali (sia maschili che femminili) o la lingua, ma anche a labbra e capezzoli.

Le norme igieniche
Chi intende inserire nella propria pelle borchie, ciondoli e anelli deve fare molta attenzione. In particolare:
• stare alla larga da chi lavora in seminterrati o per la strada;
• rivolgersi a studi specializzati che rispettino le norme igieniche (sala d’attesa, sede dell’intervento e zona di smaltimento rifiuti dovrebbero essere in tre aree separate);
• controllare che chi esegue il trattamento indossi guanti e mascherina e che utilizzi aghi monouso.

Dopo l’intervento
Una volta a casa, occorre lavare spesso la zona trattata, evitando di grattarsi, e applicare creme antibiotiche per evitare il rischio di infezioni. Bisogna subito rivolgersi al medico se compaiono dolore, arrossamenti, gonfiori e sanguinamenti.

Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2009

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