Anche Franz Liszt, il celebre musicista e compositore ungherese, era solito, prima di esibirsi al pianoforte, scrocchiarsi le dita, come se volesse rendere più fluide le mani e rimettere in esercizio le articolazioni.
«Direi che questo gesto ha un effetto preminentemente psicologico», spiega Vincent Mazzone, chirurgo presso l’unità operativa di ortopedia e traumatologia dell’ospedale di Ascoli Piceno. «È un’abitudine tipica dell’età adolescenziale, una sorta di rito compiuto soprattutto per esorcizzare le ansie e le insicurezze legate a questo difficile momento della vita. Inoltre, nei giovani, i tessuti delle articolazioni sono più elastici e si prestano più facilmente a essere sollecitati in iperflessioni».
Tali movimenti, comunque, se è vero che non presentano alcun beneficio da un punto di vista articolare e scheletrico, è altrettanto vero che non producono alcun danno.
Il rumore? Causato dal gas
Ma a cosa è dovuto il caratteristico rumore di scrocchio? «All’interno delle articolazioni è presente il liquido sinoviale, una pellicola fluida, prodotta dalla membrana sinoviale, che agisce come un lubrificante», spiega Mazzone.
Una variazione della posizione dell’articolazione, come può essere lo stato di massima flessione, comporta una modificazione del volume dell’articolazione stessa e della pressione del liquido sinoviale. Quando la pressione di questo liquido diminuisce, i gas che vi sono contenuti in soluzione si separano e si raccolgono in bolle; la formazione di queste bollicine è accompagnata dal rumore secco.
Ciò spiega anche perché, scrocchiando le dita, bisogna aspettare prima di poterlo fare di nuovo: è necessario che i gas ritornino lentamente in soluzione, e che quindi siano disponibili di nuovo per trasformarsi in bolle.
Paola Calvi – OK La salute prima di tutto
ULtimo aggiornamento: 30 aprile 2010
