In molti sono convinti che esfoliare la propria cute quando è abbronzata sia un errore, perché cancellerebbe la tanto agognata tintarella. Niente di più sbagliato.
Fondamentale togliere lo strato superficiale è molto importante
Il sole causa infatti un ispessimento dell’epidermide proprio per difenderci dal sole, rendendola più opaca. Togliere lo strato più superficiale la pelle diventa più luminosa, brillante e ossigenata. Ma c’è di più. L’esfoliazione, che andrebbe fatta almeno una volta a settimana tutto l’anno, stimola la pelle a rinnovarsi. Naturalmente subito dopo è altrettanto essenziale spalmarci una buona crema idratante in modo da ricostruire il film lipidico che protegge la nostra cute.
No se avete la pelle arrossata
Ovviamente questo trattamento di bellezza è assolutamente da evitare se la pelle è scottata o c’è in corso un eritema, perché l’esfoliazione potrebbe irritare ancora di più la nostra cute. (Scopri qui la differenza tra eritema e scottatura)
Ma che differenza c’è tra scrub, gommage e peeling?
Lo scrub, o scrubbing, è il metodo più aggressivo, da usare soprattutto su ginocchia, talloni e gomiti. Si tratta di microgranuli abrasivi – in realtà si può usare anche il sale o lo zucchero di canna, in entrambi i casi mischiandoli con l’olio extravergine di oliva – che garantiscono una pelle molto luminosa.
Il gommage è più delicato. L’azione esfoliante è di tipo meccanico come nello scrub ma ha una base di crema o oli idratanti o nutrienti.
Se scrub e gommage sono metodi meccanici, il peeling è “chimico”. In pratica sfrutta le proprietà di sostanze come l’acido glicolico per accelerare il naturale ricambio della pelle e generare così cellule nuove e vitali.
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