Benessere

Padel: gli infortuni più frequenti e i consigli per prevenirli

Gli specialisti spiegano quali sono i distretti corporei più colpiti dai traumi e cosa bisogna fare per starne alla larga

Una pallina che rimbalza in un campo rettangolare delimitato da quattro pareti: è questo il padel, lo sport di derivazione tennistica che sta appassionando tutto il mondo. Nato negli anni Sessanta in Messico come gioco d’élite, si è diffuso prima in Spagna, poi in Argentina, Stati Uniti, Brasile, per arrivare fino in Europa, dove oggi continua vertiginosamente la crescita di campi dedicati e giocatori accaniti. Il nome deriva dallo spagnolo pádel, che significa pagaia, termine che in origine indicava le particolari racchette di legno utilizzate per giocare.

Disciplina sportiva di coppia molto divertente e all’apparenza semplice, è al tempo stesso complessa e impegnativa in quanto comporta uno sforzo fisico a carico delle articolazioni non indifferente. Che si scelga di praticarlo in modo occasionale, regolare o intenso, vale la stessa regola: non sottovalutare il rischio infortuni.

Gruppo San Donato

Padel e tennis: in cosa si differenziano

Apparentemente simili, padel e tennis potrebbero essere definiti sport fratelli, se non fosse per cinque caratteristiche che li differenziano: la racchetta, la pallina, il campo, le regole e l’approccio. Rispetto al tennis, la racchetta da padel è più piccola, oltre che senza corde, e la pallina (anche se quasi identica) ha una pressione interna inferiore per limitare il rimbalzo e consentire ai giocatori un maggiore controllo. Per quanto riguarda il campo, entrambi sono rettangolari ma, nel caso del padel, sono presenti quattro pareti studiate come parte del gioco. La superficie non è in terra rossa, ma può essere in calcestruzzo poroso, cemento, materiale sintetico o erba artificiale. A marcare infine una linea di frattura tra i due sport di racchetta sono le regole di gioco, dalla fuoriuscita della pallina al rimbalzo, dalla rete al punteggio, dalle battute al fatto che nel padel non esiste il singolare.

Non bisogna sottovalutare l’importanza della tecnica

Quanto all’approccio, «il padel è uno sport immediato, un po’ come giocare a racchettoni in spiaggia», spiega Giovanni Di Giacomo, responsabile del reparto di chirurgia artroscopica di spalla, ginocchio e gomito del Concordia Hospital di Roma. «Si pratica saltuariamente, ci si diverte con un amico e si è convinti non sia necessario spendere due o tre ore a settimana per fare lezione».

Ma, come per il tennis che richiede mesi, se non anni, di allenamento con un maestro per imparare il gesto atletico corretto (impugnatura, dritto, rovescio, servizio ecc.), anche nel padel non bisogna sottovalutare l’importanza della tecnica. «Oggi circa l’80% delle persone che pratica questi sport lo fa per passatempo, la restante parte sono professionisti o atleti agonisti che partecipano a tornei», continua l’esperto. «In entrambi i casi imparare a sfruttare correttamente la biomeccanica del corpo è fondamentale per evitare di stressare eccessivamente le articolazioni e incorrere in qualche infortunio».

Gomito, caviglia, rachide lombare i più colpiti dagli infortuni

I traumi connessi al padel sono oggi in forte aumento, soprattutto nella popolazione tra i 35 e i 55 anni, e vedono coinvolti diversi distretti scheletrirci: primo tra tutti il gomito (20%), seguito da caviglia (19%), rachide lombare (14%), insieme a spalla e ginocchio (12%). Una percentuale che incrementa in caso di età avanzata, indice di massa corporea elevato e scarsa agilità dei giocatori.

La mancata coordinazione del gesto tecnico è sicuramente uno dei principali fattori di rischio per i traumi, così come i numerosi cambi di direzione e l’uso più intenso della racchetta, che comportano stress ripetitivi sull’apparato muscolo-scheletrico e articolare. «Nel padel, diversamente dal tennis, si colpisce la pallina molto spesso sopra la testa, con sovraccarichi funzionali a tutte le articolazioni, specie a quelle superiori, più suscettibili a lesioni croniche da uso eccessivo e microtraumi ripetuti. Le articolazioni degli arti inferiori, invece, sono più colpite da lesioni acute», spiega Paolo Arrigoni, ortopedico dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano. In tal senso, per evitare problemi, lesioni o traumi, è necessario coordinare al meglio il trasferimento di energia lungo la catena cinetica, che consente a un giocatore di padel di muovere velocemente la racchetta, riducendo così al minimo gli sforzi funzionali a livello articolare.

Padel: gli infortuni più frequenti

Gomito del tennista

In cima alla classifica dei rischi di infortunio per un giocatore di padel troviamo la tendinopatia laterale del gomito, meglio conosciuta come gomito del tennista. In questo caso i tendini, messi sotto stress dalle vibrazioni e dai contraccolpi della racchetta, possono infiammarsi causando un dolore laterale che in alcuni casi può innescare un processo degenerativo.

Lesione cuffia dei rotatori

Anche la spalla, per via del gesto atletico ripetuto, può andare incontro a una lesione. «La cuffia dei rotatori è un complesso muscolo-tendineo che, lavorando in sinergia con il deltoide, permette di sollevare la spalla. Una riduzione di forza e la comparsa di dolore durante l’elevazione della spalla devono sempre far sospettare una tendinopatia o una lesione della cuffia dei rotatori», continua Arrigoni.

Tendinopatia dell’estensore ulnare del carpo

Ma il padel può mettere a dura prova anche i polsi. La patologia più frequentemente riscontrata a questo livello è la tendinopatia dell’estensore ulnare del carpo, conseguenza dei continui colpi di diritto. L’esperto spiega che «sebbene venga consigliato di non eseguire movimenti rotazionali del polso al momento dell’impatto con la pallina, la flessione e l’estensione del polso si verificano come movimenti ripetuti, soprattutto al termine dell’impatto».

Lesioni ai legamenti e distorsioni

Molto comuni nel padel sono anche gli infortuni degli arti inferiori, soprattutto a livello di ginocchia e caviglie. Nel primo caso, i cambi di direzione e l’impatto con il terreno durante i salti «possono comportare lesioni meniscali o dei legamenti che a loro volta causano distorsioni di ginocchio con elongazione e lesione del legamento collaterale mediale», continua l’ortopedico. Per quanto riguarda invece la caviglia, evento estremamente comune sono le distorsioni. «In questi casi occorre intervenire tempestivamente seguendo protocolli adeguati al fine di limitare il rischio di instabilità post-traumatica, con tutori che devono essere portati per quattro-sei settimane a seconda dell’entità della distorsione», aggiunge.

Lesione tendine di Achille e dolori zona lombare

Tra gli infortuni, anche la lesione del tendine di Achille, che non può essere trattata se non chirurgicamente. Infine, frequenti tra i giocatori di padel sono i dolori alla zona lombare, causati dalle rapide torsioni e rotazioni, le continue frenate e ripartenze, che sottopongono a stress ripetuti la muscolatura paravertebrale del rachide lombare. Come precisa Arrigoni, «questo può contribuire a determinare lesioni muscolari, in genere elongazione o stiramento dei muscoli, e richiedere la sospensione dallo sport per un determinato periodo di tempo».

Padel: cosa fare per prevenire gli infortuni

Come minimizzare il rischio infortuni e, al tempo stesso, aumentare le prestazioni fisiche in un campo di padel? Il primo passo è lavorare sulla tecnica, tenuto conto di una buona preparazione atletica di base. Sì agli esercizi di rinforzo muscolare, all’attività aerobica e anaerobica mista, così come alla corsa. Da non dimenticare al termine di una partita lo stretching, fondamentale per l’allungamento muscolare, e prevedere periodi di riposo al pari di tutti gli altri sport.

Inoltre, gli esperti consigliano di effettuare una visita medico-sportiva per valutare l’idoneità alla pratica di queste attività dove le sollecitazioni e l’impegno cardiovascolare sono importanti. Arrigoni sottolinea che «anche la temperatura climatica, il terreno di gioco, un equipaggiamento inadeguato, l’impugnatura della racchetta o le dimensioni del manico devono essere prese in considerazione». Nel caso dei giocatori adulti, specie se alle prime armi con la racchetta, «bisogna prestare ancora più attenzione ai consigli di prevenzione in quanto con l’avanzare dell’età i tessuti sono soggetti a un normale processo di degenerazione e non devono essere ipersollecitati», conclude Di Giacomo. «La pratica di questi sport resta comunque sconsigliata per le persone che soffrono di frequenti dolori o disturbi alle articolazioni perché non fanno altro che stimolarli e anticiparli».

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