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Osteopatia: cos’è, a cosa serve, come funziona

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato di aver istituito la professione sanitaria dell'osteopata

Il riconoscimento dell’osteopatia era già arrivato ormai più di tre anni fa. Ora il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto un passo in avanti in più. Con un post pubblicato alla fine della riunione del Consiglio dei Ministri, ha spiegato che si è completato «il percorso del Governo per istituire la professione sanitaria dell’Osteopata». Il responsabile della Salute ha poi aggiunto che questo è «un momento importante per tanti professionisti e per quei cittadini che hanno bisogno delle loro prestazioni».

Infatti, sempre più italiani decidono di rivolgersi a un osteopata per cercare una soluzione ai loro problemi di salute o per prevenirli. Come capire allora se ci affidiamo a professionisti seri? Tra gli strumenti c’è il Roi, il registro degli osteopati d’Italia, che oltre a dare garanzie di affidabilità dei suoi iscritti, promuove l’informazione e la ricerca. Ma cos’è l’osteopatia e com’è nata? Come funziona e cosa dobbiamo aspettarci da una visita da un osteopata? Tutti possiamo avere benefici da questa medicina integrata? Lo abbiamo chiesto a Paola Sciomachen, presidente del Roi.

La soddisfazione degli osteopati

«Oggi viviamo una giornata storica, che gli osteopati italiani aspettavano da molto tempo». A parlare è Paola Sciomachen, Presidente del ROI – Registro degli Osteopati d’Italia. «L’adozione di questo primo decreto è un passo cruciale per l’attuazione della legge 3/2018. Rappresenta un importante riconoscimento della nostra professione. Attendiamo ora, con ansia, la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale».

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«Questo traguardo, atteso da oltre tre anni, è una grande vittoria per tutta la categoria che non ha mai smesso di lottare nonostante le tante difficoltà. Il raggiungimento di questo obiettivo, che sancisce l’identità degli osteopati, lascia spazio a un tema altrettanto importante, quello della formazione e delle relative equipollenze. Il ROI rimane a disposizione del Governo e dei Ministeri di riferimento per fornire tutto il supporto che sarà ritenuto necessario, come fatto negli anni passati».

Com’è nata l’osteopatia?

«L’osteopatia è nata alla fine del 1800 negli Usa dall’intuizione di un medico americano, Andrew Taylor Still, che voleva capire perché alcuni problemi di salute non riuscissero ad essere risolti. Pensò che bisognasse spostare l’attenzione dalla ricerca della patologia a quella dei meccanismi che tengono in salute la persona. Quindi vide che c’era una relazione tra il sistema muscolo scheletrico, il sistema viscerale, il sistema di circolazione dei liquidi e quello nervoso. Osservò quindi che in presenza di un problema su uno di questi sistemi, succedeva qualcosa anche negli altri sistemi: si verificava insomma un disequilibrio nel corpo».

Come funziona la palpazione percettiva?

«Vide poi che la riduzione di mobilità o il dolore presenti a livello del sistema muscolo scheletrico erano la manifestazione di uno squilibrio che poteva essere a carico di un’altra zona o addirittura di un altro sistema. Quindi attraverso la palpazione, elemento distintivo dell’osteopata e che noi chiamiamo palpazione percettiva, si può individuare quale sia il tessuto in disfunzione e a carico di quale sistema. Attraverso specifiche tecniche manuali si agisce liberando i tessuti in disfunzione per ripristinare una corretta mobilità stimolando il ripristino di una condizione fisiologica che consenta di ristabilire lo stato di salute. Da qui sono nati molti studi e ricerche cliniche per dare una risposta scientifica a questa intuizione».

Di cosa si occupa l’osteopatia?

«L’osteopatia arrivò a metà del Novecento anche in Europa dove chiaramente ci fu un percorso di crescita e di evoluzione. All’inizio si vide che l’osteopatia aveva successo sulla lombalgia, che poteva essere causata da un disequilibrio non per forza legato alla colonna vertebrale. L’osteopata infatti valuta tutta la persona e tratta la lombalgia andando a vedere cosa può sostenere questo dolore».

«L’osteopatia adesso si occupa di molte problematiche disfunzionali, si lavora molto sul dolore cronico e si opera in modo integrato con i medici e i fisioterapisti. Si occupa di tutti quei problemi disfunzionali che si manifestano attraverso il dolore o la riduzione di mobilità che può sottendere a qualsiasi altra cosa. L’osteopata ricerca la  “disfunzione somatica” e attraverso una manipolazione specifica e personalizzata l’osteopata rimuove questa disfunzione, che potrebbe essere in un luogo o in un sistema diverso da quello in cui si manifesta il sintomo».

«Non esiste un albo degli osteopati, esistono delle associazioni. Il Roi iscrive gli associati che ritiene abbiano delle competenze sufficienti e necessarie per poter svolgere questa attività per dare garanzie al paziente».

Cosa succede durante la visita?

Innanzitutto l’osteopata fa una serie di domande che servono a capire se il problema è di sua competenza o se il paziente debba rivolgersi a un medico per un inquadramento diagnostico o a un altro professionista della salute. Questo è il primo punto. Se il problema è pertinente, l’osteopata effettua una valutazione con test attivi e passivi di mobilità sul paziente e poi farà un trattamento vero e proprio. Le tecniche possono essere molto diverse a seconda del caso: uno dei compiti dell’osteopata è quello di cercare di trovare la tecnica più appropriata. Fa una diagnosi della disfunzione somatica. Dirà quale ritiene essere la causa del problema, se può risolverla, come e in quanto tempo. 

L’osteopatia può essere utilizzata anche per la prevenzione?

La prevenzione è uno degli indirizzi più importanti su cui lavora l’osteopata. È particolarmente utile sui bambini e sugli adolescenti sia per prevenire, ma anche per mantenere un buono stato di salute. Una visita o un controllo periodico può servire a stare bene o a capire subito se c’è qualcosa su cui intervenire. 

Bambini e osteopatia: che rapporto c’è?

La possono fare anche bambini di pochi mesi. Gli interventi variano ovviamente a seconda dell’età. Da molto piccoli si interviene ad esempio sulle plagiocefalie e sui disturbi dello sviluppo neuro evolutivo, sulla postura, sulle malattie respiratorie ricorrenti. Negli anni si lavora sui problemi di crescita legati principalmente alla postura e alle asimmetrie della colonna.

Tutti possono essere sottoposti a un trattamento di osteopatia?

Sì, dai bambini agli anziani alle donne in gravidanza. Certo, rientra nella valutazione iniziale dell’osteopata capire se il paziente sia nelle condizioni di ricevere un trattamento. Ad esempio se un bambino ha l’influenza potrebbe mal tollerare un trattamento osteopatico è meglio che gli passi prima la febbre e poi potrà tornare dall’osteopata.

Come può essere utile durante la gravidanza?

In gravidanza si modificano i volumi, cambia la postura e quindi si riduce la mobilità della colonna. Le donne possono avere grande giovamento per affrontare bene la gravidanza e gestire l’attesa nel modo migliore possibile.

Le manovre possono essere dolorose? 

Se si è in presenza di infiammazione dei tessuti alcune manovre possono essere fastidiose, ma la cosa importante è quella di scegliere tecniche adeguate al paziente e alla sua condizione affinché non siano dolorose.

Qual è il vostro rapporto con i medici?

C’è piena collaborazione soprattutto per la diagnosi. L’osteopatia è una medicina integrata non alternativa. Abbiamo uno spazio d’intervento diverso, ma insieme partecipiamo al successo terapeutico a vantaggio del paziente.

Come funziona il vostro Registro?

Ventisei anni fa quando è stato fondato il ROI c’erano pochissimi osteopati. È stata una necessità trovarsi in un’associazione e crescere insieme rispetto alla professione, all’aggiornamento per strutturarsi il più possibile per sopperire al vuoto legislativo. Abbiamo un codice etico, dei criteri di formazione condivisi da tutti gli stati europei, abbiamo stimolato la ricerca e la diffusione dell’informazione. Ora siamo tanti. C’è l’urgenza di essere riconosciuti per avere una regolamentazione vincolante per tutti i professionisti. Questi trent’anni sono serviti per lavorare per la ricerca, per crescere e credo che adesso il valore che l’osteopata ha deve essere riconosciuto. L’osteopatia è molto diffusa tra i cittadini e c’è bisogno di un riconoscimento come professione sanitaria. Esiste un articolo di legge già approvato dal senato che aspetta la conferma della camera.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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