La terza settimana si apre con il fartlek, parola difficile ma esecuzione semplice. Si tratta di alternare la corsa veloce alla corsa lentissima. Iniziamo con dieci minuti di corsa per riscaldarci. Dopo di che alterniamo un minuto di corsa svelta a un minuto di corsa lentissima. Dobbiamo ripetere per dieci volte.
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Cosa significa Fartlek?
Tecnicamente Fartlek vuol dire gioco di velocità. È un tipo di allenamento messo a punto dal personal trainer Gösta Holmer, nel lontano 1930. In molti però ancora lo utilizzano nei programmi di allenamento. Questo metodo alterna momenti di grande intensità a momenti dolci. La caratteristiche è che non bisogna fermarsi mai.
Differenza con l’alternanza della camminata veloce alla corsa
Questo sistema di allenamento è ideale se vogliamo ottenere una maggiore resistenza alla fatica fisica. Diventeremo più resistenti alla corsa, perché stiamo dando al nostro corpo stimoli molto diversi. Abbiamo aspettato finora a proporlo, perché tendenzialmente bisogna essere persona piuttosto allenate e in forma per affrontare questa metodologia di training. È infatti tutt’altro che facile e vi metterà a dura prova. È estremamente più faticoso ad esempio di un allenamento già proposto che vede l’alternanza della camminata veloce alla corsa.
Quando si impiega il Fartlek?
Molto spesso viene utilizzato dagli allenatori degli sport di squadra, come l’amatissimo (o odiatissimo) calcio, l’hockey o il rugby. È utile anche negli sport di fondo, come la maratona, la canoa e il ciclismo. Anche nella preparazione sciistica è molto usato. Il fartlek stimola da una parte la soglia anaerobica, dall’altra quella aerobica. Insomma è un bell’allenamento completo anche per chi voglia semplicemente essere in forma e perdere peso.
Vedrete che sentirete la fatica aumentare sempre di più. Psicologicamente sembra semplice perché la corsa veloce dura solo un minuto. Ma dovendo continuare a correre, seppur a una velocità decisamente inferiore, non riuscirete facilmente a riprendere fiato. Questo vi farà migliorare enormemente. Provare per credere.