Si chiama nose up la nuova tecnica non chirurgica che ridisegna il profilo del naso: con una semplice punturina, senza bisturi e senza anestesia, si alza la punta (che spesso con l’età tende a cadere in giù) e si eliminano piccole imperfezioni come gobbette e asimmetrie. È l’alternativa soft alla rinoplastica grazie al più usato dei filler, l’acido ialuronico, una sostanza che non procura rigetto perché è la stessa che costituisce il tessuto connettivo.
«La piccola correzione è in grado, se ben eseguita, di armonizzare e ringiovanire il viso di uomini e donne», spiega Marco Klinger, professore ordinario di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all’Università degli Studi di Milano (puoi chiedergli un consulto). «Il nose up utilizza un acido ialuronico di media densità, che viene riassorbito in circa un anno. Si fanno delle microiniezioni alla base del naso, dove si attacca il piccolo setto cartilagineo che separa le due narici, in modo da alzare la punta. Di riflesso, si ottiene anche un leggero sollevamento del labbro superiore». Prima dell’intervento, che si svolge in ambulatorio e dura circa quindici minuti, si applica una crema anestetica. In genere il nose up con l’acido ialuronico non dà problemi di rigetto o di allergie e nemmeno effetti collaterali: piccoli gonfiori e rossori spariscono nel giro di qualche giorno (guarda come si fanno le punturine per spianare le rughe).
«L’acido ialuronico non è l’unica possibilità per correggere il naso con un intervento di pochi minuti», prosegue Klinger. «Anche il grasso è un ottimo filler, in grado di rigenerare i tessuti in cui viene iniettato e che è riassorbito solo in parte, dando quindi luogo a risultati permanenti. Basta prelevare piccole quantità di adipe da addome e fianchi e, dopo averlo depurato, trasferirlo con aghi sottili dove si desidera dare volume e consistenza. Si fa in anestesia locale, le ecchimosi che scompaiono in dieci giorni». La correzione con acido ialuronico costa 300 euro; quella con il lipofilling dai 3mila euro.
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