Se pensate che a una certa età ci si rassegni alle rughe, vi sbagliate di grosso. Sono sempre più numerosi gli ultrasettantenni che si rivolgono alla medicina estetica per migliorare il loro aspetto: non hanno le idee chiarissime, ma non chiedono miracoli. A tracciare il loro identikit sono gli esperti riuniti in occasione del 38esimo congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME).
Per invecchiare meglio
Non è poi così sorprendente che la medicina estetica abbia travalicato i confini della mezza età per conquistare anche la terza età. Il 26% degli italiani ha più di 65 anni e questo aumento dell’aspettativa media di vita, unito al fatto che si invecchia meglio, determina inevitabilmente anche l’ampliamento del numero di destinatari della medicina estetica tra le persone più mature.
Cura della pelle
«L’età media di chi fa ricorso alla medicina estetica si è alzata», spiega Emanuele Bartoletti, presidente della SIME. «Sempre più spesso troviamo 70 e 80enni che chiedono trattamenti, ad esempio per macchie e capillari o per migliorare la qualità della pelle. E il beneficio non è solo estetico, ma anche nell’umore».
Un cambio di paradigma
«Se prima avevamo principalmente una richiesta proveniente da 35-40enni, oggi nei nostri studi abbiamo donne di 83-84 anni che vengono regolarmente: imparare a gestirle è estremamente interessante» sottolinea Bartoletti, che dirige la Scuola di medicina estetica del Fatebenefratelli all’Isola Tiberina, a Roma.
Aspettative realistiche
In genere le pazienti over-70 «non hanno grandi aspettative e non hanno le idee molto chiare, ma cercano qualche miglioramento nel loro aspetto, per questo sono anche pazienti più facili di quelle giovani», afferma il presidente della SIME.
Cambiano tecniche e risultati
Naturalmente le tecniche utilizzate così come i risultati non sono gli stessi. «La biostimolazione che si può fare a 30 anni – sottolinea Bartoletti – non avrà le stesse caratteristiche di quella che si può fare a 70, perché il derma avrà una capacità di reazione completamente diverse». Ad esempio, in questi casi, si usa magari un laser ablativo un po’ più pesante. I risultati sono «inferiori rispetto a quelli sul derma giovane ma si vedono, e le donne sono contente di occuparsi di se stesse».
Più attenzione ai nuovi pazienti
Questo cambio radicale di paradigma rappresenta una sfida importante per gli esperti di medicina estetica, che hanno deciso di dare ampio spazio alla questione durante il loro congresso. «C’è un crescente interesse – conclude Bartoletti – anche nell’indagare nuove tecniche, farmaci e sostanze specifiche».
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