«Da bambina e da adolescente soffrivo di asma», racconta Manuela Arcuri. «Poi, così com’era venuto, il problema è scomparso. E oggi respiro alla grande. Nessun sintomo, crisi sparite. Manuela si sta godendo tutto quello che s’era negata da piccola».
Ecco la confessione dell’attrice a OK e, a seguire, un approfondimento medico sull’asma bronchiale: può passare in età adulta.
«Il disturbo compare verso i sei anni. Sono piuttosto delicata e quando prendo un raffreddore mamma sa che alla fine rimarrò a casa da scuola almeno per un paio di settimane. Una notte, un attacco fortissimo: il senso di costrizione al torace è intollerabile, i polmoni bruciano e a ogni colpo di tosse segue un rantolo soffocato. I miei fratelli accorrono subito, chiamano i nostri genitori che provano a calmarmi. Sto malissimo per ore.
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Manuela Arcuri: mai in giro senza l’inalatore
Dopo quella nottata faccio gli esami specifici. La diagnosi è inequivocabile: asma bronchiale. Aggiungo anche i test per le allergie: risulto positiva alla polvere, al polline di non so più che pianta e alle piume. Mi spiegano che la presenza di questi elementi può irritare i miei bronchi, già infiammati in modo cronico, e scatenare una crisi acuta.
Non è facile convincermi che con questa malattia convivrò per sempre e che le mie abitudini dovranno cambiare per cercare di ridurre al minimo gli attacchi. Gli inalatori diventano per me come uno spazzolino da denti. Li porto ovunque vada, li piazzo bene in vista in camera, sul banco a scuola, nella borsetta.
Appena il respiro rallenta e il fischio fa capolino, prima di farmi sopraffare dalla sensazione di soffocamento intervengo con un paio di spruzzi. Per una manciata di minuti rimango tramortita, poi mi riprendo. Mia madre, quando le crisi sopraggiungono nel sonno, prova con un rimedio tutto suo: mi spalma delle gocce di olio 31 sul petto. Magari servissero a farmi respirare bene…
Onestamente, mi aiutano di più gli aerosol, ne faccio quasi tutti i giorni e mi danno sollievo immediato. A 16 anni, sono in discoteca, sento che è in arrivo una crisi. Forse mi sono affaticata troppo. Faccio per frugare nella borsa, in cerca dello spray. Oddio, non c’è! Di corsa a casa, accompagnata dagli amici.
Ero dipendente e fragile
Non è facile convivere con l’asma. Ti senti sempre dipendente e fragile. Evito per anni i locali pieni di fumo, perché quella è la tipica situazione dove un attacco può scatenarsi da un momento all’altro. Devo rinunciare pure allo step: il respiro non segue il ritmo.
Mi dicono di provare con il nuoto, l’attività più tollerata da chi ha l’asma. Va meglio, ma non mi diverto come in palestra. Quando faccio le passeggiate al mare con gli amici, l’umidità mi manda in tilt: guai a non avere a portata di mano il mio farmaco d’emergenza.
A un tratto, così com’è comparsa, l’asma mi abbandona. Verso i 22 anni le crisi pian piano si affievoliscono, fino a scomparire. E io rinasco. Chi lo sa perché, il risultato è che non ho più attacchi. I bronchi che sibilano? Le notti insonni? Un incubo dissipato.
Che meraviglia respirare senza problemi. La vita è cambiata: non soffro più gli sbalzi di clima, né i giorni in cui l’inquinamento è alle stelle o tanto meno gli sforzi fisici. Posso fare sport, andare al mare, ballare, correre. Niente aerosol, niente olio 31, niente broncodilatatori. Sana come un pesce. So che alcune forme d’asma infantile spariscono col tempo: è il mio caso. Non dovrò mai più controllare se in borsa ho l’inalatore».
Manuela Arcuri (testo raccolto da Francesca Gambarini )
L’ASMA GIOVANILE PUÒ PASSARE
«L’asma è una patologia infiammatoria cronica delle vie aeree ed è caratterizzata da una ostruzione dei bronchi», dice lo pneumologo Sergio Harari (puoi chiedergli un consulto). Quando si è colpiti da un attacco, il respiro diventa difficile e può presentare un tipico sibilo.
Le cause. L’asma può essere di origine allergica. Ma almeno nel 50% dei casi ha origini sconosciute e del tutto indipendenti dagli allergeni.
I sintomi. Oltre al respiro sibilante, l’asma provoca tosse, senso di costrizione toracica e mancanza di fiato.
Gli esami. «Una semplice visita medica con l’auscultazione del torace non è sufficiente per diagnosticare l’asma», precisa Harari. «Occorre eseguire una serie di esami tra cui la misurazione della funzione respiratoria, per capire la gravità dell’ostruzione bronchiale, e la spirometria, che misura la limitazione del flusso aereo. È importante anche valutare attraverso i test se sono presenti allergie ad acari della polvere, pollini, peli di animali, muffe».
I bambini. L’asma è una delle patologie più frequenti dell’infanzia: nell’80% dei casi si manifesta entro i sei anni. «A volte le forme giovanili scompaiono dopo l’adolescenza, com’è capitato a Manuela Arcuri: i motivi non sono chiari, ma forse vanno cercati nella stabilizzazione dell’assetto ormonale», dice Harari.
I farmaci. «La cura con i farmaci cosiddetti di fondo consente di tenere l’asma sotto controllo», prosegue il pneumologo. «I glucocorticosteroidi per via inalatoria si abbinano a un beta2 agonista nel caso di asma persistente. Gli antileucotrieni, invece, si usano per combattere l’asma da sforzo, quella dei bambini e in presenza di rinite o di asma non controllata dalla terapia di fondo. Indispensabile per l’asmatico la bomboletta di salbutamolo; nel trattamento urgente delle crisi, sono essenziali dosi adeguate di un beta2 agonista a breve durata d’azione come il salbutamolo: da due a quattro spruzzi ogni venti minuti nella prima ora».
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