Gastrite, ulcera, ernia iatale, reflusso: ce le ha proprio tutte Luca Zaia, leghista, governatore del Veneto ed ex ministro delle Politiche agricole. La causa? Alimentazione e stress.
«Guai a servirmi un tè con i frollini. Basta un assaggio e mi viene l’acido in bocca. E il latte? Insopportabile. Fin da bambino con mia madre era una lotta. “Ti fa bene, è pieno di calcio!”, mi supplicava, mentre io scalpitavo serrando la bocca. Non ho il tallone ma lo stomaco d’Achille.
Da ragazzo, quando frequentavo la scuola enologica di Conegliano Veneto, sono rimasto ko per una notte intera dopo la prima degustazione di vini. Il medico ha sentenziato che ero un gastropatico: mi ha raccomandato di fare attenzione a tavola e di andarci piano con bianchi e rossi. Cosa che da allora ho sempre fatto, limitando al massimo il consumo.
Dolori lancinanti sotto lo sterno
Ma il peggio doveva ancora venire. Accade durante la campagna elettorale per la presidenza della provincia di Treviso, nel ’97. Corro dalla mattina alla sera, mangio in modo irregolare e sono carico di tensione che si concentra tutta nella pancia. Per farla breve: una sera torno a casa dopo il solito tour de force e non faccio in tempo a sedermi che mi prende un dolore lancinante proprio sotto lo sterno.
“Ho l’infarto”, penso, precipitandomi dal cardiologo. E invece no. Mi fanno una gastroscopia ed ecco la diagnosi: mucosa tipica da gastrite, ernia iatale, ulcerazioni del primo tratto del duodeno, reflusso gastroesofageo.
Mi prescrivono compresse a base di omeprazolo. Mi proibiscono quel che mi piace (cioccolato, fritti, intingoli, caffè), mi diffidano dal fumare e dal bere superalcolici. Così, da allora, al ristorante ordino tutto ai ferri e al vapore evitando di guardare il menù, e a casa mi viene incontro mia moglie Raffaella, che a prescindere dalla mia gastrite è una fan dell’alimentazione sana.
In questo modo, controllando la quantità di cibo, riesco a stare bene prendendo qualche pillola solo in particolari momenti di bisogno.
Certo, a volte gli equilibri saltano. Ricordo ancora una visita ufficiale a Pantelleria, nella mia stagione da ministro dell’Agricoltura. Sul buffet c’è la caponata siciliana, quella fatta friggendo separatamente le verdure e poi rifriggendole tutte insieme. Un capolavoro, ma a me va di traverso.
Mancano pochi minuti al mio discorso e il bruciore è così forte che non riesco a stare in piedi, tanto che corro in cucina e inizio a mandar giù pane raffermo, come facevano i contadini del Nord per tamponare il dilagare del dolore. Il discorso è salvo, ma poi… Dolori, acidità e mal di testa per tutta la notte.
Quando lo stress sale lo stomaco s’incendia
A volte è sufficiente lo stress. Come quando si facevano le sei del mattino per le quote latte, a Bruxelles. Lì non si mangia mai, non c’è tempo. Più le discussioni si facevano serrate, più lo stress saliva, più mi contorcevo con lo stomaco in fiamme.
Ed è stato in quella circostanza che mi sono fatto un’idea personale di questa mia particolare ipersensibilità. Secondo me sono come un cavallo dolicomorfo. A differenza dei brachimorfi o dei mesomorfi, che si muovono con forza ma più lentamente, lui non riesce a fare nulla con calma. È sempre sul chi vive, sempre di fretta, sempre agitato.
Ecco, io sono così. Ogni volta (cioè sempre) che faccio in fretta qualcosa libero stress allo stato puro. E il mio stomaco, ipersensibile, s’incendia».
Luca Zaia (testo raccolto da Marilisa Zito per OK La salute prima di tutto di luglio 2010)
COME SI CURANO LE GASTROPATIE: «Questi disturbi sono correlati ai succhi gastrici, prodotti dallo stomaco per la digestione. La tensione non è una loro causa, ma ha la capacità di amplificarli moltissimo», spiega Michele Cicala, direttore della scuola di specializzazione in gastroenterologia del Campus Bio Medico di Roma. «Studi recenti hanno dimostrato che lo stress, attivando il sistema nervoso centrale, può determinare cambiamenti nella permeabilità e nella resistenza della mucosa esofagea, che diventa ipersensibile quantità minime di reflusso».
MUCOSA TIPICA DA GASTRITE: la secrezione di succhi gastrici danneggia la parete dello stomaco se questa è già infiammata. La condizione può essere favorita dall’alimentazione (cibi piccanti, alcol) e dall’uso di farmaci antinfiammatori (Fans).
• Sintomi: bruciore e dolore, soprattutto a digiuno, che si attenuano mangiando.
• Cure: farmaci antiacido (inibitori della pompa protonica, come l’omeprazolo). Utile ridurre il consumo di spezie, agrumi, pomodori, yogurt, alcolici e caffè.
ULCERAZIONI DEL PRIMO TRATTO DEL DUODENO: la mucosa infiammata peggiora, fino a sfaldarsi e sanguinare. Nel 90% dei casi la causa è il batterio helicobacter pylori.
• Sintomi: sono gli stessi della gastrite.
• Cure: terapia antibiotica per eradicare l’helicobacter e inibitori della pompa protonica. Al bisturi si ricorre nei casi rari di ulcera perforante.
REFLUSSO GASTROESOFAGEO: i succhi gastrici risalgono verso l’esofago, che si irrita. Ci sono molti tipi di reflusso: dalle forme solo sintomatiche a quelle erosive, fino alle metaplasia di Barrett.
• Sintomi: rigurgito acido, bruciore o dolore sotto lo sterno (simile all’infarto), tosse secca, asma, laringite cronica, disfonia.
• Cure: inibitori della pompa protonica, procinetici (farmaci che accelerano lo svuotamento dello stomaco) e, in alcuni casi di resistenza ai farmaci, intervento chirurgico. «Recenti evidenze sminuiscono il ruolo dell’alimentazione», spiega Cicala. «Resta valido il consiglio di limitare cioccolato, menta, pomodori, succo d’arancia, caffè e alcolici, e di non sovraccaricare lo stomaco».
ERNIA IATALE: la parte superiore dello stomaco risale nella cavità toracica attraverso una dilatazione dello iato esofageo, il foro che mette in comunicazione esofago e stomaco.
• Sintomi: non ne dà, ma spesso provoca o aggrava il reflusso.
• Cure: inibitori della pompa protonica, chirurgia.
Marilisa Zito
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