La bici? Per gli uomini, è un’amica del sesso. «I vantaggi del ciclismo, come di tutta l’attività aerobica, per migliorare la funzionalità erettile nell’uomo sono riconosciuti da tempo», dice Bruno Giammusso (puoi chiedergli un consulto), responsabile dell’unità operativa di andrologia urologica dell’Università di Catania «Solo un esercizio prolungato, con allenamenti quotidiani di diverse ore, può creare dei problemi. In questo caso la compressione delle arterie pudende può limitare il flusso di sangue ai corpi cavernosi del pene, portando a un’erezione insufficiente», continua l’andrologo. «Ci sono dei sellini appositi, che consentono di non scaricare tutto il peso su queste arterie».
E la prostata? La relazione tra problemi prostatici e la bicicletta è il cruccio di tanti uomini. «Tranquilli, non c’è pericolo per chi percorre al massimo 5-6mila chilometri all’anno e non ha particolari patologie a carico della ghiandola», spiega Giammusso. «I professionisti invece devono fare attenzione: la prostata poggia sul pavimento del bacino, il perineo, ossia la parte che è sorretta dal sellino (ne sono stati studiati ad hoc per proteggere questa ghiandola)».
«Chi soffre di ipertrofia prostatica o prostatite acuta, con forte stimolo a urinare, dovrebbe evitare di andare in bici per non sollecitare meccanicamente la ghiandola, mentre nelle situazioni lievi-moderate, in cui lo stimolo a urinare non è forte, si consiglia di non superare un’ora di attività al giorno», continua Giammusso. Non c’è invece nessuna correlazione tra tumore alla prostata e ciclismo, ma dato che i valori di Psa (che aumentano in caso di tumore) possono risalire in modo anomalo dopo una pedalata, è meglio lasciar trascorrere almeno 48 ore dall’attività ciclistica prima di sottoporsi a questo esame.
Silvia Soligon – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 20 gennaio 2012