Diversi studi ne confermano il meccanismo d’azione e la sua efficacia prevalentemente antidepressiva, non lontana da quella dei farmaci. È indicato per il trattamento dei disturbi del sonno dovuti a una nevrosi ansioso-depressiva. «Le sostanze al suo interno agiscono sui livelli di serotonina aiutando a contrastare la componente ansiosa di fondo», spiega Fabio Firenzuoli, docente di fitoterapia e direttore del centro di medicina integrativa dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze. «È un buon rimedio per la cura dei disturbi nella seconda fase del sonno o per chi soffre di risvegli precoci».
• Come. Con le sommità fiorite acquistabili in erboristeria si può preparare un infuso. Si preferisce, però, utilizzare l’estratto secco. Il dosaggio è di circa 600-900 mg al giorno. In commercio si trovano degli integratori acquistabili in farmacia, parafarmacia ed erboristeria: non superare le dosi consigliate. L’iperico, inoltre, è disponibile in farmacia sotto forma di farmaco registrato per il quale è necessario l’obbligo di ricetta medica.
• Attenti a… Senza miglioramenti dopo quattro-sei settimane meglio interrompere il trattamento e informare il proprio medico. Ha scarsi effetti collaterali, ma attenzione all’interazione con altri farmaci. «Può ridurre, o addirittura annullare, l’efficacia degli antirigetto, anticoagulanti, chemioterapici o della pillola anticoncezionale», sottolinea Firenzuoli. Chi è già in terapia con altri medicinali, dunque, deve consultare il medico.
Gianni Di Lascio – OK Salute e benessere
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