Tecnica controversa l’impianto dei capelli artificiali, non approvata dalla Fda americana (l’equivalente dell’Agenzia italiana del farmaco) ma consentita in Italia.
Ma come sono le chiome posticce? «Ci siamo perfezionati e oggi i capelli sintetici hanno lo stesso spessore, colore e lucentezza di quelli naturali», spiega Raffaele Fusco, il medico implantologo dell’Istituto Quadronno di Milano cui si è rivolto Marco Masini (LEGGI). «Realizzati in una fibra sintetica biocompatibile, il polibutilene tereflatato, possono essere innestati su tutto il cuoio capelluto, tranne che su tempie e nuca».
L’intervento. «Il trattamento si fa in ambulatorio in anestesia locale», continua Fusco. «Il paziente sente solo delle lievi pressioni. I capelli sono fissati uno per volta attraverso l’implanter, lo stilo a molla con ago a punta conica che aggancia il capello e permette di inserirlo nella galea capitis, la robusta fascia fibrosa sottocutanea del cuoio capelluto. Terminato l’impianto, si disinfetta la zona trattata e si asciuga delicatamente la nuova capigliatura con il phon».
I costi. Ogni seduta (in cui si impiantano fino a mille capelli per volta) costa circa 2mila euro. In genere sono necessarie almeno tre-quattro sedute.
Dopo l’impianto. «Finito l’intervento si può tornare subito a casa, fare uno shampoo e pettinarsi», assicura Fusco. «Per sette giorni si dovranno assumere farmaci antinfiammatori. Va ricordato che i capelli sintetici non possono essere tinti e che possono cadere (in un anno si perde dal 10 al 20%) per cui ogni sei-dodici mesi sono necessari controlli ed eventuali reimpianti».
I rischi. Nell’immediato l’innesto di capelli artificiali non presenta rischi particolari se eseguito da mani esperte. «Con il tempo, però, aumenta la possibilità di andare incontro a infezioni del cuoio capelluto, dai semplici foruncoli ai più gravi granulomi, che vanno rimossi con un intervento chirurgico», avverte Marco Toscani, docente di chirurgia della calvizie alle Università di Roma La Sapienza e di San Marino.
Claudio Gattuso – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 26 maggio 2010