Papà in sala parto? Inutili, secondo un’indagine dell’Associazione tedesca di ginecologia e aiuto alla nascita, che raccoglie seimila specialisti. La presenza dei papà, dicono i ricercatori, non cambia la durata del travaglio né riduce il rischio di complicazioni; spesso, anzi, gli uomini trasmettono alla partoriente nervosismo e insicurezza.
Eppure ormai la maggior parte delle coppie vuole condividere il momento del parto.
«In realtà non esistono particolari controindicazioni, a patto che i padri seguano questi accorgimenti prima di varcare la soglia della sala parto», spiega Maria Maddalena Ferrari, ginecologa e responsabile dell’area parti e puerperio della Mangiagalli di Milano.
A lezione con la compagna
«È importante che tutti i papà, in particolare quelli che stanno per avere il primo figlio o gli ansiosi e insicuri per natura, seguano con la compagna il corso pre-parto», continua Ferrari. «È lì che si capisce cosa accadrà alla donna, le fasi del travaglio e della nascita. In più si mostrano i luoghi dove tutto avverrà. I medici spiegheranno che il parto è un evento cruento, che provoca molto dolore e che può spaventare e suscitare una reazione emotiva forte, spesso imprevista, come il pianto».
Mantenere la calma
Il papà può stare al fianco della donna fin dal travaglio. «Purché rimanga una figura marginale e di sostegno e mantenga la calma, non alzi la voce o rivolga ai medici troppe e insistenti domande su quello che sta avvenendo», dice Ferrari. «Se la tensione emotiva risultasse ingestibile, meglio uscire».
Vietato l’ ingresso
Chi ha paura del sangue e chi non tollera la vista di un’iniezione potrebbe star male e perdere i sensi.
Ok La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 1 ottobre 2010