
Cambiare prospettiva e aprirsi a nuovi punti di vista arricchisce il nostro mondo interiore e le nostre relazioni. Tuttavia spesso è più facile chiudersi nelle proprie convinzioni, perdendo così l’opportunità di conoscere ciò che è diverso da noi. La lettura, che ci permette di aprire la mente ed entrare nei mondi degli altri, può essere uno strumento importante per superare queste barriere.
Ma cosa può accadere in un luogo dove i “libri” sono persone in carne e ossa, disponibili per essere “letti” dai partecipanti? La Human Library, o biblioteca umana, è nata proprio con lo scopo di offrire un’esperienza unica di scambio culturale e sociale, basata sul contatto diretto tra le persone.
In questo articolo
Human Library: cos’è?
La Human Library fu fondata a Copenaghen nel 2000 da Ronni Abergel, suo fratello Dany e dai colleghi Asma Mouna e Christoffer Erichsen. L’obiettivo dell’iniziativa è creare uno spazio sicuro per il dialogo che incoraggi a mettere in discussione stereotipi e pregiudizi, promuovendo la condivisione di esperienze e una conversazione empatica e rispettosa.
La Human Library, come si legge sul sito, «oggi coordina migliaia di volontari ed è un marchio registrato, il cui utilizzo è consentito esclusivamente con il permesso scritto della Human Library Organisation». Si è inoltre diffusa in oltre 80 paesi diventando uno strumento di educazione e cambiamento sociale, utilizzato per sensibilizzare su temi di diversità e inclusione. Anche in Italia la Human Library trova spazio in luoghi come biblioteche, scuole, festival ed eventi culturali, creando occasioni preziose di incontro e crescita collettiva.
Come funziona?
Durante un evento della Human Library è possibile conversare con persone che si offrono volontarie per essere un “libro aperto”. Ogni individuo è associato a un “titolo” e rappresenta un gruppo che spesso è vittima di pregiudizi e discriminazioni a causa del suo aspetto, stile di vita, origine etnica o religione. Tra questi, ci sono persone con disabilità, ex detenuti, rifugiati, membri della comunità LGBTQIA+, alcolisti in recupero e altre categorie frequentemente marginalizzate.
Il lettore sceglie un “libro” dal catalogo e partecipa a una conversazione diretta con quella persona per circa 30 minuti. Nel corso dell’incontro il lettore può fare domande, approfondire l’argomento e soprattutto ascoltare l’altro, creando così un’opportunità di comprensione e apprendimento reciproco.
Human Library: imparare a non giudicare un libro dalla copertina
La Human Library è uno spazio che dà voce a chi vive uno stigma sociale, permettendo di ascoltare le loro esperienze senza filtri o mediazioni. Attraverso queste conversazioni intime i partecipanti hanno la possibilità di superare i propri pregiudizi e le storie di vita possono trasformarsi in ponti anziché in muri.
Uno studio pubblicato su BMC Psychiatry ha valutato l’effetto della Human Library sulla “mental health literacy”, «un concetto in evoluzione che comprende la conoscenza della malattia mentale, le opzioni di ricerca di aiuto, lo stigma percepito e la discriminazione». I risultati suggeriscono che la Human Library è efficace nel migliorare l’alfabetizzazione sulla salute mentale, riducendo lo stigma e la distanza sociale preferita. Viene anche suggerito di realizzare ulteriori studi per sviluppare ulteriormente il contenuto dell’intervento e consolidare la pratica basata sull’evidenza.
Inoltre una revisione sistematica ha esaminato l’implementazione, i processi e i risultati della Human Library. La revisione ha evidenziato che la partecipazione a questa iniziativa ha portato a una riduzione dei pregiudizi e a un miglioramento degli atteggiamenti tra i lettori, oltre a vari aspetti della crescita personale segnalati da entrambe le parti coinvolte. Si raccomanda poi che i futuri programmi di Human Library adottino linee guida di implementazione ben definite, con considerazioni etiche chiaramente articolate e diverse metodologie di ricerca rigorose.