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Mangia mediterraneo
Nonni e dieta mediterranea, un’accoppiata di successo. Infatti la dieta mediterranea seguita ogni giorno, allontana il medico di torno, soprattutto nel caso di persone anziane. I benefici di questo regime alimentare sono noti da tempo. Diverse ricerche scientifiche hanno confermato il suo ruolo centrale nel prevenire molte malattie, come quelle cardiovascolari, e i suoi effetti positivi sulle patologie neurodegenerative (la dieta mediterranea è un’arma contro l’Alzheimer), metaboliche e in generale nel rallentamento di invecchiamento e osteoporosi.
Per la prima volta, però, una ricerca pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutritionha dimostrato che la dieta mediterranea ha anche effetti positivi sulla qualità di vita e su disabilità, presenza di dolore e depressione nelle persone anziane.
Sei nonno e fumi, smetti,
non è mai troppo tardi
Una delle scuse più usate dai fumatori più maturi è quella che ormai alla loro età sia inutile smettere di fumare, che insomma il dado sia tratto, ovvero che quello che doveva succedere è successo.
Niente di più sbagliato. Una ricerca dimostra come non sia mai troppo tardi per smettere di fumare, anche se ovviamente prima lo si fa, più si riduce il rischio di morte prematura dovuto a malattie legate alle sigarette.
È vero che i fumatori che abbiano dai 70 anni in su fanno registrare un’impennata del rischio di morire, che è addirittura più che triplo rispetto ai loro coetanei che non fumano, ma lo studio dimostra che smettere di fumare anche dopo i 60 anni riduce questo rischio.
Essere buoni, allunga la vita
È convinzione comune che i cattivi vivano più a lungo. Sfata questo luogo comune una ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Evolution and Human Behaviour, che dimostra che le persone anziane che aiutano gli altri vivono più a lungo. Vale qualsiasi attività solidale: dal prendersi cura dei nipoti o dei figli dei vicini, aiutando amici, familiari e persone care.
I risultati parlano chiaro: essere altruisti allunga la vita. Metà dei nonni che si occupavano dei nipoti erano ancora vivi circa 10 anni dopo la prima intervista nel 1990. Lo stesso valeva per gli anziani che non avevano nipoti, ma collaboravano con i figli per esempio nei lavori domestici.
Fai volontariato, così
ringiovanisci il cervello
Il volontariato migliora la salute del cervello e accresce i nostri livelli di felicità. Tutto vero, ma un nuovo studio dimostra che questi benefici partono solo dopo i 40 anni. I ricercatori dell’Università di Southampton hanno scoperto che chi fa regolarmente volontariato ha in media il 6% in più di benessere, ma se chi aiuta gli altri ha almeno 40 anni i livelli di benessere sono decisamente più alti. Ma dai 40 anni la salute mentale e il benessere migliorano significativamente se si fa volontariato, con un picco massimo tra i 76 e gli 80 anni, quando l’aumento è del 12 per cento.
Muoviti per far star bene cuore
e cervello
Basta una passeggiata al giorno di mezz’ora a passo svelto. Fare regolarmente attività fisica quando si è anziani aumenta il volume del cervello e fa diminuire il rischio di declino cognitivo. Condotto dalla prestigiosa Università della California, lo studio sottolinea per l’ennesima volta quanto sia fondamentale una vita attiva per il nostro benessere sia fisico sia mentale.
I ricercatori hanno anche scoperto che tutti questi benefici aumentano ancora di più in chi ha compiuto almeno 75 anni. Ora gli scienziati si concentreranno su altri studi per capire quale debba essere l’intensità di questa attività fisica, quanto debba durare e se ci sono esercizi che sono migliori di altri.
Assumi probiotici
Il consumo giornaliero di latti fermentati con probiotici (cioè i microorganismi vivi che esercitano funzioni benefiche per l’organismo se somministrati in quantità adeguate) può fornire importanti benefici anche sulla salute dell’anziano, che assume una dieta diversificata rispetto all’adulto giovane e sano.
La flora intestinale, definita microbiota, si altera facilmente con l’avanzare dell’età: integrare l’alimentazione con un probiotico può contribuire a mantenere in equilibrio i batteri benefici e quelli nocivi che popolano l’intestino e prevenire alcuni problemi gastrointestinali tipici della persona anziana.
Se non ci senti, corri subito ai ripari
I consigli di prevenzione dell’Alzheimer oggi suggeriscono l’importanza di contrastare i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e di seguire uno stile di vita sano (evitando il fumo, la sedentarietà e seguendo una dieta equilibrata), ma anche di fare attenzione al proprio udito.
Udito e cervello
I danni alle cellule cerebrali sono la causa principale della demenza, perché impediscono la comunicazione tra le cellule stesse, con effetti negativi sulle capacità di pensiero, di comportamento e sulle sensazioni.
Un udito che cala e la conseguente difficoltà ad ascoltare e a sentire le persone può favorire questi danni a livello cerebrale, come ha sottolineato il rapporto Il cervello in ascolto – Lo stretto intreccio tra udito e abilità cognitive promosso da Amplifon. Gli studi dimostrano, infatti, che all’ipoacusia è associato un rischio tre volte più alto di sviluppare demenza.
Adotta un animale
Gli animali? Sono i migliori amici degli anziani. A rivelarlo un’analisi condotta da FederAnziani, secondo cui in Italia quattro over 65 su dieci hanno un amico a quattro zampe. I preferiti sono cani e gatti. Ma vanno di moda anche canarini e tartarughe. Una compagnia che spesso si trasforma in vera e propria pet therapy: almeno il 50% degli intervistati infatti si occupa personalmente degli animali, scelta che consente loro così di poter uscire, passeggiare, incontrare e conoscere gente. Una spinta verso la vita e un modo per non lasciarsi andare alla solitudine.