Benessere

Forfora: tutti i rimedi a prova di scienza

Una routine mirata elimina e tiene sotto controllo le squame bianche, e oggi molti shampoo sono a base di ingredienti naturali che li rendono non solo meno aggressivi, ma anche più gradevoli da usare

Operazione trovare i rimedi contro la forfora che funzionino davvero. Piccole scaglie bianche che “sfarinano” sugli abiti oppure squame giallastre imprigionate tra le ciocche e difficili da eliminare, anche con il lavaggio. E poi prurito, irritazione, sensazioni di fastidio e di disagio. Non ha nulla a che vedere con le abitudini igieniche di una persona.

«La forfora è il risultato di un’accelerazione anomala del processo di rinnovamento cellulare a livello del cuoio
capelluto», spiega Gianluca Mio, dermatologo presso Primus Forlì Medical Center. «Lo strato più superficiale si moltiplica a un ritmo più veloce, dai cinque ai quattordici giorni, rispetto ai consueti ventotto in cui normalmente avviene il ricambio cellulare senza dare tempo alle cellule morte di eliminarsi in modo naturale: così si  accumulano dando vita alle tipiche scagliette biancastre».

Gruppo San Donato

Forfora colpisce di più gli uomini

E se le cellule morte nel normale processo di rinnovamento non si notano perché hanno dimensioni attorno ai 30 micron, gli agglomerati della forfora grandi a volte più di 200 micron risultano ben visibili. «È tipica del sesso maschile, fin dalla pubertà, ma anche le donne possono soffrirne, soprattutto in gioventù», fa sapere Carolina Bussoletti, dermatologa e membro del consiglio direttivo di Aideco, Associazione italiana dermatologia e cosmetologia.

Diversi tipi di forfora

La forfora può essere di due tipi:

  • secca: è facilmente riconoscibile perché si manifesta sotto forma di scagliette bianche, piccole e volatili che “sfarinano” a neve sugli abiti. «Ha origine da un cuoio capelluto secco, ossia disidratato, e spesso anche irritato», continua la dottoressa Bussoletti. «La secchezza estrema provoca spesso prurito, irritazione e rossore del cuoio capelluto anche a seguito del grattamento»;
  • grassa: più frequente di quella secca, «si sviluppa in presenza di un eccesso di sebo che favorisce la proliferazione di lieviti del genere Malassezia, responsabili di un processo infiammatorio del cuoio capelluto». Si riconosce per le squame più grandi, untuose e giallastre, che tendono a formare agglomerati che restano intrappolati, ben visibili, tra i capelli.

Forfora come sintomo di una malattia

«Esiste anche una forfora che nasce come conseguenza di una patologia», precisa il dottor Mio. «È il caso principalmente della dermatite seborroica che si manifesta con la presenza di squame giallognole che a volte interessano anche il viso. All’elenco vanno aggiunte anche la psoriasi, le ittiosi, la tigna e la pitiriasi amiantacea, nonché dermatiti allergiche che tendono a provocare in genere una forfora secca».

Le cause

«Non è facile individuare con precisione le ragioni della forfora, che possono essere diverse e sovrapporsi tra di loro», commenta l’esperta di Aideco. Le fa eco il dottor Mio: «Un consulto dallo specialista è sempre importante per inquadrare correttamente il problema anche alla luce delle patologie di tipo dermatologico che può implicare».

  • Predisposizione genetica
    «In alcune persone il cuoio capelluto, già di per sé delicato per via di una pelle molto sottile, risulta particolarmente sensibile, un fattore che può favorire la comparsa della forfora», precisa il dermatologo Mio. In questi casi alla presenza delle squamette si associa una sensazione di prurito e di fastidio che a volte diventa dolore quando si pettinano i capelli.
  • Alterazioni nella secrezione di sebo
    «La sua scarsa produzione, insieme a una carenza di fattori idratanti naturali, determina, proprio come succede per la pelle, secchezza del cuoio capelluto e di conseguenza forfora secca», commenta Bussoletti. «Un eccesso di sebo invece può essere alla base della forfora grassa».
  • Presenza di lieviti
    «La superficie del cuoio capelluto è normalmente popolata, in un perfetto equilibrio, da batteri, funghi e lieviti come la Malassezia furfur», spiega il dottor Mio. «In determinate condizioni, soprattutto in presenza di sebo, questa può proliferare: la Malassezia si ciba del grasso prodotto dalle ghiandole sebacee del cuoio capelluto scomponendolo in sostanze irritanti e infiammatorie che provocano un’accelerazione del rinnovamento cellulare».

Tutti i rimedi contro la forfora: come lavare i capelli

Lasciarsi alle spalle la forfora non significa solo risolvere un problema estetico ma anche ritrovare sicurezza e serenità. Ecco i consigli pratici del dottor Mio:

  • il lavaggio è necessario, senza però esagerare: rimuovere continuamente il film idrolipidico del
    cuoio capelluto da un lato può provocare secchezza e dall’altra favorire la produzione di sebo;
  • tre-quattro shampoo a settimana sono più che sufficienti, ma chi ha necessità di lavare i capelli
    ogni giorno, perché fa attività fisica o suda molto, può alternare allo shampoo un lavaggio con sola
    acqua;
  • l’acqua non deve mai essere troppo calda per non accentuare lo stato infiammatorio del cuoio capelluto;
  • non strofinare con forza, o peggio ancora grattare lo scalpo con le unghie;
  • il risciacquo deve essere prolungato: i residui di prodotti che restano a lungo a contatto con la cute accelerano la desquamazione e irritano lo scalpo;
  • il phon mai troppo caldo e a debita distanza dalla testa.

Tutti i rimedi contro la forfora: cosa comprare

In presenza di forfora serve uno shampoo specifico: antibatterico, antifungino e antiossidante. Tra i principi attivi, il piroctone olamina è uno dei più utilizzati. La sua efficacia è legata alla sua corretta distribuzione e permanenza sul cuoio capelluto, che in alcuni nuovi shampoo antiforfora sono state migliorate grazie a tecnologie di formulazione avanzate. «Vale sempre la regola di lasciare agire lo shampoo una volta distribuito sul cuoio capelluto per almeno tre minuti», suggerisce il dermatologo.

Parlando di formulazioni, la dottoressa Bussoletti precisa che accanto alle classiche sostanze antiforfora come lo zinco, il disolfuro di selenio, gli antimicotici come il ketoconazolo e i cheratolitici come l’acido salicilico e l’urea, oggi molti shampoo si avvalgono dell’impiego di derivati naturali che li rendono non solo meno aggressivi ma anche più gradevoli da usare. Si va dalle vitamine antiossidanti come la E alla propoli dermopurificante e astringente, dagli estratti vegetali idratanti come l’aloe a quelli calmanti lenitivi di camomilla, malva e altea.
Importante in ogni caso scegliere uno shampoo che differenzi l’azione sulla base del tipo di forfora  da contrastare.

Cosa deve contenere uno shampoo antiforfora

Al di là dello specifico agente antiforfora, infatti, uno shampoo dovrebbe:

  • per la forfora secca, contenere ingredienti nutrienti e lenitivi come l’acido ialuronico, la glicerina, gli oli vegetali di argan, jojoba e avocado;
  • per la forfora grassa, avere una spiccata azione seboregolatrice, riequilibrante e purificante assicurata da microparticelle di perlite, una roccia vulcanica che aiuta a distaccare delicatamente le scaglie di forfora, dalle argille verdi e bianche per assorbire il sebo in eccesso, dalla niacinamide riequilibrante.
  • Per quanto riguarda i rimedi naturali, come sale, bicarbonato o aceto, i dermatologi li considerano
    inefficaci, oltre che potenzialmente irritanti.

Testo di Alberta Mascherpa

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