I cappelli, i caschi e i berretti che usiamo durante la stagione invernale sono nemici dei capelli. Svolgono un’azione di riscaldamento locale che scioglie il sebo presente sul cuoio capelluto causando prurito e favorendo la produzione di forfora. Un disturbo fastidioso, perché provoca prurito, e imbarazzante, perché nella forma secca provoca il distacco di piccole squame dal cuoio capelluto, che ricadono sulle spalle e imbiancano i vestiti. Eliminare la forfora non è semplice, ma una volta inquadrata cause e natura, esistono prodotti e comportamenti che possono aiutarci.
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Forfora secca e forfora grassa
La differenza tra forfora secca e grassa è soprattutto estetica. «La prima si presenta con piccole squame bianche e secche, che possono vedersi sui vestiti perché cadono facilmente dai capelli. La seconda si manifesta con squame più grosse e untuose, difficilmente soggette a caduta» spiega Bianca Maria Piraccini, professore associato all’Università di Bologna ed esperta in malattia dei capelli e delle unghie Dal punto di vista clinico, invece, la distinzione praticamente non esiste. «Nel 98% dei casi sono manifestazioni diverse di uno stesso problema: la dermatite seborroica. Solo in rari casi la forfora secca può essere conseguenza di psoriasi. Ma per scoprirlo lo specialista deve utilizzare un video dermatoscopio, lo strumento utilizzato anche per la mappatura dei nei».
La diagnosi
La diagnosi della forfora infatti è principalmente clinica. Ma con il video dermatoscopio lo specialista può «ingrandire il cuoio capelluto di 200-400-700 volte e osservare l’aspetto dei vasi sanguigni» continua Piraccini. «Nella dermatite seborroica hanno un aspetto caratteristico perché sono dilatati irregolarmente. Mentre in caso di psoriasi hanno un aspetto superficiale a forcina o a gomitolo».
Il fungo che causa la forfora
L’origine principale di questo disturbo è legata all’eccessiva proliferazione di un microrganismo della famiglia dei Malassezia. Fa parte dei lieviti ed è un fungo chiamato Malassezia furfur normalmente presente nel cuoio capelluto. Specialmente in aree piene di ghiandole sebacee, come, appunto, il cuoio capelluto. Un fungo che trova le sue migliori condizioni di vita in un ambiente ricco di lipidi e che in condizioni particolari o nel caso di patologie dermatologiche tende a moltiplicarsi andando a degradare la frazione lipidica del cuoio capelluto e producendo l’acido oleico che causa il prurito e l’infiammazione. Tra le altre cause della sua proliferazione, l’uso eccessivo di lacche e gel per i capelli, di shampoo di scarsa qualità non dovutamente risciacquati, ma persino l’impiego frequente di piastre troppo calde oppure in caso di stress, scorretta alimentazione e mancanza di sonno.
Da sfatare, invece, l’idea che lavaggi frequenti dei capelli siano dannosi. «Un’adeguata e continua igiene è fondamentale. I capelli, anche se grassi, devono essere lavati ogni 48 o massimo 72 ore. Cioè il tempo necessario perché il sebo asportato con lo shampoo si riformi» spiega Sandra Lorenzi, dermatologa dell’Istituto dermoclinico Vita Cutis di Milano.
Le persone più colpite
I giovani, soprattutto uomini, sono i più esposti al rischio forfora. Come mai? «La colpa è degli ormoni androgeni. Che agiscono su follicoli pilo sebacei troppi sensibili al loro effetto e ne inducono una secrezione di sebo superiore al normale» riprende e sottolinea Piraccini.
Come eliminare la forfora: comportamenti
Se si asciugano i capelli con il phon occorre evitare l’impiego di aria troppo calda per non irritare il cuoio capelluto. Inoltre, meglio non irritare la testa con una spazzola troppo rigida: quella scelta dovrà poi essere lavata dopo ogni uso con sapone neutro. Infine, un consiglio per l’alimentazione: nella dieta limitare alimenti fritti, troppo grassi o insaccati.
Come eliminare la forfora: shampoo e lozioni
Oltre a eliminare i fattori che favoriscono la forfora, per combattere il problema sono efficaci shampoo o lozioni di ultima generazione.
In caso di forfora secca, prurito e infiammazione scegliere un prodotto delicato, poco schiumogeno, privo di SLS (sodium lauryl sulfate) e SLES (sodium laureth sulfate), possibilmente oleoso e che rispetti il pH della pelle. Questo shampoo andrebbe alternato a detergenti a base di acido acetilsalicilico.
In caso di forfora grassa, invece, meglio un prodotto con principi attivi antimicotici, come il ketoconazolo. E ricordare sempre di seguire i tempi di applicazione riportati sui prodotti: sono fondamentali per ottenere un buon risultato.
Utili in generale anche gli shampoo che contengono ciclopiroxolamina, un principio attivo che esercita un’azione fungicida ma è utile anche contro i batteri (stafilococchi, streptococchi e nocardie). La ciclopiroxolamina inibisce il metabolismo energetico delle cellule fungine alterandone la membrana e il citoplasma. Di norma è in associazione a sostanze che hanno un forte potere idratante e lenitivo del prurito come miele quaternizzato, aloe o estratti di camomilla, hamamelis o tè verde.
Come eliminare la forfora: antifungino per bocca
Si raccomanda comunque di confrontarsi sempre con il farmacista o con il proprio medico. I metodi di intervento per curare la desquamazione infatti possono essere anche altri. «Nel caso in cui si soffrisse di dermatite seborroica – precisa Piraccini – la cura da adottare è quella che cerca di contenere gli effetti della malattia. Ma è bene specificare che si tratta di un’infiammazione cronica. Ha degli alti e bassi ma non si può debellare definitivamente». La terapia, prescritta dal medico dopo un’accurata visita, si avvale di prodotti specifici soprattutto a uso topico. «Nelle forme più gravi – conclude la dermatologa – si può prescrivere un antifungino per bocca che ha come obiettivo quello di ridurre l’azione della Malassezia».