Le vacanze devono essere un momento sereno, quindi non dimenticate di fare la lista dei farmaci da mettere in valigia. Certo, speriamo che non servano, ma meglio essere previdenti.
È l’eritema solare l’inconveniente di salute più frequente delle vacanze estive. Lo rivela un’indagine di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione). Questo nonostante la crema protettiva sia il primo prodotto a essere infilato nel trolley delle ferie (dato AstraRicerche). Seguono:
- le punture di meduse e insetti (34%),
- i disturbi gastrointestinali come nausea e diarrea (15%),
- i fastidi intimi causati da una scarsa igiene e dalle abitudini scombussolate (10%).
- All’ultimo posto micosi e otiti (colpa di mare e piscina).
In generale, secondo l’indagine, a circa otto persone su dieci è capitato almeno uno di questi piccoli disturbi durante le ferie. E se in alcuni casi il consulto medico è indispensabile, è buona norma non farsi trovare impreparati e infilare in valigia un piccolo kit completo. Lo fa circa il 43% dei connazionali, precisa il sondaggio. Ma ancora vige tanta confusione su cosa à bene portare e cosa è meglio lasciare a casa, risparmiando spazio in valigia. Abbiamo chiesto agli specialisti le risposte ai dubbi più comuni.
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È possibile stilare un elenco di 10 farmaci da mettere in valigia?
A questa domanda risponde Alessandro Dabbene, medico di medicina generale e componente dell’esecutivo nazionale Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale). «A prescindere da età o altre condizioni patologiche, è sempre consigliabile avere con sé i seguenti prodotti».
- Un antipiretico come il paracetamolo.
- Un antinfiammatorio già utilizzato in passato. Per esempio acido acetilsalicilico, ibuprofene o
diclofenac o ketoprofene. Si possono utilizzare in caso di mal di testa, mal di denti, dolore articolare o muscolare, dolori mestruali. - Un antispastico per le coliche intestinali o i dolori mestruali.
- Un antinausea / antivomito come il metoclopramide o il domperidone, disponibile anche in forma
orosolubile. - Un probiotico/fermento lattico in capsule o bustine, per i disturbi intestinali.
- Un antiacido come l’idrossido di magnesio e alluminio per i disturbi della digestione.
- Una crema per le punture di insetto, gli eritemi solari e le ustioni lievi e localizzate, a base di idrocortisone.
- Un disinfettante a base di cloro o alcol per le piccole escoriazioni della cute.
- Cerotti di scopolamina per il mal d’auto.
- Una crema doposole in caso di arrossamento generale, scottature o ustioni lievi ma estese.
«Questo kit consente di coprire tutti i malesseri lievi più comuni durante le ferie», continua Dabbene. «Non è opportuno portare invece antibiotici o cortisone o altri farmaci per i quali è sempre necessaria una visita medica».
Farmaci da mettere in valigia: sono prodotti adatti al fai-da-te?
«Quando si parla di kit di automedicazione si intendono i prodotti da banco, cioè acquistabili senza ricetta medica». Ovidio Brignoli è medico di medicina generale e vicepresidente della Simg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie).
Vale la regola dei tre giorni: se il disturbo non passa, bisogna andare dal medico
«I farmaci di automedicazione si riconoscono perché riportano sulla confezione un bollino rosso sorridente. Sono sicuri e adatti generalmente a tutti. Nella maggioranza dei casi si tratta di disturbi lievi e passeggeri ma che possono comunque compromettere una vacanza serena. Se però i malesseri durano più di tre giorni, nonostante il ricorso a questi medicinali, si raccomanda di recarsi dal medico.
Non sottovalutate diarrea e febbre, mai l’antibiotico senza aver sentito un medico
Se per esempio un adulto o un bambino con diarrea, nonostante una dieta idrica e l’assunzione di fermenti lattici e farmaci sintomatici, continua ad avere scariche dopo tre giorni o presenta malessere generale, segni di debolezza, bisogna consultare il medico. Stesso discorso in caso di febbre. Se il problema persiste dopo 72 ore o addirittura peggiora, con comparsa di sopore e stanchezza, indirizzarsi a uno specialista è indispensabile. Anche una diarrea prolungata in un paese straniero o una lesione cutanea (ferita, ulcera, ustione) che, nonostante la correttezza pulizia e disinfezione con i presidi suggeriti, presenta segni di infezione (rossore, gonfiore, dolore e secrezioni) sono situazioni che richiedono un tempestivo intervento. Nel kit delle vacanze non trovano posto gli antibiotici per bocca, perché necessitano di prescrizione e non vanno mai usati senza sentire il medico».
Farmaci da mettere in valigia: cosa cambia in base alla destinazione?
«L’elenco fornito va bene per ogni destinazione in Italia», dice Dabbene. «In caso di viaggio all’estero, soprattutto nei Paesi dell’Asia, dell’Africa e del Sud America, è opportuno consultare il proprio medico. Occorre essere pronti per la prevenzione e la cura di un’eventuale gastroenterite acuta, nota come diarrea del viaggiatore, che necessita di disinfettanti intestinali e anti-diarroici più specifici. In caso di Paese in cui non è garantita l’assistenza sanitaria è opportuno discutere con il proprio medico quali altri farmaci portare con sé e come utilizzarli».
Come vanno personalizzati i farmaci da mettere in valigia in base a seconda dell’età e delle condizioni di salute?
«Chi assume già altri farmaci deve essere cauto nell’automedicazione, per il rischio di interazioni tra farmaci», continua Dabbene. «Inoltre alcuni farmaci possono essere controindicati in individui con determinate patologie come gli antinfiammatori nell’insufficienza renale, il paracetamolo nell’insufficienza epatica o il metoclopramide nel morbo di Parkinson».
Come trasportare e conservare correttamente i farmaci da mettere in valigia?
«Il primo consiglio è di non travasare mai tutti i farmaci in un unico contenitore per recuperare spazio nel trolley, ma di lasciarli nelle loro confezioni originali». Carolina Carosio è farmacista e presidente Giovani farmacisti Fenagifar (Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti). «Potrebbe essere utile segnare su un foglio il nome commerciale del farmaco e il principio attivo, fotografare le confezioni, le impegnative del medico e i foglietti illustrativi. Qui trovi tutti gli altri consigli.
Attenzione alla temperatura anche durante il viaggio
Se si viaggia in auto, è bene riporre la borsa con i farmaci nell’abitacolo dove c’è maggiore ricircolo d’aria, anziché nel bagagliaio, dove potrebbero surriscaldarsi troppo. Nel caso di prodotti che devono essere conservati tra i 2 e gli 8 °C, bisogna procurarsi un contenitore termico per medicinali. In aereo è buona norma riporre i farmaci nel bagaglio a mano. Chi è in terapia con farmaci salvavita o con farmaci per cui è richiesta la prescrizione medica deve portare con sé le ricette perché potrebbero risultare un utile strumento in fase di verifica bagagli.
In aereo non dimenticate la regola dei 100 ml
È bene ricordare che i liquidi di volume non superiore a 100 ml possono essere trasportati all’interno del bagaglio a mano e devono essere riposti in una busta di plastica trasparente e richiudibile. Per i medicinali solidi come compresse e capsule non ci sono restrizioni. Se possibile, in viaggio è bene preferire formulazioni solide o in polvere a quelle liquide, perché queste ultime sono più sensibili alle alte temperature. Una volta arrivati va ricordato che, se la temperatura di conservazione è specificatamente indicata, bisogna rispettarla. Se non è specificata, basta conservarli in luogo fresco e asciutto, analogo accorgimento per i dispositivi medici e gli integratori alimentari. Se qualche confezione resta al sole per uno o due giorni non è detto che il caldo ne pregiudichi la qualità. Al momento dell’utilizzo, però, è bene controllare l’aspetto del farmaco e verificare che non appaia diverso dal solito. Attenzione che non abbia cambiato odore, colore o consistenza e che non ci sia la presenza di particelle solide in sospensione o sul fondo».
Come comportarsi in caso di febbre e/o sintomi simil-influenzali?
«Paracetamolo e acido acetilsalicilico si possono prendere, se non si hanno allergie note», risponde Brignoli. «Per il mal di testa, il mal di gola e/o di orecchie vanno bene anche l’ibuprofene e gli altri antinfiammatori non steroidei (Fans) come naprossene, diclofenac, ketoprofene. Attenzione ai sintomi riconducibili a Covid-19 anche in assenza di contatti con soggetti positivi. Rivolgersi subito al medico più vicino e per precauzione evitare i contati con altre persone, oltre a tenere la mascherina».
Farmaci da mettere in valigia: come devono comportarsi gli sportivi?
«Chi è solito trascorrere le vacanze tra partite di beach volley, corse in riva al mare, sfide a tennis o a calcetto può includere nel proprio bagaglio:
- ghiaccio secco,
- farmaci antinfiammatori non steroidei per uso topico,
- farmaci miorilassanti,
- pomate a base di eparinoidi e sostanze capillaroprotettrici, che possono essere usati per favorire il riassorbimento dell’ematoma, specie se esteso.
- Gli antinfiammatori rimediano alle infiammazioni più comuni quali contusioni e tumefazioni, ma anche ferite ed escoriazioni, piccole ustioni e bruciature, dolori articolari o mestruali.
- Quelli per bocca vanno sempre assunti a stomaco pieno per evitare disturbi gastrici, mentre quelli da applicare sulla pelle hanno meno effetti collaterali».
Come comportarsi con le medicine che necessitano di prescrizione medica?
«Non bisogna dimenticare di portare i farmaci con ricetta che si assumono abitualmente, come quelli per la pressione alta, per il cuore o la pillola anticoncezionale», spiega Brignoli. «Vietato sospendere le terapie in corso durante le vacanze, senza prima aver sentito il parere del proprio medico. È vero che alcune terapie possono subire dei cambiamenti, ma solo se stabiliti dal curante. Il caldo per esempio può abbassare pressione anche in soggetti ipertesi. Pertanto la terapia dell’ipertensione con ACE inibitori in associazione con diuretici, spartani, calcio antagonisti, beta bloccanti di altre malattie cardiovascolari potrebbero richiedere un riadattamento, che va stabilito prima della partenza».
Per chi ha malattie croniche
«Le persone che assumono terapie continuative per malattie croniche o per prevenzione dovrebbero munirsi di un foglio, redatto e timbrato dal medico, sul quale dovrebbero essere riportati:
- i nomi dei farmaci (principio attivo e nome commerciale),
- i dosaggi,
- ora e modalità di assunzione.
- Il foglio dovrebbe essere scritto in maniera chiara e comprensibile.
È fondamentale per chi va all’estero e deve affrontare i controlli di frontiera (farmaci come gli oppiacei per il dolore cronico potrebbero creare problemi). In ogni caso bisogna avere con sé i farmaci sufficienti a coprire tutto il periodo della vacanza».
Ci sono medicinali che possono dare effetti indesiderati con l’esposizione al sole?
«Sì», risponde Carolina Carosio. «È bene avvertire il medico prima di partire, se si stanno assumendo farmaci che possono dare reazioni indesiderate con l’esposizione al sole come:
- antibiotici,
- diuretici,
- antidiabetici orali,
- antidepressivi,
- antinfiammatori non steroidei (soprattutto quelli da applicare sulla pelle),
- antistaminici,
- terapie ormonali.
Queste sostanze fotosensibilizzanti, applicate sulla pelle o assunte per bocca, possono causare reazioni fototossiche. I raggi UVA reagiscono con la molecola del farmaco e generano molecole dannose per l’organismo. Oppure reazioni fotoallergiche (coinvolgimento del sistema immunitario) con conseguenti danni tessutali, provocando danni dermici. I sintomi sono gli stessi della scottatura solare:
- arrossamento,
- gonfiore e bruciore,
- fino a vere e proprie ustioni con comparsa di bolle.
Se non è possibile sospendere o rimandare la cura, bisogna evitare l’esposizione durante l’assunzione del farmaco, applicare creme solari e indossare indumenti protettivi in cotone quando si esce di casa. Le donne predisposte al melasma dovrebbero fare attenzione all’assunzione della pillola anticoncezionale. Per alleviare l’eritema si può ricorrere a trattamenti topici ed in caso di gonfiore intenso, la cura è per bocca, sempre sotto la supervisione e prescrizione da parte del medico».
Come adattare il kit alle esigenze dei bambini?
«Il kit di base è adatto anche ai bambini, ma con limitazioni legate all’autorizzazione all’uso dei farmaci e utilizzando dosaggi appropriati, sulla base del peso corporeo. Per le punture di zanzare o le piccoli ustioni vanno bene le creme a base di idrocortisone allo 0.5% (sopra i due anni di età). Per i piccoli che seguono terapie croniche le regole sono le stesse dagli adulti. Lista farmaci compilata in modo completo e chiaro e scorta adeguata dei medicinali».
La crema solare degli adulti va bene anche per i piccoli?
«Premesso che i neonati sotto i sei mesi di età non vanno mai esposti al sole e che, dopo questa soglia di età, l’esposizione deve essere sempre graduale ed evitata nelle ore centrali della giornata, per la spiaggia è consigliabile scegliere un solare specifico per i più piccoli», dice Carolina Carosio. «La loro cute delicata e sottile richiede formule ad hoc, con sistemi filtranti alti (SPF 50). Il prodotto deve essere dermatologicamente testato sulla popolazione pediatrica. Occorre che sia resistente all’acqua e al sudore, formulato senza sostanze potenzialmente allergizzanti come il profumo e possibilmente. Dev’essere anche arricchito con principi attivi addolcenti e lenitivi come aloe vera, acqua termale, bisabololo (un componente della camomilla)».
A chi mi rivolgo in vacanza in caso di dubbi sui farmaci da prendere?
«In genere è sempre presente un servizio di guardia medica turistica. Inoltre i medici di famiglia e i pediatri possono visitare un turista come prestazione occasionale libero professionale», risponde Dabbene. «Per chi si reca all’estero è opportuno portare con sé la tessera sanitaria (valida nei Paesi Europei) o stipulare una polizza sanitaria (soprattutto in caso di viaggi in Paesi in Via di Sviluppo, negli Stati Uniti, in Giappone ecc). In caso di dubbi sulla propria salute quindi è sempre opportuno consultare un medico!»