La difficoltà ad addormentarsi è uno dei tipi riconosciuti di insonnia. Se capita la prima notte in cui ci si trova lontani dal proprio letto si parla di First Night Effect (FNE). Un fenomeno legato al cambiamento di ambiente che ci tiene in allerta da possibili pericoli, influendo negativamente sulla qualità del nostro sonno. Possono passare delle ore prima di abbandonarsi al riposo ma una soluzione per contrastare questa sindrome c’è.
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Prima notte in vacanza e difficoltà a dormire: le cause
Dorelan Research, il comitato di ricerca scientifica autonomo e indipendente, ha puntato i riflettori sulla difficoltà a prendere sonno quando si è lontani dalla propria casa. Secondo l’indagine, che ha coinvolto oltre 1300 persone, 1 intervistato su 2 (60,5%) percepisce che il sonno viene influenzato negativamente dal cambiamento di ambiente. In media, il First Night Effect fa perdere 38 minuti di riposo e aumenta di un quarto d’ora il momento dell’addormentamento.
Sempre secondo il sondaggio, superata la prima notte:
- per il 22% degli intervistati la qualità del sonno rimane invariata;
- il 45,7% sostiene di notare un leggero miglioramento.
Cuscino e materasso diversi
Le principali fonti di disturbo evidenziate sono il cuscino (69,4%) e il materasso (52,7%), a conferma del fatto che si tratta di due alleati fondamentali per assicurare un buon riposo al nostro corpo. Ma il disturbo può presentarsi, molto spesso, se ci rechiamo a casa di un nuovo partner, non solo per l’ambiente diverso e poco familiare. Emozione delle prime sere a parte, piano piano bisognerà abituarsi alla nuova situazione.
Prima notte in vacanza e difficoltà a dormire: come risolvere?
«Il primo vero passo per rendere meno impattante questa condizione è conoscerla e comprenderla. Poi è fondamentale compiere alcune azioni, come mantenere un’elevata qualità dell’igiene del sonno, controllare la luce, la temperatura, il rumore e il materasso ed evitare di modificare gli orari di coricamento e di sveglia», interviene Jacopo A. Vitale, Direttore del Comitato Scientifico Dorelan Research, capo laboratorio e ricercatore del LaMSS dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano.
Secondo Dorelan, esistono diverse soluzioni: la prima è dormire nella stessa stanza più notti, affinché diventi familiare per il nostro cervello. Quando possibile, è opportuno arrivare una notte prima in albergo in modo da avere la certezza di ambientarsi. Le ricerche scientifiche dimostrano, infatti, che la ragione per cui siamo vittime del FNE è dovuta alla necessità di restare svegli e in allerta per difenderci dai potenziali pericoli di un luogo a noi sconosciut
Un altro modo per facilitare l’adattamento è portare da casa qualcosa che ricordi la propria camera. Per esempio avere con sé il proprio cuscino e/o la propria biancheria da letto può facilitare il riposo e rendere più familiare un ambiente diverso dal solito.