Benessere

Creme antibiotiche: ecco cosa si rischia ad abusarne

Per colpa di prescrizioni sbagliate e fai-da-te si rischia l’aumento delle infezioni cutanee resistenti

Un allarme importante è stato lanciato dai dermatologi italiani: attenzione all’abuso di creme antibiotiche. Questa tendenza, dovuta principalmente a fai-da-te e prescrizioni improprie, sta alimentando un preoccupante aumento delle infezioni cutanee resistenti. La denuncia arriva dalla Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e di Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), che in uno studio di un pool di esperti ha redatto un documento di raccomandazioni.

L’ultimo rapporto dell’AIFA conferma che ogni anno in Italia si consumano oltre 278 milioni di dosi di creme antibiotiche, con la gentamicina al primo posto tra le pomate più abusate.

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Abuso di creme antibiotiche: di chi è la responsabilità?

La responsabilità di questa situazione di abuso delle creme antibiotiche arriva dalla pratica clinica e dal fai-da-te. Giuseppe Micali, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Catania, ha condotto uno studio su 1500 specialisti, rivelando che circa il 70% consiglia abitualmente antibiotici topici per le piccole ferite chirurgiche. Solo il 20% prescrive trattamenti idratanti e riepitelizzanti. Questo malcostume contrasta con le linee guida che raccomandano esclusivamente l’uso di antisettici, sia in fase preoperatoria sia postoperatoria.

L’abuso di creme antibiotiche spesso deriva anche dalla comune pratica del fai-da-te. Acquistare pomate topiche è un errore che si può intensificare con l’estate, durante le vacanze, che portano a una vita più attiva e all’aperto. Il motivo? Essendo spesso meno protetti dai vestiti, può capitare di subire punture d’insetto, piccole ferite come tagli, lesioni da trauma o ustioni lievi causate dall’esposizione al sole, che possono essere sovrainfettate da microrganismi. «Anche in questi casi è da evitare una copertura antibiotica empirica e preferire gli antisettici», afferma Stefano Veraldi, professore di Dermatologia e Venereologia presso l’Università di Milano Bicocca.

Abuso di creme antibiotiche: ecco tutti i rischi

Aumenta le infezioni cutanee resistenti

Giuseppe Argenziano, presidente della SIDeMaST e direttore della Clinica Dermatologica dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, spiega che: «l’uso massiccio e improprio di antibiotici locali per le infezioni cutanee superficiali non solo è inefficace ma ha ridotto la sensibilità agli antibiotici come la gentamicina». Studi recenti hanno mostrato una crescente resistenza agli antibiotici topici, soprattutto nel caso di Staphylococcus aureus, un batterio comune nelle infezioni cutanee».

Effetti sulla resistenza agli antibiotici orali

Ma i rischi non si limitano a questo. L’abuso degli antibiotici topici sembrerebbe provocare anche l’aumento delle resistenze batteriche agli antibiotici sistemici. Il monito arriva da Stefano Veraldi, professore di Dermatologia e Venereologia presso l’Università di Milano Bicocca, che ricorda, per esempio, come curare l’acne in maniera sbagliata può non solo peggiorare la patologia stessa, ma anche determinare l’insorgere di problematiche importanti, quali l’antibiotico-resistenza sistemica, che può rappresentare un pericolo anche per future terapie.

Come contrastare l’abuso di creme antibiotiche

La soluzione arriva dagli antisettici

Con l’obiettivo di fermare questa emergenza nasce il documento di indirizzo (in corso di pubblicazione sul Giornale Italiano di Dermatologia), che sottolinea la necessità di ricorrere all’utilizzo esclusivo di antisettici. Per prevenire le infezioni di piccole ferite da trauma e post-chirurgiche, ustioni lievi e lesioni ulcerative. Gli antisettici possono essere sotto forma di:

  • creme;
  • garze;
  • cerotti.

Limitare le creme antibiotiche solo ad alcune circostanze

Il ricorso all’antibiotico topico deve essere limitato a specifiche circostanze, come, ad esempio:

  • l’insorgenza di segni evidenti di infezione locale o sistemica, quali stati febbrili;
  • in presenza di pazienti immunodepressi o con diabete.

Come trattare le infezioni più comuni

Per il trattamento di alcune infezioni comuni l’utilizzo di antisettici è indicato solo per alcuni pazienti e in specifiche situazioni.

Per l’impetigine

«L’impetigine è una infezione batterica della cute altamente infettiva ed estremamente pruriginosa, comune nei bambini di età inferiore ai 10 anni, ma può interessare anche gli adulti», afferma Marco Ardigò, professore di Dermatologia presso Humanitas University di Milano e primario di Dermatologia Oncologica presso IRCCS Istituto Clinico Humanitas, «L’impiego di detergenti e antisettici, come ad esempio quelli a base di poliesanide, è spesso utile per evitare recidive, ma solo se la manifestazione patologica è poco estesa».

Per la follicolite

La follicolite è un’infezione a carico dei follicoli piliferi, generalmente pruriginosa, ma anche dolorosa. Rappresenta una condizione molto comune che spesso coinvolge sedi localizzate come il volto e gli arti. «La terapia delle follicoliti è basata su antibiotici topici con il ricorso a terapie sistemiche», aggiunge Ardigò, «ma in casi specifici, come in presenza di processi infiammatori follicolari, si ricorre ad antisettici».

Per l’acne

Per l’acne, invece, la terapia antisettica è indicata come supporto al trattamento antibiotico prescritto eventualmente dallo specialista.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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