Nessuno mi toglie dalla testa che, se non ci fosse stata quella caduta, ora neanche starei qui a parlarvi di questo fastidioso compagno di vita: il mal di schiena. Avevo circa 14 anni e mentre percorrevo le scale di casa, persi l’equilibrio e feci un volo indescrivibile. Gradino dopo gradino fino a giungere al pavimento, come un sacco di patate, sbattendo l’osso sacro. Non dissi nulla ai miei genitori per non farli preoccupare e poi, a parte l’iniziale indolenzimento, anche io mi dimenticai in breve tempo dell’accaduto.
Il dolore ha iniziato a perseguitarmi
A farmelo tornare alla mente, però, negli anni successivi è stato un dolore continuo nella zona lombare, sopportabile, ma che, comunque, iniziava a diventare un problema. Il malessere si è accentuato soprattutto quando, da ragazzina, lavoravo come hostess in fiere e congressi: costretta a stare tutto il giorno in piedi, dopo un paio d’ore di lavoro sentivo già il bisogno di piegarmi, come a srotolare la colonna vertebrale. In più, all’epoca praticavo danza classica, ma questo tipo di attività non ha giovato alla mia schiena. Anzi, a posteriori potrei dire che ha peggiorato la situazione.
Alla fine mi decido a fare una visita
A ogni modo, tra un antinfiammatorio e un «ma sì, alla fine non è niente di grave», il tempo è passato e il mal di schiena è rimasto lì. Senza una diagnosi e senza una cura. Fino a che una sera, rientrata a casa distrutta dopo aver girato tutta la città a piedi con in spalla
una delle mie pesantissime borse, chiamo lo specialista e prendo appuntamento per una visita. L’ortopedico inizialmente non nota niente di anomalo e pertanto mi prescrive una radiografia, dalla quale emerge un incurvamento della colonna (invisibile a occhio nudo) con lo schiacciamento delle vertebre L4 e L5. Incurvamento, schiacciamento… Sono parole che mi preoccupano, ma vengo rassicurata subito: non è nulla di grave e per di più il medico mi spiega che la curvatura errata della mia schiena probabilmente è così dalla nascita. Gli racconto, inoltre, della caduta, perché le vertebre schiacciate sono proprio quelle vicino all’osso sacro; lui mi spiega che il trauma può aver influito, ma non più di tanto: il mal di schiena è proprio dovuto alla conformazione della mia colonna.
Ho iniziato a praticare pilates
Se la diagnosi è precisa, un po’ meno, però, lo è la cura. Anche perché una vera e propria
terapia non esiste: evitare scarpe piatte e preferire sempre quelle con almeno tre centimetri di tacco; non stare troppo tempo in piedi e abbandonare attività fisiche che implichino salti o movimenti bruschi, come la corsa o lo step. Oltre a questi accorgimenti e alla «fatata» mano dell’osteopata, che con un massaggio mi rimette al mondo, praticare il pilates per un paio d’anni risolve in parte il mio mal di schiena. Questo tipo di disciplina irrobustisce i muscoli addominali della zona lombare e corregge la postura, non solo mentre mentre faccio sport, ma anche durante le attività della vita quotidiana. Secondo l’ortopedico, infatti, questo è l’unico modo per prevenire il dolore ed evitare che, con la vecchiaia, lo schiacciamento delle vertebre possa dare origine a una protusione o a un’ernia.
…Poi sono passata alla ginnastica funzionale
Ultimamente, però, ho sostituito il pilates con una ginnastica a corpo libero, detta ginnastica funzionale. E funzionale lo è sia per il mio mal di schiena che per tutti quei muscoli che non pensavo Madre Natura m’avesse donato. Sono sempre stata molto magra, con una corporatura longilinea e non sono mai riuscita a modellare il mio corpo. Con questo tipo di attività, che svolgo due volte alla settimana con un preparatore personale, sto provando a togliermi i vestiti di Olivia di Braccio di Ferro per indossare quelli di Wonder Woman e devo dire che i risultati sono sorprendenti. In primis perché il mal di schiena è diminuito tantissimo, tanto che alcune volte mi dimentico persino del problema. In secondo luogo perché guardarmi allo specchio e notare gli addominali scolpiti è un incentivo ad allenarmi con costanza, senza sentirmi in colpa poi per un piatto di pasta in più. Inoltre, nonostante sia una una neofita del fitness, vorrei consigliare un esercizio che reputo miracoloso: il plank. Sdraiatevi con la pancia rivolta al pavimento e alzate il busto tenendovi sui gomiti (in linea con le spalle) e sulle punte, rimanete fermi per 30 secondi e ripetete l’esercizio per un paio di volte. All’inizio vi sembrerà molto difficile ma già dopo un paio di volte la muscolatura diventerà più forte e tonica. Parola di pigra.
Christiane Filangieri (testimonianza raccolta da Cinzia Galleri per OK Salute e Benessere)
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