Le cause della perdiata di capelli nelle donne possono essere numerose, ma trascurare il disturbo può portare a situazioni irreversibili. Abbiamo affrontato il problema con la dermatologa Bianca Maria Piraccini, professore associato di Dermatologia all’Università di Bologna ed esperta in malattie dei capelli e delle unghie (puoi chiederle un consiglio).
A tutte le donne è capitato, almeno una volta nella vita, di perdere i capelli. Quali sono le cause?
La caduta dei capelli in maniera più abbondante e ciclica è legata a diversi fattori. Prima di tutto è bene riconoscere il problema, ovvero una perdita sostanziosa di capelli quando ci si spazzola o ci si lava: i capelli vengono via facilmente, come se ci fosse un indebolimento del cuoio capelluto.
È il classico esempio, molto frequente, di Telogene Effluvium Acuto. Le cause vanno ricercate nei due o tre mesi antecedenti la comparsa del disturbo. Una dieta dimagrante, l’esposizione al sole, un periodo particolarmente stressante, un’influenza possono essere tra i responsabili di questa patologia. Anche la carenza di ferro nelle donne è una delle possibili cause, così come il mal funzionamento della tiroide che si manifesta con la perdita di capelli. Una volta scoperta e rimossa la causa, il problema può essere risolto con l’aiuto di integratori specifici e lozioni cosmetiche: in questo caso il fai da te non è così sbagliato, a meno che il disturbo non peggiori e non si risolva a breve.
E quando la caduta dura negli anni?
In questo caso si soffre di Telogene Effluvium Cronico: la perdita di capelli è continuativa o episodica, ma dura negli anni. I sintomi non sono molto evidenti, a parte un diradamento all’altezza delle tempie, ma il paziente lamenta una caduta costante, un differente volume della chioma. Le cause sono sconosciute e principalmente sono colpite le donne mature, dai 45 anni in su.
Come riconoscere nelle donne la calvizie vera e propria ?
Il 40/50 per cento delle donne è affetta da calvizie. L’attaccatura è normale, ma si vede la pelle sotto i capelli, la zona interessata è quella della corona. Questo disturbo è geneticamente ereditario, è spesso presente una familiarità. Ha inoltre bisogno di una diagnosi corretta e di un intervento tempestivo, mentre spesso la donna trascura il problema che non può che peggiorare. Una corretta terapia farmacologica, ad esempio con il Minoxidil sotto forma di lozione da applicare due volte al giorno (per tutta la vita) in sei/sette mesi riporta la situazione alla normalità.
Le cause di questo particolare diradamento dei capelli sono i follicoli di queste aree del capo troppo sensibili all’effetto degli ormoni androgeni. Gli ormoni androgeni sono solitamente normali, o solo relativamente in eccesso, come ad esempio a seguito della menopausa, o possono essere aumentati e la calvizie essere il campanello di allarme, soprattutto se associata ad acne, irsutismo e irregolarità mestruali, a disturbi come la sindrome dell’ovaio policistico.
La chemioterapia può provocare alopecia. Quando si sospende la terapia, i capelli riprendono a crescere?
La perdita di capelli in seguito a trattamento chemioterapico è una delle forme di alopecia. La caduta si manifesta dopo circa due settimane/un mese dall’inizio della terapia e la ricrescita va di pari passo con l’interrompersi della somministrazione dei farmaci. Nel 50 per cento dei casi, però, l’aspetto dei capelli ricresciuti non è più lo stesso: possono diventare crespi, lisci o ricci, e possono variare colorazione. In alcuni casi gli effetti collaterali della chemioterapia sono permanenti, ciò significa che in alcuni punti i capelli ricrescono più radi e non si riacquisisce più la densità di prima.
Che cosa è l’alopecia cicatriziale?
Un’altra forma rara di alopecia, causata da un’infiammazione che distrugge i follicoli piliferi, solitamente quelli in cima alla testa. Il prurito è uno dei sintomi principali, le zone colpite si allargano col tempo e i capelli non ricrescono più. Si può verificare nelle donne in menopausa e la terapia mira a evitare che le chiazze si allarghino ulteriormente. Anche in questo caso un intervento tempestivo può circoscrivere il problema senza danni visibili, che possono incidere negativamente sulla vita sociale e sull’equilibrio psicologico della donna.
Eliana Canova