Piumino, guanti di lana, sciarpa ben avvolta al collo. Ma spesso si dimentica qualcosa: un cappello in testa. «Non solo perché così si tengono sotto controllo problematiche di salute come la sinusite o i dolori cervicali, ma anche perché si offre la giusta protezione ai capelli che, al pari della pelle, vivono l’inverno come un momento difficile, capace di comprometterne l’equilibrio e il benessere», spiega la dermatologa Elisabetta Sorbellini. «Oltre alle numerose evidenze scientifiche che individuano l’estate come la stagione più a rischio per la capigliatura per via dell’azione dannosa dei raggi Uv sui bulbi, responsabile del tipico indebolimento autunnale, non si deve dimenticare che anche l’inverno presenta diverse insidie per il cuoio capelluto e la fibra capillare, da affrontare con un’opportuna strategia di prevenzione e cura».
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I danni del freddo sui capelli
«Gli effetti delle temperature in picchiata si notano innanzitutto a livello del cuoio capelluto, in particolare nella produzione di sebo», spiega la dermatologa. «In alcuni casi la sua composizione può risultare alterata con una prevalenza di sostanze come lo squalene che rendono il sebo più aggressivo e favoriscono la comparsa di fenomeni irritativi, peggiorando condizioni patologiche come la dermatite seborroica e favorendo la produzione di forfora grassa». Anche su una cute sana, comunque, il freddo fa danni. Al diminuire di ogni grado della temperatura le ghiandole sebacee del cuoio capelluto riducono la produzione di sebo del 10% circa. «Se questo può far gioco ai capelli grassi, nel caso di capelli normali, o peggio ancora secchi per natura oppure inariditi perché maltrattati, una minor produzione di sebo apre la strada a una secchezza che rende vulnerabile la fibra e finisce per romperla nelle sue parti più deboli come le punte», continua l’esperta.
Se poi all’esterno il pericolo è rappresentato dal gelo, all’interno è il caldo secco dei locali riscaldati a peggiorare la condizione della chioma. «A risentirne in modo particolare è la fibra», spiega Elisabetta Sorbellini. «L’aria secca dei riscaldamenti, insieme ai bruschi passaggi dal caldo al freddo, accentuano l’evaporazione dell’acqua, componente chiave anche per il capello; se alla disidratazione si aggiunge la ridotta quantità di sebo si ha chiaro perché sia più frequente in inverno una condizione di aridità e impoverimento che rende la fibra non solo più opaca e ruvida, ma anche più fragile e maggiormente soggetta a rotture».
A peggiorare la situazione ci pensa lo smog
Inverno vuole dire anche smog che nelle metropoli raggiunge tassi particolarmente elevati. «Siamo di fronte a un’ulteriore, ripetuta aggressione con risvolti negativi sul benessere della chioma», conferma la specialista. «Il fusto del capello, infatti, è come un tetto a tegole capace di assorbire tutto ciò che è presente nell’atmosfera, l’umidità, le polveri sottili e le sostanze inquinanti». Analisi specifiche hanno verificato che dopo un’intensa esposizione ad anidride carbonica, PM10 e ozono i capelli risultano destrutturati, senza dimenticare che le polveri sottili possono fungere da mezzo di trasporto per metalli e agenti chimici che arrivano così fin nel cuore delle cellule indebolendo la fibra. «Possono scatenare inoltre a livello del cuoio capelluto reazioni infiammatorie che provocano prurito e arrossamento andando a peggiorare condizioni come la dermatite seborroica oppure possono stimolare la produzione di sebo accentuando problemi come la forfora», specifica Elisabetta Sorbellini. Senza trascurare il fatto che da un punto di vista estetico gli inquinanti, depositandosi sulla chioma, la appesantiscono e la rendono spenta e opaca.
I rimedi contro i danni causati dal freddo
Per far fronte a tutte queste problematiche serve innanzitutto offrire giusta protezione alla chioma. «Il cappello funziona, a patto che sia di lana o di cachemire, fibre naturali che permettono la giusta traspirazione del cuoio capelluto e non troppo aderente in modo da evitare dannosi ristagni di calore e di umidità», spiega Elisabetta Sorbellini. Per proteggere le lunghezze, in particolare dallo smog, possono venire anche in aiuto oli, creme senza risciacquo e spray ad azione filmogena, ideali per creare sul capello un’invisibile pellicola isolante.
«In genere durante l’inverno si tendono a diradare i lavaggi», commenta la dermatologa. «Eppure per preservare l’equilibrio della chioma durante la brutta stagione la mossa vincente è proprio quella di prevedere una detersione frequente che porti via impurità, polveri e inquinanti che si depositano sul cuoio capelluto e sulle lunghezze». Come in qualsiasi altro momento dell’anno la qualità dello shampoo è fondamentale. «Dev’essere delicato per non aggredire la fibra e ad azione restitutiva così da ripristinare il film idrolipidico del capello e mantenerlo protetto e idratato», continua l’esperta.
«Nel caso di problematiche specifiche come la dermatite seborroica o la forfora si possono usare shampoo medicati, sempre su consiglio del dermatologo che ne sa definire la giusta frequenza d’impiego», commenta Alessandra Vasselli, cosmetologa Aideco (Associazione italiana dermatologia e cosmetologia), docente di scienze e tecnologie cosmetologiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. «All’azione di pulizia ne andrebbe poi sempre fatta seguire una di rigenerazione profonda per riparare i danni provocati dal freddo e dallo smog. Il balsamo va previsto a ogni lavaggio alternandolo con maschere scelte in formule particolarmente generose che elenchino tra gli ingredienti alte percentuali di oli e burri vegetali come quelli di argan, avocado, jojoba, babassu e karité». Particolarmente utili si rivelano nella stagione invernale gli oli per capelli. «Contengono un cocktail di oli vegetali capaci di contrastare la secchezza e la ruvidezza della fibra restituendole elasticità e luce: si possono usare a capello umido e asciutto, sulle punte soprattutto, ma anche sulle lunghezze, purché in piccole dosi e mai sulle radici per evitare che si appesantiscano», prosegue la cosmetologa. «Gli oli puri, ad esempio di argan e di cocco, sono perfetti anche per un impacco restitutivo da prevedere una o due volte la settimana in base alla condizione più o meno compromessa della chioma». Si distribuiscono sulle lunghezze, si lasciano agire per un paio di ore e si portano via con un lavaggio delicato.
Operazione detox con lo scrub per capelli
Per il viso, per il corpo e ora anche per i capelli. «Lo scrub si annovera da poco nell’elenco dei prodotti destinati alla cura del cuoio capelluto», spiega la cosmetologa Alessandra Vasselli. «Con la sua texture granulosa, serve a eliminare in profondità le impurità, gli inquinanti, i residui di formule per il trattamento e lo styling che rimangono intrappolati a livello della cute e ne ostacolano l’ossigenazione». Per quanto particolarmente utile in inverno, mai comunque esagerare con la frequenza: basta una volta al mese per i capelli normali, due per quelli grassi. Per usare al meglio il prodotto è bene sciacquare prima velocemente i capelli per portare via lo sporco superficiale, massaggiare lo scrub sulla testa con delicati movimenti circolari dei polpastrelli, sciacquare abbondantemente e procedere con la consueta routine di cura del capello.