Bellezza

La skincare coreana è davvero migliore delle altre?

Il successo dei marchi che arrivano dall'Asia è impressionante: solo ottimo marketing, o hanno una marcia in più?

Quali sono le regole della skincare coreana? Dalle maschere in tessuto ai cushion, dalle BB alle cica-cream. Dalla glass skin, la pelle effetto vetro trasparente e “rugiadosa” alla jello skin, la cute elastica e polposa, perfettamente idratata.

Un eccezionale successo commerciale

Le tendenze e le innovazioni cosmetiche più significative degli ultimi anni sono tutte targate Corea. Sbarcata negli States nel 2012 e arrivata poco dopo in Europa, la K-beauty ha conosciuto un vero e proprio boom tra il 2015 e il 2017 per perdere poi di popolarità sulla scia di un minimalismo nei gesti di cura dettato dalla pandemia.

Gruppo San Donato

Oggi è tornata in auge, spinta verso un successo senza confronti anche dai social, in particolare da Tik Tok che ogni mese registra più 18 milioni di visualizzazioni con l’hashtag #Kbeauty. A dare conferma di un’ascesa inarrestabile sono le stime sul valore della K-beauty che nel 2022 ha fatturato oltre 5 miliardi di dollari e si prevede che entro il 2032 raggiunga i 12,6 (fonte Statista) posizionandosi in cima all’industria cosmetica del mondo asiatico.

Le regole della skincare coreana hanno millenni

«Quella che per semplicità si definisce skincare coreana, richiamata di continuo oggi sui social dalle influencer del mondo beauty, è una pratica millenaria che affonda le sue radici in una concezione tradizionale, olistica e per così dire spirituale, della cura di sé tipica del mondo orientale», precisa la dottoressa Alessandra Vasselli, cosmetologa Aideco, Associazione italiana dermatologia e cosmetologia, e docente di Scienze e tecnologie cosmetologiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Già presente nel 50 avanti Cristo

Fa eco Veronica Visconti, estetista, fondatrice di Hellabe, shop online di skincare coreana: «Si sono trovate tracce di trattamenti di bellezza realizzati in Corea già nel 50 a. C. con quanto la natura offriva, dalla semplice acqua di riso ai fagioli tritati usati come detergente, dalle uova fermentate impiegate come creme nutrienti fino a pregiati oli estratti da fiori come la camelia. Lo stesso confucianesimo, promuovendo un concetto di bellezza esteriore come riflesso di quella interiore, indirizzava verso un’attenzione costante alla cura di sé. Pelle candida e
capelli lucenti erano attributi imprescindibili per le classi elevate ma anche per il popolo che per ottenerli faceva tesoro degli scarti usando, ad esempio, la crusca di riso come esfoliante per schiarire e illuminare l’incarnato».

Tra le regole della skincare coreana, l’ossessione per un viso perfetto

Partita da molto lontano, l’attenzione alla cura di sé resta ancora oggi primaria in Corea del Sud dove la bellezza fisica continua a essere considerata un valore e un aspetto fondamentale su cui investire per affermarsi. L’obiettivo è essere “momjjang”, avere cioè un corpo e un viso perfetti, per riuscire nella vita, nel matrimonio come nella professione.

Non è un caso, infatti, che un coreano su tre sotto i 40 anni si sia sottoposto a un intervento di chirurgia estetica e che il ritocco alle palpebre sia il regalo più richiesto per i 18 anni. Ma nonostante chirurgia e medicina estetica vadano per la maggiore, il ricorso alla cosmetica resta per i coreani la strada privilegiata verso la bellezza, dando così una forte spinta a un mercato che, a fronte di una popolazione di poco più di 50 milioni di abitanti, si posiziona tra i primi dieci al mondo (nella top ten, all’ottavo posto, troviamo anche
l’Italia).

Gli ingredienti utilizzati

Sono tanti gli ingredienti utilizzati:

  • il ginseng, potente tonificante ad azione antietà,
  • l’acqua di riso,
  • la propoli,
  • il veleno d’ape,
  • la bava di lumaca,
  • la centella asiatica riparatrice,
  • gli estratti ricavati da erbe, piante e fiori, spesso inseriti nelle formulazioni dopo un processo di fermentazione, una metodica che in Corea ha radici lontane perché usata da sempre per produrre il kimchi, piatto tradizionale di verdure fermentate con spezie, e capace di favorire la penetrazione degli attivi e rafforzarne l’efficacia.

Le regole dalla skincare coreana: i passaggi da adottare

La K-beauty è una pratica di bellezza articolata e complessa che punta al mantenimento del naturale equilibrio della cute con un forte accento sull’antiage.

La doppia detersione

«Pilastro della skincare coreana, la pulizia del viso prima con uno struccante oleoso e poi con un detergente a risciacquo, oggi viene eseguita solo la sera, non due volte al giorno come da rituale e per di più viene suggerita solo alle pelli miste e grasse», continua Alessandra Frontini, fondatrice dell’e-commerce di cosmesi coreana My Beauty Routine. «Le proposte coreane che arrivano sul mercato italiano sono tantissime e vanno scelte sempre in base al proprio tipo di pelle e alle necessità che variano in base all’età, al luogo dove si vive, alle abitudini di cura».

L’essenza

«Formula “cerniera” tra la detersione e la cura vera e propria, cocktail di estratti naturali spesso fermentati ad azione idratante, addolcente, stimolante e illuminante, l’essence rappresenta il quinto step», commenta Frontini. «Si può usare da sola nel caso di una pelle mista e grassa oppure applicarne più di una in successione secondo il principio del layering cosmetico d’ispirazione coreana, per rafforzare la barriera protettiva nelle cuti più aride e segnate»

Maschere

Prodotti iconici della K-beauty, le maschere hanno conquistato il mondo con i loro pack divertenti e
coloratissimi e con le loro formulazioni innovative. «Primi a lanciare le sheet mask, le pratiche maschere in tessuto, i coreani concentrano oggi l’attenzione sulla ricerca di tessuti che non siano solo un supporto per veicolare gli attivi ma essi stessi funzionali al risultato che si desidera ottenere», commenta Garofano. Come nel caso delle maschere “fantasma” così chiamate perché realizzate con fibre di collagene che, rese sottilissime da una nanotecnologia brevettata e dalla tecnica dell’elettrofilatura, vengono assorbite dalla pelle e letteralmente spariscono al termine del tempo di posa.

La protezione solare

Solari sempre più evanescenti adatti alla vita cittadina e formule ibride che schermano e insieme perfezionano, come il fondotinta con spf 50 premiato per l’innovazione all’ultimo Cosmoprof, testimoniano la puntuale attenzione del mondo coreano verso la protezione solare. «Gesto che anche per noi dovrebbe diventare abitudine, a conclusione della skincare quotidiana, in qualsiasi periodo dell’anno», conclude Vasselli.
Testo di Alberta Mascherpa

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