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Il grasso di manzo funziona davvero per la cura della pelle?

Il sego di manzo, un ingrediente tradizionalmente utilizzato in cucina, di recente ha acquisito popolarità anche come prodotto per la skincare

Negli ultimi tempi, grazie anche ai trend virali sui social e al crescente interesse per la skincare naturale, ha iniziato ad attirare l’attenzione un ingrediente insolito: il beef tallow. Scopriamo cos’è, perché si usa e se spalmarlo sulla pelle apporta davvero dei benefici.

Beef tallow: cos’è?

Il beef tallow, conosciuto in italiano come sego di manzo, si ricava facendo sciogliere lentamente il grasso bovino, che poi viene filtrato per eliminare le impurità e lasciato raffreddare fino a diventare solido. Tradizionalmente usato in cucina, ad esempio per friggere o arrostire i cibi, recentemente ha guadagnato popolarità sui social media, come TikTok, dove numerosi utenti suggeriscono di utilizzarlo come rimedio per la cura della pelle, elogiandone le proprietà.

Perché si usa per la cura della pelle?

Ricco di acidi grassi, come l’acido oleico, palmitico, stearico e linoleico, il beef tallow è anche fonte di nutrienti, tra cui le vitamine A, D, K, E e B12. Alcuni consumatori sostengono che possa alleviare condizioni come la pelle secca, contribuendo a mantenerla morbida e ben idratata, oltre a calmare eventuali infiammazioni e migliorarne l’aspetto generale.

Potenziali benefici, limiti e controindicazioni

Una revisione del 2024 ha evidenziato che il sego possiede effettivamente proprietà idratanti e umettanti. Ma ha anche rilevato che altri composti esaminati in studi comparativi, come l’olio di semi di zucca e l’acido linoleico, sono risultati più efficaci sotto questo aspetto. Inoltre, la revisione ha indicato che potrebbe offrire benefici in caso di pelle secca, dermatiti, psoriasi o piccole ferite.

Tuttavia, gli autori sottolineano che sono necessarie ulteriori ricerche su campioni più ampi per confermare con certezza gli effetti nel lungo periodo, su diversi tipi di pelle e disturbi cutanei. In particolare, evidenziano che dovranno essere ulteriormente studiati gli eventuali effetti collaterali legati all’uso topico del sego. Questo sarà fondamentale per valutarne la reale efficacia e sicurezza.

Beef tallow: funziona davvero?

In conclusione, sebbene molte persone sostengano di aver tratto beneficio dall’uso del beef tallow sulla pelle, la ricerca attualmente disponibile è ancora limitata e non fornisce evidenze che ne attestino gli effetti. Alcuni dermatologi invitano infatti alla cautela, sottolineando che non tutte le pelli potrebbero reagire allo stesso modo a questo tipo di ingrediente.

Come riporta National Geographic, Samantha Karlin, dermatologa certificata della Louisiana, ha spiegato che le persone con pelle a tendenza acneica o sensibili ai prodotti di origine animale potrebbero avere sfoghi cutanei o reazioni allergiche. «Ho sentito pazienti dire che hanno pensato che se potevano mangiarlo, avrebbero potuto usarlo sulla loro pelle. Sebbene in teoria sembri una buona idea, sfortunatamente, come dermatologi vediamo molte dermatiti allergiche da contatto a ingredienti o alimenti “naturali” che vengono utilizzati sulla pelle».

Anche se molti ingredienti naturali possono sembrare apparentemente sicuri o addirittura innocui, è fondamentale ricordare che non sempre “naturale” è sinonimo di migliore. Al contrario, utilizzare prodotti testati e specificamente formulati per la pelle garantisce maggiore sicurezza. Per evitare rischi, è sempre consigliabile evitare il fai da te e consultare un dermatologo, soprattutto in presenza di particolari condizioni o patologie dermatologiche.

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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