Su internet spopolano consigli di skincare e sono facilmente reperibili in commercio cosmetici con i più disparati principi attivi. Di fronte a tutta questa scelta si rischia di applicare prodotti che non sono adatti al proprio tipo di pelle e talvolta, di recarle un danno. A questo proposito, ci sono degli accorgimenti di cui spesso si sente parlare nel settore cosmetico che permettono di riparare o rafforzare la barriera cutanea. Ma di cosa si tratta esattamente? Ne abbiamo parlato con Mariuccia Bucci, dermatologa e presidente dell’ISPLAD (International-Italian Society of Plastic-Regenerative and Oncologic Dermatology).
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Cos’è la barriera cutanea e a cosa serve?
«Tutti gli strati della pelle concorrono alla sua protezione. Quelli più esterni formano una barriera protettiva contro gli agenti nocivi e le aggressioni ambientali. La pelle per proteggere tutto l’organismo ha delle difese naturali. La barriera cutanea non è altro che un film idrolipidico costituito, come dice la parola, da acqua e lipidi. In più c’è anche un mantello acido che dona alla pelle il pH leggermente acido. Questo fa sì che ci sia una flora cutanea che ci difende dagli agenti patogeni esterni», spiega la dottoressa.
Come capire quando la pelle è danneggiata?
«La pelle non ha più la capacità di trattenere le sostanze essenziali, come per esempio l’acqua. Questa disidratazione la rende vulnerabile e proprio per questo, più sensibile. Di solito diventa secca e contestualmente si verificano fenomeni di prurito e rossori. Una sensazione tipica è quella di avere la “pelle che tira”».
Gli errori da evitare nella skincare
Come specificato dall’esperta, «influiscono molto fattori come una detersione inappropriata o una pulizia della pelle eccessivamente “sgrassante”. Oppure un abuso di prodotti cosmetici con attivi che risultano troppo aggressivi. Anche un’esposizione prolungata al sole senza una protezione dai raggi UV, l’esposizione a sostanze irritanti o un utilizzo inadeguato di acidi esfolianti possono provocare un’alterazione del film idrolipidico. In generale, è meglio non esagerare con l’uso di acidi o di retinoidi, spesso impiegati da chi ha la pelle impura e magari affetta da acne. Altrimenti non applicarli tutti i giorni ma calibrare la frequenza in base alla pelle. Quando parliamo di barriera cutanea la prevenzione è fondamentale».
Ripristinare la barriera cutanea
La pelle in linea di massima deve essere curata anche a seconda del tipo. Se una pelle è secca e disidratata logicamente ha bisogno di ripristinare il film idrolipidico che è stato alterato, quindi la specialista suggerisce che «è bene smettere di usare prodotti con attivi molto aggressivi. Utilizzare l’acqua tiepida anziché calda e prediligere prodotti privi di sostanze irritanti. La barriera si può rigenerare grazie a cosmetici contenenti acidi grassi, ceramidi, acido ialuronico, che possono essere comunque un ottimo complemento nella beauty routine. Anche un’alimentazione ricca di vitamine e di acqua è sicuramente importante».
I benefici dei cosmetici con prebiotici e postbiotici
«Esiste un film di batteri che formano il microbiota cutaneo. Ci sono dei microrganismi che convivono con l’organismo umano con la funzione di difenderci dagli agenti patogeni e quello più analizzato è stato il microbiota intestinale. Molto più recentemente si è studiato anche il biofilm della pelle, perché è importante che l’ecosistema batterico sia in equilibrio per mantenere la barriera cutanea integra. Nelle formulazioni di molte creme si sono aggiunti i prebiotici o i postbiotici che vanno ad alimentare i batteri buoni», continua la dermatologa.
Conoscere la propria pelle
«Questo bene prezioso va preservato facendosi consigliare da persone esperte. Le tendenze di internet possono essere fuorvianti, ma le routine vanno differenziate: texture leggere vanno meglio per le pelli miste, mentre per le pelli secche le formule devono essere un pochino più ricche anche di lipidi, dato che ne hanno maggiore carenza. Una pelle sensibile a volte può non tollerare i peeling meccanici, ma solo quelli enzimatici che sono più delicati. Bisogna cercare di fare più prevenzione che ripristino affinché la salute della barriera idrolipidica resti intatta» è la raccomandazione di Mariuccia Bucci.
«Ci sono pelli con una barriera cutanea non ben sviluppata (ad esempio quelle atopiche) che sono più suscettibili di quelle normali perché meno protette e quindi sempre più esposte ai fattori esterni. La barriera cutanea può essere riparata, ma i tempi di recupero dipendono ovviamente dall’entità del danno e dalla scelta di prodotti giusti», conclude.
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