Sarà capitato a tutti di avere difficoltà a concentrarsi quando si è circondati da un rumore fastidioso, voci o urla. Lavorare, studiare o anche solo scrivere in un ambiente chiassoso, infatti, può essere complicato e se in un ufficio è più facile ottenere silenzio, non si può dire la stessa cosa di una classe piena di bambini dai 6 ai 10 anni.
In occasione della Giornata internazionale degli studenti, che si celebra il 17 novembre 2016, gli esperti lanciano un allarme proprio sul legame tra l’eccesso di decibel nelle scuole italiane e la riduzione delle capacità di apprendimento dei bambini.
Nelle classi del nostro Paese, infatti, a causa del brusio, delle chiacchiere, dello stridere del gesso sulla lavagna, delle sedie e dei banchi che strisciano sul pavimento si superano spesso e volentieri i 70 decibel (in alcune città, invece, l’inquinamento acustico supera i 90 decibel).
Studi recenti dimostrano che un eccesso di rumore può impattare negativamente sul rendimento degli allievi, non solo diminuendo le loro capacità mnemoniche, ma peggiorando anche la loro comprensione dei testi e delle lezioni.
A volte, però, la colpa non è solo di studenti e insegnanti: il 12% delle scuole italiane, infatti, si trova vicino a un aeroporto, il 9% è nei pressi di un’autostrada e l’8% si trova a un chilometro da una zona ad alto inquinamento acustico.
Forse è per questo che oggi quasi 1 adolescente su 5 convive con un disturbo uditivo da rumore che, se non identificato e trattato, si associa a scarsi risultati scolastici e nel lungo periodo potrà tradursi in basse performance lavorative e quindi in minori opportunità professionali (scopri qui come proteggere il tuo udito).
Ma cosa accade esattamente a livello cerebrale? La continua esposizione ai rumori può indurre il rilascio di cortisolo: un eccesso di questo ormone compromette la funzione nella corteccia prefrontale, impattando negativamente sul ragionamento, sul controllo degli impulsi e sulla capacità di pianificazione.
Ma non solo, perché la corteccia prefrontale ha anche un ruolo nelle capacità mnemoniche a breve termine. Inoltre, lo stress derivante da un continuo rumore di sottofondo può far diminuire i livelli di dopamina, impattando in maniera negativa sull’apprendimento e sulla memoria.
Per tutti questi motivi, secondo Claudia Aimoni, professoressa del Dipartimento di Scienze biomediche e chirurgico specialistiche dell’Università di Ferrara, «l’importante oggi è abbassare i decibel nelle scuole».
In che modo? Per esempio si può incentivare l’uso delle lavagne elettroniche e posizionare feltrini sotto le sedie e i banchi, ma anche educare i bambini a tenere un volume di voce medio-basso e, per quanto riguarda le maestre, cercare di non urlare per sovrastare il brusio dei bambini.
Tra gli accorgimenti più ambiziosi, come è stato fatto all’Istituto Cavalieri di Milano grazie al supporto di Amplifon e di Ecophon Saint-Gobain, quello di ricorrere all’applicazione di pannelli fonoassorbenti per una vera e propria insonorizzazione delle aule scolastiche.
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