E’ la conseguenza di uno stile di vita troppo sedentario, che porta i bambini a essere oggi troppo grassi fuori, nell’aspetto, e anche dentro, nel fegato. Infatti un bambino su dieci, in Europa, soffre di steatosi epatica, un accumulo di lipidi nelle cellule dell’organo che può degenerare in cirrosi già nell’adolescenza. A fronte di una crescente epidemia di sovrappeso e obesità, che negli ultimi anni ha messo in allarme pediatri e genitori, questa volta però non sembra che la dieta da fast-food sia il principale responsabile del fegato grasso non-alcolico (ovvero non associato all’abuso di alcol) ma bensì lo scarso interesse per i giochi all’aria aperta.
Lo hanno sottolineato i ricercatori britannici del King’s College Hospital Paediatric Liver Center che, in occasione del congresso annuale di epatologia appena conclusosi a Londra, hanno presentato i risultati di uno studio condotto in collaborazione con l’Università del Surrey: la malattia epatica è più frequente se i bambini hanno valori di vitamina D molto bassi. I 120 bambini coinvolti nella ricerca hanno mostrato un deficit cronico di vitamina D nel corso dei 12 mesi e non solo in inverno, la stagione in cui si ritiene normale un lieve calo nei valori di questa vitamina, la cui produzione è principalmente mediata dalla luce del sole. La colpa sarebbe, quindi, della vita da pantofolai che conducono oggi molti bambini. «Una deficienza di vitamina D e un sempre maggior numero di casi di rachitismo sono legati all'epidemia di obesità – scrivono gli autori – con molti bambini che scelgono di giocare in casa invece che all'aperto, e anche da un uso eccessivo delle creme solari». Stime recenti confermano che la steatosi epatica sta rapidamente diventando una malattia comune nei paesi occidentali, colpendo quasi un terzo degli europei.
a cura della Redazione