Quanto fa 2+2 ? Quattro salti. E quante sillabe ha la parola “tavolo”? Tre capriole. Non siamo in una scuola di matti, ma in una classe dove le lezioni sono movimentate, nel vero senso della parola: invece che studiare soltanto sui libri, un paio di volte a settimana lo si fa praticando un po’ di attività fisica. Un connubio vincente, come hanno sperimentato 24 classi di 12 scuole elementari in Olanda. Lo dimostrano i risultati pubblicati dai ricercatori dell’Università di Groninga sulla rivista Pediatrics.
La sperimentazione ha coinvolto 500 bambini di circa 8 anni: metà di loro ha continuato a studiare con i metodi tradizionali, mentre l’altra metà ha inserito l’attività fisica nelle lezioni di matematica e di lingua, per sessioni di circa 30 minuti ripetute tre volte alla settimana.
I risultati a due anni di distanza sono stati sorprendenti. I bambini che avevano unito l’apprendimento e l’attività fisica, avevano punteggi migliori sia nei test di matematica che in quelli di ortografia: le loro performance erano superiori a quelle dei compagni, come se fossero stati più avanti nel programma di circa quattro mesi.
Le lezioni “fisicamente attive”, dunque, sembrano funzionare, anche se non si è capito perfettamente perchè. Forse lo sport migliora l’ossigenazione del cervello e la sua efficienza? Oppure è la novità introdotta nelle lezioni che ha in qualche modo attirato l’attenzione dei bambini? Nell’attesa che i ricercatori scoprano anche questo, ci piacerebbe tanto poter dire “provate per credere”, ma dobbiamo affrontare la dura realtà delle scuole italiane, dove non sempre si trovano spazi e attrezzature adeguate per l’attività fisica dei bambini. Chissà che ricerche di questo genere non spingano chi di dovere a darsi una mossa.
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