Se finora sfuggire alle allergie sembrava impossibile e il loro esordio nell’infanzia o sviluppo poco prevedibile (i figli degli allergici sono più predisposti rispetto agli altri bambini), oggi sappiamo che è addirittura possibile prevenirle: con l’assunzione di probiotici, come i lactobacilli e i bifidobatteri presenti in alcuni alimenti tra cui lo yogurt, durante gravidanza, allattamento e primo anno di età del bambino.
Dopo 15 anni di ricerche sul legame probiotici e allergie pediatriche, con risultati spesso controversi, oggi l’Organizzazione Mondiale per le Allergie (WAO) ha finalmente chiuso il cerchio presentando all’Ospedale Bambino Gesù di Roma le nuove linee guida internazionali per le allergie pediatriche, pubblicate sul WAO Journal. «La novità assoluta è la prevenzione delle allergie», commenta Alessandro Fiocchi responsabile di Allergologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che ha coordinato i lavori accanto a Ruby Pawankar, past-president WAO e professoressa di Allergologia al Dipartimento di Pediatria della Nippon Medical School a Tokyo. «Dal 2000 ad oggi sono stati pubblicati oltre 1500 studi sul tema, 30 dei quali sono stati ritenuti validi e sottoposti a meta-analisi: tutti i dati raccolti in queste indagini sono stati analizzati statisticamente, rivalutati e posti a confronto con placebo. Il risultato di questa analisi profonda è che utilizzare probiotici riduce di la frequenza di allergie nei bambini, del 9 per cento se assunti dalla mamma in gravidanza, del 15 per cento se assunti durante l’allattamento e del 5 per cento se assunti dal bambino fino al primo anno di età».
I probiotici sono capaci di ripopolare la mucosa intestinale che, per abitudini alimentari e stile di vita scorretti, rimane ‘scoperta’ da batteri. La capacità di questi microrganismi ‘buoni’ di influire sullo sviluppo e sulla funzionalità del sistema immunitario è stata ampiamente dimostrata in numerosi studi. È proprio sul legame stretto tra flora intestinale e difese immunitarie che fa leva la strategia preventiva approvata dalla WAO. Nei bambini predisposti ad allergia si è osservato che la flora intestinale è molto povera di alcune specie batteriche e questo sembra essere determinante per l’innesco delle prime reazioni allergiche. Con l’aiuto dei probiotici si esercita, invece, un’azione protettiva e si impedisce all’organismo di riconoscere come nemiche delle sostanze che in realtà non lo sono, ovvero che diventi allergico.
Tutti a prendere probiotici, quindi? «La raccomandazione si applica alle mamme che hanno già un rischio allergico, quindi alle donne allergiche o con partner allergico o con già altri figli allergici – chiarisce Fiocchi – Da oggi verrà suggerita l’assunzione di probiotici anche alle donne già a partire dal primo trimestre della gravidanza, o meglio ancora da quando hanno conferma di essere in attesa, e alle mamme durante l’allattamento. Questo significa che servirà l’impegno di tutti, istituzioni e aziende comprese, per rendere accessibile la strategia preventiva e che i protagonisti delle allergie pediatriche saremo ancora noi pediatri ma dovranno scendere in campo anche i ginecologi». Gli esperti della WAO proseguiranno ora le loro valutazioni scientifiche anche su prebiotici (sostanze contenute negli alimenti utili alla flora intestinale, come fibre e inulina) e vitamina D, entrambi con potenziali benefici nella prevenzione delle allergie.