Le avvisaglie ci sono tutte, ma la data sul calendario è in anticipo rispetto alla scadenza: sarà un parto prematuro? Un timore comune a tutte le donne in gravidanza, difficile però fare delle previsioni anche tra gli stessi medici: quando ci sono segnali evidenti, si tende a ospedalizzare le gestanti ma solo il 5 per cento di loro darà davvero alla luce un bebè entro dieci giorni dal ricovero. Con un nuovo test del sangue, messo a punto dai ricercatori del Mount Sinai Hospital di Toronto, sarà possibile stabilirlo con maggiore certezza: se l’esito è positivo, la donna partorirà entro le successive 48 ore.
Oggi si effettua già un altro tipo di esame, quello della fibronectina fetale, una glicoproteina individuabile nelle secrezioni vaginali (tramite un tampone) che indica lo scollamento delle membrane amniotiche dalla parete dell’utero e, quindi, l'imminente parto. Un metodo utile per selezionare le gestanti realmente a rischio ma non del tutto accurato. Il nuovo test canadese, invece, si basa su marcatori genetici: i risultati dello studio, pubblicato su PlosOne, confermano che un insieme di nove geni, in associazione ad altri parametri nel sangue, può stabilire con più sicurezza il parto imminente. Un’accurata valutazione di questo rischio può migliorare le strategie di intervento sulle nascite pre-mature, ancora oggi ad alto tasso di complicanze e mortalità.
a cura della Redazione