La radice di liquirizia è un’alleata della salute della bocca, il suo infuso ha proprietà antinfiammatorie utili per chi soffre di disturbi gastrici e il suo principio attivo, la glicirrizina, può aiutare ad alzare i livelli della pressione quando ci sentiamo un po’ deboli e senza forze. Se da un lato le proprietà benefiche della liquirizia sono molte, dall’altro gli esperti raccomandano da anni di non abusarne perché il suo consumo non solo può generare ipertensione, cefalee e crisi epilettiche (come è successo nel marzo 2015 a un bambino di Bologna), ma può anche avere conseguenze negative sullo sviluppo del feto durante la gravidanza.
Lo studio
A stare attente alle quantità di liquirizia, quindi, devono essere anche le donne incinte, perché, secondo uno studio condotto all’Università di Helsinki, il consumo di grandi quantità può avere effetti nocivi a lungo termine sullo sviluppo del feto, e sarebbe correlato a problemi di memoria e a peggiori performance cognitive da adolescenti. Durante la ricerca, pubblicata sull’American Journal of Epidemiology, sono stati presi in esame 378 ragazzi di un’età media di 13 anni. Una parte di loro aveva avuto mamme che consumavano grandi quantità di liquirizia in gravidanza (oltre 500 mg di glicirrizzina a settimana che corrispondono in media a 250 g di liquirizia); un’altra parte mamme che ne consumavano poca (meno di 249 mg di glicirizzina a settimana) e la terza parte mamme che non ne consumavano.
Più liquirizia, meno sviluppo cognitivo
Dai risultati è emerso che i ragazzi che erano stati esposti a grandi quantità di liquirizia nel grembo materno eseguivano i test cognitivi e di ragionamento peggio degli altri, con addirittura uno scarto pari a sette punti di quoziente intellettivo. Gli stessi, effettuavano peggio anche degli esperimenti finalizzati a misurare la loro memoria e, secondo le testimonianze dei genitori, avevano anche più problemi relativi al disturbo da deficit di attenzione e iperattività rispetto agli altri. Tra le ragazze, invece, gli effetti negativi si riscontravano sulla pubertà, che iniziava prima.
La colpa è della glicirrizina
Come per gli altri effetti negativi generati dall’abuso di liquirizia, anche in questo caso la colpa è della glicirrizina. Il principio attivo, nonché dolcificante naturale della liquirizia, intensifica l’effetto del cortisolo (l’ormone dello stress) inibendo l’enzima che lo rende inattivo. Nonostante il cortisolo sia importante per lo sviluppo del feto, quando è in grandi quantità diventa dannoso.
Cosa consigliano gli esperti
Se le donne in gravidanza dovrebbero evitare di consumare liquirizia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce come soglia di sicurezza per tutte le altre persone una quantità inferiore ai 2 milligrammi per chilogrammo di peso al giorno.
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