Le donne che prima di rimanere incinte sono obese accorciano l’aspettativa di vita dei loro bambini. L’allarme arriva da una ricerca dell’Università di Hasselt in Belgio che dimostra una forte correlazione tra un alto indice di massa corporea della madre e la longevità dei suoi figli.
L’indice di massa corporea (o BMI dall’inglese Body Mass Index) si usa per valutare se si è sottopeso, normale, sovrappeso od obeso. Nonostante il suo impiego presenti delle limitazioni (non tiene ad esempio conto del sesso e non permette di distinguere la massa magra dalla massa grassa) si tratta del metro di valutazione più utilizzato.
Calcolarlo è semplice: basta dividere il peso, misurato in kg, per l’altezza al quadrato, misurata in metri. In pratica se sono alto 1,70 metri e peso 70 chili devo dividere 70 per 1,70 x 1,70. Si è sottopeso se il risultato è sotto 19, normali se si è tra 19 e 24, sovrappeso tra 25 e 30 e obeso sopra 30.
Ma cosa c’entra il BMI dalla mamma con quanto a lungo vivranno i suoi figli? La colpa sta tutta nei telomeri, che sono una parte essenziale delle cellule umane e condizionano l’età cellulare. Per capirci si possono paragonare ai rinforzi di plastica che ci sono alla fine delle stringhe delle scarpe, utili per impedire che i lacci si sfaldino. Ecco i telomeri allo stesso modo sono la chiusura delle eliche del DNA e sono importanti per prevenire eventuali danni.
Le cellule si riproducono continuamente. Ogni volta che una cellula si riproduce il DNA resta intatto, mentre i telomeri diventano più corti. I telomeri più lunghi permettono alle cellule di dividersi più spesso. Se diventano troppo corti per lavorare, causano un invecchiamento cellulare e smettono di funzionare correttamente. Generalmente si accorciano con l’età, anche se possono diventare più corti a causa dello stress, del fumo, della sedentarietà e di una dieta sbagliata. L’accorciamento dei telomeri è legato a tutti gli aspetti dei processi di invecchiamento.
I ricercatori belgi hanno ora condotto uno studio sulla lunghezza dei telomeri nei neonati. I risultati del loro lavoro sono stati pubblicati sulla rivista scientifica BMC Medicine. Lo scopo della ricerca era proprio quello di stimare i possibili effetti dell’obesità della madre nei neonati sulla lunghezza dei telomeri.
Per raggiungere il loro obiettivo l’équipe di scienziati ha analizzato il DNA di più di 743 bambini le cui mamme avevano tra i 17 e i 44 anni. Ogni punto in più di indice di massa corporea delle mamme, accorcia i telomeri di circa 50 basi, corrispondenti a circa 1,6 anni di vita. Per le donne più obese l’accorciamento è risultato pari a circa 17 anni.
«Questa è solo una stima, e la longevità dipende anche da come il bambino viene cresciuto – sottolineano gli autori – ma lo studio dimostra che questi bambini partono svantaggiati, con meno basi da perdere nei telomeri». Il prossimo passo sarà studiare l’effetto dell’obesità dei padri.
Francesco Bianco
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