Che lo stile di vita durante la gravidanza fosse importante per la salute del nascituro già si sapeva. Ora uno studio inglese dà una conferma in più: è ciò che si mangia, addirittura molto prima di programmare una gravidanza, a influenzare il corredo genetico del futuro figlio e la predisposizione ad alcuni disturbi e malattie.
Già individuato negli animali, il meccanismo con cui si attuerebbe questa interferenza ‘a distanza’ è la cosiddetta metilazione del DNA: alcuni composti chimici, derivanti anche da nutrienti come folati o vitamine B2, B6 e 12, sono capaci di legarsi ai geni e possono disattivarli. Per dimostrarlo nell’uomo, i ricercatori del MRC International Nutrition Group, con base alla London School of Hygene & Tropical Medicine, hanno condotto un esperimento unico nel suo genere, nelle aree rurali del Gambia. Coinvolgendo oltre 2 mila donne, sono state selezionate solo le donne incinta che avevano concepito durante la stagione delle piogge o durante la stagione secca. Questo perché il clima influenza significativamente l’alimentazione nei villaggi africani, basata esclusivamente sui prodotti agricoli stagionali. Preso nota della dieta delle partecipanti e delle conseguenti concentrazioni di alcuni nutrienti nel sangue, gli studiosi hanno poi eseguito dei test sul sangue e su campioni di follicoli piliferi (dai capelli è possibile analizzare il DNA) sui neonati, tra i 2 e gli 8 mesi di età. I bambini concepiti durante la stagione delle piogge hanno rivelato un maggiore grado di metilazione dei sei geni analizzati, e questo è stato correlato con la diversa concentrazione di alcuni nutrienti nell'organismo delle mamme prima della gravidanza.
Ancora non chiare le conseguenze effettive di questi genisulla salute del neonato, quando accesi o spenti. «La nostra ricerca, ancora in corso, conferma che il meccanismo di metilazione può essere interrotto da carenze nutrizionali e che questo può condurre a diversi disturbi – spiega Andrew Prentice, a capo del Nutrition Theme nella sede africana del progetto – Il nostro obiettivo ultimo è definire una dieta ottimale per le future mamme in modo da prevenire questi difetti di metilazione. L’integrazione con acido folico è già un esempio di prevenzione di anomalie embrionali, ora puntiamo a elaborare un mix di nutrienti più completo». La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.
Cinzia Pozzi