«Uffa, ma quanto manca?». Che siate mamme e papà alle prime armi o genitori con esperienza plurima e pluriennale, sapete molto bene che questa frase, all’apparenza così innocente, può essere preludio di guai anche seri. Tanto è piacevole, infatti, la compagnia di un piccolo viaggiatore sereno, tanto può diventare sgradevole quella di un bimbo in preda alla stanchezza e alla noia (non è difficile incontrarne, soprattutto in estate, in aeroporti, stazioni e autogrill). Inoltre, viaggiare può comportare dei rischi per la sicurezza dei più piccoli, che devono essere necessariamente valutati.
Bisogna partire preparati
L’unico modo per evitare che ogni vostro spostamento con i figli si trasformi in un incubo (per voi e per i vostri vicini) è quello di partire preparati. «Prima d’intraprendere qualsiasi tipo di viaggio è bene pianificare per tempo ogni dettaglio, nel rispetto del benessere e della salute dei bambini, in base alla loro età e al mezzo con cui ci si sposterà», avverte Luisa Galli, past president della Società italiana di infettivologia pediatrica. «Due regole valgono su tutte: mai partire con un bebè con meno di 48 ore di vita e consultare per tempo il pediatra di famiglia qualora sia presente una storia clinica particolare».
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Affrontare il viaggio in automobile
«Potrebbe sembrare una raccomandazione banale, ma purtroppo non lo è: i bambini di statura inferiore ai 150 centimetri (o sotto i 12 anni) devono essere sempre assicurati ai sistemi di ritenuta omologati e adeguati al loro peso», spiega la pediatra.
La legge dice che:
- I bebè fino a circa dieci chili vanno collocati nel cosiddetto ovetto, da installare in senso contrario a quello di marcia.
- I bambini fino ai 18 chili negli appositi seggiolini, mentre i più grandi possono usare un rialzo (con schienale obbligatorio se l’altezza è inferiore ai 125 centimetri).
- In caso di noleggio dell’auto, ricordarsi di segnalare per tempo all’agenzia di cosa si ha bisogno.
- Non viaggiate mai con i bambini in braccio e assicuratevi che anche i ragazzi più grandi (di solito i più restii) indossino correttamente le cinture di sicurezza.
«Bisogna poi mantenere un’aerazione del veicolo adeguata (attenzione al getto dell’aria
condizionata, che non dev’essere diretto), con una temperatura che non scenda al di sotto dei 22-23 gradi, soprattutto in presenza di neonati, che hanno una termoregolazione diversa da quella degli adulti», continua Galli. L’ideale sarebbe viaggiare nelle ore meno calde, di sera o di notte, quando i bambini, dormendo, risentono meno dello stress dello spostamento; se questo non fosse possibile, programmate almeno una sosta ogni due ore o suddividete il tragitto in tappe. Clicca qui per scoprire gli errori più comuni commessi dai genitori quando si maneggia un seggiolino.
Cosa fare se il bambino soffre di mal d’auto?
«In caso di cinetosi (mal d’auto), evitare di allattare i neonati appena prima della partenza e somministrare ai bambini una dieta leggera e solida (crackers, grissini, un pezzo di formaggio grana), ricordandosi che leggere o giocare con i videogiochi in auto peggiora sensibilmente la situazione», aggiunge l’esperta. «I farmaci per ridurre nausea e vomito (anticinetosici e antiemetici) vanno evitati al di sotto dei 12 anni». Se la meta è a quote elevate (sopra i 2.000 metri di altitudine) e viaggiate con bambini al di sotto dei 12 mesi, dovrete prevedere numerose soste perché l’organismo del piccolo si possa adattare. Il mal di montagna acuto, infatti, è una patologia frequente in età pediatrica, e può causare, nei giorni successivi, irritabilità, anoressia, nausea, vomito e disturbi del sonno.
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Affrontare il viaggio in aereo
«È preferibile far volare i neonati dal settimo giorno di vita», consiglia Galli. «In generale, l’aereo è sconsigliato in caso di interventi chirurgici recenti, malattie respiratorie croniche severe e otiti in fase acuta. In quest’ultimo caso, in particolare, le variazioni di pressione in cabina potrebbero causare molto dolore. Infine è bene ricordare che, nel rispetto degli altri passeggeri, i bambini con malattie esantematiche in corso (varicella, scarlattina, morbillo, rosolia), estremamente contagiose, per legge non dovrebbero essere portati in comunità, e quindi tantomeno in uno spazio ristretto come l’aereo».
Per aiutare i bimbi a non risentire del tipico fastidio alle orecchie provocato dagli sbalzi pressori, bisogna indurli a deglutire. A seconda dell’età, si può ricorrere a varie strategie: ciuccio o allattamento nei bimbi molto piccoli, uso del chewing gum, che stimola la salivazione, in quelli più grandi.
Per minimizzare, invece, i sintomi da jet lag (alterazioni del ritmo sonno-veglia, disturbi dell’attenzione, malessere generale) in caso di voli intercontinentali, è utile preparare i bambini qualche giorno prima, variando di un paio d’ore l’orario di addormentamento serale (anticipare se si va verso est, posticipare se si va verso ovest). In questo contesto, prestare attenzione se si debbono somministrare ai bambini farmaci a orari prestabiliti, per esempio l’insulina nel bambino diabetico (chiedere eventualmente aiuto al pediatra).
Affrontare il viaggio in nave
Per i problemi di nausea e vomito, molto frequenti quando si viaggia in nave (specialmente se il mare è mosso) valgono le stesse regole consigliate per l’automobile, con un suggerimento in più: durante la navigazione è meglio, se possibile, uscire con i bambini sul ponte esterno, in posizione centrale per evitare l’effetto pendolo. Qualora non fosse possibile stare fuori, cercate di coricare i bambini in posizione semi sdraiata, sempre al centro della nave. Se si tratta di una lunga traversata, prendete seriamente in considerazione l’opzione della navigazione notturna in cabina. Infine, se pensate sia utile per la vostra tranquillità (e per la sicurezza dei bambini, soprattutto i più vivaci e curiosi), valutate l’idea di applicare ai vostri figli un braccialetto di riconoscimento con nome e numero di telefono.
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Affrontare il viaggio in treno
È il mezzo che, generalmente, dà meno problemi ai bambini di qualsiasi età. Uniche
raccomandazioni, far viaggiare i bambini nel senso di marcia, per scongiurare la nausea, e accompagnare sempre i più piccoli per mano, onde evitare cadute in caso di brusche frenate del mezzo.
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