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Covid e bambini: ecco cosa scatena la risposta infiammatoria

Una ricerca darà la possibilità di fare una diagnosi precoce e di agire velocemente contro questa nuova malattia

Se ne sta parlando da mesi ormai, da quando dalla Gran Bretagna i pediatri hanno segnalato a partire dal mese di aprile l’aumento dei casi di una strana infiammazione che colpiva i bambini. All’inizio si parlava di malattia di Kawasaki, poi si è capito che era diversa. Questa nuova malattia infiammatoria sistemica è stata chiamata Multisystem Inflammatory Syndrome in Children o sindrome multisistemica infiammatoria. Il rapporto tra Covid e bambini è sempre più al centro dell’attenzione del mondo scientifico, vista anche la riapertura delle scuole.

Covid e bambini: la sindrome multisistemica infiammatoria

Ora un team di ricerca dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, insieme a colleghi del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno dapprima identificato il profilo immunologico di questa malattia, comprendendone meglio il funzionamento. La conseguenza diretta sarà quella di poter creare dei test specifici per la diagnosi precoce di questa malattia e mettere a punto terapie ad hoc. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell.

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I sintomi principali di questa malattia sono:

  • vasculite,
  • disturbi a cuore e intestino,
  • aumento dei livelli di infiammazione.

Questo sintomi sono molto simili alla malattia di Kawasaki. Ecco perché i medici erano stati tratti in inganno all’inizio della pandemia.

Covid e bambini: differenza tra questa sindrome e la malattia di Kawasaki

I ricercatori hanno messo sotto osservazione 101 bambini. Tredici avevano contratto la forma multisistemica infiammatoria, 41 avevano Covid, 28 erano affetti dalla malattia di Kawasaki prima della pandemia. Infine, 19 erano sani. Sia i bambini con la forma multistemica, sia quelli con la malattia di Kawasaki presentavano dei cambiamenti nelle citochine, che aumentano quando c’è un’infiammazione e quindi una risposta immunitaria. C’erano però delle differenze sostanziali. La principale differenza nei due gruppi era l’alta presenza di autoanticorpi nei bambini affetti dalla forma multisistemica infiammatoria. Gli autoanticorpi sono anticorpi che colpiscono il tessuto cardiaco o altri tessuti dell’organismo. Sono loro a causare il danno ai vasi sanguigni e al cuore.

Ora sarà più facile arrivare a una diagnosi precoce

Proprio la scoperta di questi diversi marker consentiranno di avere una diagnosi precoce di questa malattia. In questo modo i medici riusciranno a capire velocemente quali siano i bambini che possono andare incontro a questa patologia. La conferma arriva dal dottor Paolo Palma, responsabile di Immunologia Clinica e Vaccinologia del Bambino Gesù e dello studio. «Questi risultati rappresentano un’importante scoperta anche per scegliere in maniera più accurata e basata su evidenze scientifiche i protocolli per la cura dell’infiammazione sistemica correlata all’infezione da SARS-CoV2 e alla malattia di Kawasaki».

Covid e bambini: cosa cambia per le terapie 

Anche le terapie potranno giovare dei risultati di questo studio. I medici potranno trattare i bambini che sviluppano questa malattia con immunoglobuline ad alte dosi. In questo modo sarà possibile limitare le conseguenze degli autoanticorpi. Si potrà utilizzare l’anakinra. Si tratta di un principio attivo immunodepressivo. Contestualmente si potrà usare il cortisone nella fase precoce per inibire l’infiammazione secondaria a danno dei vasi sanguigni.

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