Gli amichetti condividono tutto, anche le paure. Quando parlano fra loro, i bambini si trasmettono pensieri e convinzioni che modificano il loro comportamento: i maschietti tendono ad amplificare le loro reazioni agli stimoli paurosi, mentre le femminucce tendono a tranquillizzarsi di più. E’ quanto dimostra un nuovo studio britannico pubblicato su Behaviour Research and Therapy.
Il termometro della paura
I ricercatori della University of East Anglia hanno intervistato oltre 200 bambini tra i 7 e i 10 anni prima e dopo aver mostrato loro alcune immagini di due marsupiali australiani sconosciuti ai più e caratterizzati da sembianze un po’ inquietanti. Le foto erano accompagnate da due brevi testi: il primo descriveva gli animali in maniera un po’ ambigua, mentre il secondo li additava come animali minacciosi. Le reazioni di ansia e paura dei bambini sono state misurate anche in un secondo momento, dopo che avevano avuto l’opportunità di discutere delle loro sensazioni con un amichetto dello stesso sesso o del sesso opposto.
Il “contagio” delle idee
I risultati dimostrano che i bambini legati dall’amicizia si influenzano a vicenda, assumendo reazioni simili agli stimoli paurosi: queste si amplificano quando la discussione avviene fra due amichetti di sesso maschile, mentre le convinzioni paurose tendono a scemare quando il confronto avviene tra due bambine.
Scoperta utile per i bimbi ansiosi
«Il nostro studio indica chiaramente che gli amici possono condividere pensieri negativi alimentandoli», spiega la ricercatrice Jinnie Ooi. «Grazie a questa scoperta – aggiunge – potremo definire nuove strategie di intervento che tengano conto degli amichetti per modificare i pensieri dei bambini in terapia. Potrebbe essere utile anche chiedere ai piccoli pazienti con disturbi d’ansia di identificare eventuali amici che potrebbero alimentare i loro pensieri negativi, suggerendo nuovi modi per discutere di queste paure con i coetanei».
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