In Italia il 20,9% dei bambini è in sovrappeso e il 9,8 è obeso. Sono dati allarmanti, ma che cosa possono fare, in concreto, i genitori? Quali sono le corrette regole da seguire a tavola? Abbiamo affrontato l’argomento con la dottoressa Ersilia Troiano, dietista presso la Direzione Servizi Educativi e Scolastici del Municipio III di Roma Capitale e Presidente ANDID (Associazione Nazionale Dietisti) e con il dottor Ruggiero Piazzolla, pediatra di famiglia di Barletta e referente nazionale area nutrizione della Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri).
La Federazione Italiana Medici Pediatri è impegnata in uno studio osservazionale, volto a “scattare una fotografia” sulle abitudini alimentari dei bimbi italiani. Quali sono queste abitudini?
Parliamo spesso di dieta mediterranea, ma in realtà questo modello alimentare è sempre meno seguito nei paesi che paradossalmente ne rappresentano l’origine, con abitudini che stanno peggiorando in maniera preoccupante, anche nei bambini.
Dallo studio IDEFICS iniziato nel 2006 è emerso che il 57% dei bambini svedesi risulta avere l’apporto più elevato di frutta, verdura e cereali rispetto agli altri europei. Gli italiani sono soltanto secondi (37.5%), seguiti dai tedeschi (35.1%).
La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha messo in cantiere il progetto “Costruiamo il futuro”, uno studio osservazionale che raccoglie dati di tipo qualitativo e quantitativo su un campione molto ampio di bambini residenti in tutte le regioni italiane, proprio per fornire ai genitori consigli appropriati in tema di nutrizione e corretti stili di vita.
Basti pensare all’abitudine al consumo di bevande zuccherate (41% dei bambini), al non consumo di frutta e verdura (25%9) e alla sedentarietà (35% guarda la TV e/o videogiochi per più di 2 ore al di). Tutto ciò contribuisce a quella che viene definita “epidemia obesità”: in Italia il 20,9% dei bambini è in sovrappeso e il 9,8% è obeso. In totale più del 30% della popolazione infantile è interessata al problema. L’eccesso di peso nei bambini può determinare una serie di effetti negativi sullo stato di salute e sullo sviluppo psicologico. Tra le conseguenze più frequenti quelle cardiovascolari e metaboliche, prime tra tutte ipertensione, iperlipidemie e ridotta tolleranza al glucosio. In aggiunta, l’obesità infantile rappresenta un fattore di rischio indipendente di obesità in età adulta.
Un primo passo per insegnare ai genitori a migliorare l’alimentazione dei propri figli: che cosa bere durante i pasti?
Il primo passo è capire che sono le abitudini alimentari della famiglia a condizionare quelle dei bambini. Le preferenze e le scelte dei genitori, così come l’abitudine di mangiare insieme, almeno una volta al giorno, rappresentano fattori importanti per permettere ai bambini di acquisire le giuste abitudini a tavola.
Che cosa bere durante i pasti? Non c’è che una risposta: acqua, meglio se del rubinetto. L’acqua è l’unica “bevanda” sana, adatta ai bambini e agli adulti.
Spesso nei più piccoli non si riesce a contenere o evitare l’utilizzo di succhi di frutta, bevande zuccherine (a base di cola, tè) e “acque aromatizzate”: queste bevande apportano una quantità di zuccheri “aggiunti” significativa. Zuccheri che, secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, andrebbero ridotti drasticamente.
Nelle bevande per bambini è largamente utilizzato il fruttosio, che ha un alto potere dolcificante e che, nell’immaginario comune, richiama la frutta e quindi un concetto di “naturale” e “genuino”. Di fatto, il suo valore energetico è sovrapponibile a quello degli altri zuccheri e pertanto non vi è alcuna indicazione a preferire bevande a base di fruttosio nei bambini. Il consiglio è di limitarle drasticamente, abituando i bambini a un consumo “occasionale”, associato a feste o ricorrenze particolari.
Attenzione anche agli yogurt da bere, che sono alimenti veri e propri e non bevande, e come tali vanno inseriti in un’alimentazione quotidiana adeguata ed equilibrata.
Le porzioni: qual è la quantità corretta per i più piccoli? È vero che consumano troppe proteine?
Qualsiasi eccesso, e non soltanto quello proteico, può fare male. Le persone mettono in tavola alimenti, ed è pertanto da lì che bisogna partire per costruire scelte di consumo sane per l’intera famiglia.
Ancora troppo diffuso è il luogo comune che i bambini debbano “mangiare tanto per crescere”: così facendo, non soltanto si genera un eccesso energetico e di principi nutritivi (proteine e grassi in primis) ma, soprattutto, si abituano a mangiare troppo rispetto alle loro reali esigenze. Basti pensare che, generalmente, le porzioni raccomandate e adeguate per i più piccoli sono più o meno la metà di quelle di un adulto e che le porzioni servite nelle mense scolastiche, vengono considerate dai genitori inadeguate e “affamanti”. Non soltanto “quanto” ma anche “cosa”: l’alimentazione dei bambini dovrebbe essere povera di alimenti “ultraprocessati” (snack salati e dolci, salse da condimento, prodotti a base di carne, pesce o verdure – bastoncini, crocchette di vario genere, cotolette). In primis, il loro potere saziante è inferiore rispetto ai loro “equivalenti” convenzionali, come verdure, carne e pesce. Inoltre, il profilo nutrizionale di questi prodotti è generalmente sbilanciato soprattutto verso i grassi e il sale, che pure nei bambini andrebbe limitato.
Parliamo di prima colazione.
Un ritmo dei pasti regolare rappresenta la prima “garanzia” di un’alimentazione sana e adeguata: è stato dimostrato che i bambini che consumano regolarmente la prima colazione hanno un peso più basso dei loro coetanei che non la consumano, proprio perché quest’abitudine è associata a uno stile alimentare più regolare e adeguato.
Ricordando sempre che il buon esempio è la prima regola per educare i bambini, è importante, ad esempio nel fine settimana, fare colazione tutti insieme. Nel menù è buona regola includere almeno un alimento del gruppo del latte e derivati (latte o yogurt), un alimento del gruppo dei cereali (pane, biscotti secchi, cereali, fette biscottate), ma anche un cucchiaino o due di marmellata (al posto delle creme da spalmare a base di cioccolato). Evitare di aggiungere zucchero o preparati solubili a base di cioccolato al latte, abituando pian piano i bambini al sapore naturale del latte. Il miele può sostituire la marmellata o lo zucchero, ma attenzione a non esagerare pensando alle sue virtù salutistiche: rimane pur sempre un alimento a elevato potere energetico da consumare in piccole quantità.
Gelati, biscotti, cioccolatini: qual è la merenda giusta?
Nonostante debba rappresentare il pasto più leggero della giornata, è quello più a rischio di errori nutrizionali. La merenda dovrebbe coprire solo il 5-10% del fabbisogno giornaliero: dunque, circa 100 calorie per i bambini dai 3 ai 5 anni, 120 per quelli di 6 e 7 anni, 140 calorie intorno agli 8/9 anni e 180 dai 10 ai 13 anni.
Considerato che una bibita zuccherina e un sacchetto di patatine piccolo apportano ben oltre 300 calorie, con un carico notevole di grassi, zuccheri e sale, è facile capire come, quotidianamente, merende poco adeguate possono generare eccessi energetici e nutritivi che possono portare ad aumento di peso e all’alterazione del ritmo di fame e sazietà.
Una merenda troppo ricca non permette al bambino di arrivare a tavola con il giusto appetito, determinando l’impoverimento dei pasti principali. A sua volta, se il bambino non mangia a sufficienza a tavola, tenderà a chiedere di mangiare fuoripasto: si genera in tal modo una pericolosa alterazione del ritmo dei pasti, aspetto cui sin dall’infanzia è importante dedicare la giusta attenzione.
Piccole porzioni di pizza o focaccia (al massimo 30-40 grammi), di preparazione artigianale o fatta in casa, yogurt, un panino (30/40 grammi) con prosciutto o marmellata, cracker o crostini non salati possono essere valide alternative. Così come la frutta secca non salata o zuccherata, (circa 30 grammi) mentre, d’estate, un mini gelato alla frutta o al cioccolato. Gli snack dolci e salati disponibili in commercio non vanno criminalizzati, ma scelti con attenzione, tra quelli che garantiscono un apporto energetico adeguato e una lista d’ingredienti “non troppo lunga”. Anche torte e dolci fatti in casa possono andare bene, a patto che le porzioni siano adeguate: al di là della “genuinità” infatti, i dolci fatti in casa non sono esenti dall’apportare calorie, zuccheri e grassi.
Eliana Canova
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