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Bambini e riposo notturno: ecco come metterli a dormire

Di fronte ai capricci dei piccoli che non vogliono andare a nanna, spesso i genitori si trovano impreparati. In loro soccorso, gli espeti dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma

Consigli per i genitori

Consigli per i genitori

“Ancora dieci minuti”, “Non te ne andare”, “Ho paura!”. Quante volte i genitori si sentono ripetere queste frasi (o suppliche) dai propri bambini prima di andare a dormire? Tante, perché spesso i piccoli sono restii a prendere sonno e fanno fatica a separarsi da mamma e  papà per stare da soli nella lo loro stanzetta. Come per gli adulti (siete sicuri di dormire bene?), però, anche per i bambini il sonno è un bisogno vitale, che serve a mantenere il corretto sviluppo cognitivo. I disturbi più frequenti in età pediatrica consistono nella difficoltà ad iniziare e mantenere il sonno e i risvegli multipli notturni. Un problema, quello dell’insonnia, che colpisce tra il 10 e il 30% dei bambini.

«Mamma, ho sonno!»

Cosa possono fare i genitori? In loro soccorso arrivano i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che nel magazine digitale A scuola di Salute dell’IBG (Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente) ha stilato le buone pratiche da osservare per combattere le resistenze dei figli quando bisogna andare a letto.

Gruppo San Donato

Regolarità negli orari

Regolarità negli orari

Il primo consiglio è quello di definire un orario, sempre lo stesso, in cui si deve andare a dormire. Soprattutto nei neonati, infatti, la regolarità del sonno esprime la capacità di adattarsi alla routine di addormentamento proposta dai genitori nel corso dei primi mesi. Anche per gli adulti, infatti, non c’è niente di più sbagliato che seguire ritmi di sonno-veglia irregolari.

Dormire da solo

Dormire da solo

È sempre bene far addormentare il bambino nella sua stanza ed evitare di prenderlo in braccio per spostarlo dal letto di mamma e papà al suo. Se il bambino non vuole dormire da solo, ci si può avvicinare al suo letto e leggergli una favola per esorcizzarne le paure. Se il sonno non arriva, allora sarà necessario allontanarsi, ma rimanere nelle sue vicinanze e rassicurarlo dicendogli che non ce ne andremo finché non si addormenterà. Secondo un’indagine di febbraio 2016, infatti, in Italia un bambino su tre dorme poco e i più piccoli restano nel lettone.

Poca luce e nessun rumore

Poca luce e nessun rumore

Inoltre, l’ambiente in cui dorme nostro figlio deve essere il più silenzioso e il meno illuminato possibile. Se il piccolo ha paura del buio, si può ricorrere alla figura del facilitatore, rappresentato ad esempio da un punto luce nella stanza, da un orsacchiotto di pelouche, oppure dalla coperta preferita.

Qualche concessione

Qualche concessione

Non bisogna imporre solo regole e limitazioni. Se il bimbo vuole dormire senza troppe corperte o se, al contrario, preferisce indossare un pigiamone a cui è affezionato, lasciateglielo fare. Tra le concessioni, non rientra quella del tablet: vietatelo assolutamente prima di andare a dormire e limitatene l’uso durante la giornata, perché i bambini che usano il touchscreen dormono meno.

Non correte subito da lui

Non correte subito da lui

Vi sentite chiamare ripetutamente nel cuore della notte senza un motivo reale? Non accorrete subito da lui, ma rassicuratelo a distanza. Precipitandovi immediatamente nella sua stanza non farete altro che confermare le sue paure nello stare da solo.

Attenzione a russamenti
o apnee ostruttive

Attenzione a russamenti o apnee ostruttive

Quando un bambino russa non bisogna dare per scontato che sia sempre e solo a causa di un raffreddore. Il russamento, infatti, rappresenta il sintomo più lieve e frequente tra i disturbi respiratori ostruttivi del sonno ed è causato dall’ingrossamento di tonsille e adenoidi, ma anche da obesità, malformazioni cranio-facciali e malattie neuromuscolari.

Le apnee ostruttive del sonno e gli esami da fare

Nel 37% dei casi il russamento può provocare apnee ostruttive del sonno. Studi recenti hanno dimostrato che il disturbo può creare perfino problemi al sistema cardiovascolare, con aumento dei valori della pressione arteriosa. Tra le visite approfondite che si consiglia di fare c’è la polisonnografia, l’esame diagnostico di riferimento in cui è previsto un ricovero in centri specializzati. Nel corso dell’accertamento si analizzano i segnali cardiorespiratori (per identificare le apnee) e quelli elettroencefalografici (per riconoscere i vari stadi del sonno). Le apnee ostruttive notturne possono anche essere legate alle malocclusioni, cioè le chiusure non corrette delle arcate dentali. Un pericolo che insorge già a 5 anni di età ed è legato alla contrazione del palato, che può ridurre il passaggio d’aria attraverso le vie aeree superiori.

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