Quali sono i “mostri” marini che possono entrare in contatto con i più piccoli, intenti a sguazzare tra le onde? A spaventare i bambini non ci sono solo le temutissime meduse: le mamme e i papà che scelgono una località marittima per le loro vacanze devono sapere che sul fondale esistono anche altri animali che possono pungere, creare irritazione alla pelle e provocare fastidio o dolore. Ecco cosa fare in caso di incontro ravvicinato con questi spiacevoli esemplari.
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Medusa
Sembra un polipo rovesciato, ha un aspetto gelatinoso, colori scintillanti, filamenti fluorescenti. I suoi tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle, che causa irritazioni cutanee dolorose, gonfiore e arrossamento. Per avere questa reazione, non è necessario essere sfiorati dalla medusa: basta solo entrare in contatto con il liquido urticante che libera attraverso i suoi filamenti.
Cosa fare in caso di contatto?
Per prima cosa verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e, nel caso, eliminarle delicatamente con le mani. Se non si dispone di medicamenti, può essere utile far scorrere acqua di mare sulla parte interessata per tentare di diluire la sostanza tossica non ancora penetrata. La medicazione corretta consiste nell’applicazione di gel astringente al cloruro d’alluminio, che ha un’immediata azione anti-prurito e blocca la diffusione delle tossine (bisognerebbe averlo sempre con sé in vacanza).
In mancanza di questa pomata, si può usare una crema al cortisone anche se ha un effetto più ritardato (entrano in azione dopo 20-30 minuti dall’applicazione). Evitare di grattarsi o di strofinare la sabbia sulla parte dolorante.
Non usare medicazioni con ammoniaca, aceto, alcool o succo di limone: peggiorerebbero la situazione. Se dopo il contatto la reazione cutanea si diffonde e compaiono difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento, chiamare immediatamente il 118.
Tracina (o pesce ragno)
La tracina è un pesce che vive sui fondali sabbiosi ma è difficile intravederla perché riesce a mimetizzarsi con la sabbia. Per questo può capitare che un bambino (ma anche un adulto) appoggi inavvertitamente un piede sui suoi aculei, posizionati sulla pinna dorsale. Gli aculei penetrano nella pelle e rilasciano una tossina che causa un dolore immediato. La zona colpita si arrossa e si gonfia, possono comparire formicolii, perdita di sensibilità, nausea, vomito e febbre.
Cosa fare in caso di puntura?
Per prima cosa bisogna sciacquare la parte colpita con acqua dolce e subito dopo è necessario estrarre gli aculei conficcati nella pelle. Si consiglia di infilare il piede (o la zona interessata) sotto alla sabbia calda perché il calore distrugge il veleno e ne blocca la diffusione nell’intero arto. È assolutamente vietato usare il ghiaccio e l’ammoniaca.
Razza
La razza è dotata di una coda con una punta tagliente e seghettata che può infliggere piccole “frustate” molto dolorose, che causano irritazione, gonfiore, arrossamento e bruciore diffuso.
Cosa fare in caso di puntura?
È necessario sciacquare immediatamente la parte colpita, rimuovere eventuali spine e immergere il piede nella sabbia o nell’acqua calda, anche salata. Il suo veleno viene inattivato dal calore. Attenzione: la tossina contenuta negli aculei di questi pesci rimane attiva anche per diverse ore successive alla morte dell’animale. Quindi si consiglia di non toccare questi esemplari senza vita presenti eventualmente sul bagnasciuga.
Scorfano
Lo scorfano ha degli aculei sulla spina dorsale, collegati a delle ghiandole velenifere che rendono assai dolorosa la puntura, provocando dolore, bruciore, gonfiore, arrossamento e dermatiti.
Cosa fare in caso di puntura?
È necessario sciacquare la zona interessata, rimuovere eventuali spine e immergere il piede nella sabbia calda o nell’acqua molto calda, anche salata.
Riccio di mare
Soprattutto in prossimità degli scogli, bisogna prestare particolare attenzione ai ricci di mare, esemplari marini dalla forma tonda ricoperta interamente di spine. Spesso ci si imbatte in questo animale, poggiandoci sopra inavvertitamente il piede o la mano.
Cosa fare in caso di puntura?
È fondamentale rimuovere con cura le spine rimaste nella pelle. La parte colpita va poi sciacquata e disinfettata e risultano efficaci gli impacchi con acqua calda.
Attinia (o anemone di mare)
L’attinia è un organismo di mare che, per forma e colori, è molto simile al corallo. È provvista di tentacoli, nei quali sono presenti sostanze urticanti che causano dermatiti, bruciori e dolori locali, vesciche e crampi.
Cosa fare in caso di puntura?
È bene sciacquare abbondantemente la parte interessata con acqua di mare non troppo fredda, evitando di strofinare la pelle per non diffondere la sostanza urticante. La lesione può essere trattata con cloruro di alluminio, ma nei casi più gravi è necessario l’uso di antistaminici e cortisone. In caso di persistenza dei sintomi, qualunque sia “il mostro” con cui il bambino è entrato in contatto, è importante consultare sempre il pediatra.
Fonte dati: Pediatria Generale e Malattie Infettive, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS (Roma)