Le tonsille? Un tempo si toglievano e basta, dopo una certa età. Oggi si preferisce non intervenire, se non in casi gravi e quando le tonsilliti sono frequenti. Ma in che cosa consiste l’operazione? E le adenoidi a che cosa servono? Abbiamo fatto il punto della situazione con l’esperto di OK professor Alberto Staffieri, già direttore della clinica otorinolaringoiatrica dell’Università di Padova (puoi chiedergli un consulto qui).
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Tonsille e adenoidi: qual è la loro funzione?
Le tonsille sono organi linfatici che fanno parte dell’anello di Waldayer e che circondano il cavo orale. Fino a una certa età, intorno ai sei/sette anni, producono anticorpi utili nella prevenzione di certe malattie infiammatorie. Dopo questa età, la loro funzione decade. Svolgono un ruolo di “sentinelle”: quando si ingrossano significa che sono funzionanti e che stanno facendo il loro lavoro. Quando si infiammano è il campanello di allarme che è in atto un “attacco” da parte di virus e batteri.
Le adenoidi non hanno alcuna funzione e occupano soltanto spazio nella parte superiore della faringe. Se si ingrossano possono dare problemi all’orecchio medio, disturbando la respirazione (che diventa prettamente orale) e recando lieve sordità.
Tonsillite: come si cura?
Quando è in atto una tonsillite virale, le tonsille s’infiammano e si avverte una sensazione di gonfiore e dolore spontaneo e durante la deglutizione, tutti sintomi che sono spesso accompagnati da febbre. Nei bambini si consiglia di attendere uno o due giorni prima di prescrivere farmaci, al massimo si possono assumere blandi antinfiammatori. Se i sintomi non scompaiono né si attenuano, e si verifica anche un ingrossamento dei linfonodi, allora è opportuno affrontare una terapia antibiotica perché si è quasi certamente instaurata una sovrapposizione batterica.
Quando si devono togliere le tonsille? E le adenoidi?
Fino a dieci anni fa, nei bambini, si prediligeva la linea interventistica: dopo una certa età, si toglievano tonsille e adenoidi anche se non c’erano disturbi. Questo perché non si conoscevano le loro reali funzioni. Oggi è stata fatta marcia indietro, in alcuni casi anche troppo, non operando se non per casi limite.
Le linee guida internazionali consigliano di contare quanti episodi di tonsillite si sono verificati nel corso di un singolo anno: se ci sono stati dai cinque episodi, allora si interviene, altrimenti si aspetta. Ugualmente sono da tenere sotto stretta osservazione pazienti con tonsilliti recidivanti in numero minore, ma per più anni consecutivi o che hanno presentato un ascesso peritonsillare.
È il medico che deve decidere
Le tonsilliti vanno interpretate dal medico e mai dalla madre e occorre valutare il caso clinico nel suo insieme prima di giungere a una conclusione. Altre indicazioni all’intervento di adenotonsillite sono nel bambino la presenza di sindrome delle apnee notturne e una sindrome PFAPA (periodic fever, aphthous stomatitis, pharyngitis and cervical adenitis) a evoluzione non favorevole.
La rimozione delle adenoidi non è obbligatoria, a meno che non ci siano sintomi evidenti. Un tempo si toglievano insieme con le tonsille, oggi si valuta il loro stato di salute prima di asportarle. L’adenoidectomia è inoltre consigliata nei casi di otite media cronica quando associata a ipertrofia adenoidea e adenoidite cronica (infiammazione ricorrente resistente alle terapie mediche).
In che cosa consiste l’operazione?
Si asportano (un tempo venivano strappate) le tonsille intervenendo chirurgicamente in anestesia generale (perché le tonsille sanguinano), con il bambino intubato. Il ricovero dura una notte. Per lenire il dolore nei giorni successivi all’operazione, oltre alla somministrazione di paracetamolo e spesso di una cura antibiotica, è utile il vecchio rimedio del “freddo”: un ghiacciolo da consumare all’occorrenza e del ghiaccio posizionato sul collo sopra la zona operata.
E negli adulti, come ci si comporta?
Negli adulti le tonsille non servono più a nulla perché hanno concluso la loro funzione intorno ai sei anni. Però sono organi che si ammalano, anche gravemente, con infezioni purulente virali e batteriche. Anche nel caso degli adulti occorre contare i casi di tonsilliti che si sono contratte in un anno, verificando il livello di gravità della malattia, ad esempio se sono state accompagnate da ascessi o febbre. In questi casi è indicato intervenire chirurgicamente.
Le adenoidi solo in casi rarissimi restano negli adulti. In genere si atrofizzano quando si è bambini. Ci possono essere dei rischi anche per l’udito. L’aria infatti non riesce a raggiungere l’orecchio medio. In questi casi il condotto si riempie di muco dando una fastidiosa sensazione di ovattamento.