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Lenti a contatto anche per bambini e adolescenti

Usando le lenti morbide non corrono più rischi degli adulti

Sì alle lenti a contatto morbide anche per bambini e adolescenti. A dispetto dei timori dei genitori, i giovanissimi non rischiano più infezioni e infiammazioni rispetto agli adulti. A dimostrarlo è un ampio studio pubblicato su Optometry and Vision Science dall’optometrista Mark A. Bullimore dell’Università di Houston, in Texas.

Pratiche e invisibili

Nell’ultimo decennio, spiega Bullimore, c’è stata una vera e propria corsa ad adattare le lenti a contatto anche ai più piccoli. Per la loro praticità, infatti, possono essere un grande aiuto per i bambini che non stanno mai fermi un secondo, così come per quelli che non sopportano gli occhiali o li dimenticano in ogni dove.

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Per la loro invisibilità, invece, le lenti a contatto sono molto ricercate dagli adolescenti sempre in conflitto con la loro immagine. Ma anche da un punto di vista medico, le “lentine” possono portare dei vantaggi. Studi recenti hanno dimostrato che quelle multifocali possono prevenire e rallentare la miopia nei bambini.

Lo studio

Per quantificare tutti i potenziali rischi per i giovanissimi, Bullimore ha passato in rassegna ben nove studi, condotti su pazienti di età compresa tra i 7 e i 19 anni, che hanno indossato le lenti a contatto morbide per un totale di ben 1.800 anni.

Rischi contenuti

Dai risultati è emersa una bassa probabilità di sviluppare segni di infiammazione o infezione definiti come “eventi infiltrativi corneali”. In tutto sono stati registrati 136 casi ogni 10.000 anni di utilizzo delle lenti. Un grande studio retrospettivo indica, tra l’altro, che il rischio è più basso nei bambini più piccoli di età compresa fra gli 8 e i 12 anni (97 eventi ogni 10.000 anni) rispetto agli adolescenti tra i 13 e 17 anni (335 eventi per 10.000 anni).

Cattive abitudini

I casi più gravi di infiammazione della cornea dovuta a batteri (cheratiti microbiche) sono risultati molto rari. Solo negli adolescenti il rischio sale allo stesso livello degli adulti, con 15 casi ogni 10.000 anni. Questo dato potrebbe essere legato alle cattive abitudini che i teenager copiano ai grandi, come ad esempio quello di farsi la doccia o di andare a dormire con le lenti.

Più controllo da parte dei genitori

Serviranno sicuramente studi più ampi e mirati per approfondire meglio la questione sicurezza dell’uso delle lenti a contatto nei più giovani, ma di certo questi primi risultati danno una certa tranquillità. «Dal quadro generale sembra che l’incidenza degli eventi infiltrativi corneali nei bambini non sia più alta che negli adulti, e nei più piccoli potrebbe essere ancora più bassa», ricorda Bullimore. «Una maggiore supervisione da parte dei genitori potrebbe ridurre ulteriormente il rischio».

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