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Famiglie VIP: pro e contro del crescere sotto i riflettori

La sfida più grande per questi bambini è spesso riuscire a trovare un equilibrio tra l’eredità familiare e la costruzione di una vita propria, indipendente e autentica

Nascere in famiglie VIP porta con sé un mix di privilegi e sfide, spesso amplificati dall’attenzione mediatica. Se da una parte vi sono indubbi benefici materiali e opportunità, dall’altra si profilano potenziali difficoltà legate all’identità, alla privacy e alla gestione della pressione sociale. Questo contesto non è privo di conseguenze sullo sviluppo psicologico dei bambini, come confermano diverse ricerche e testimonianze di esperti.

Benefici della nascita in famiglie VIP

L’accesso privilegiato a esperienze variegate

Uno dei principali vantaggi per i bambini di famiglie celebri è l’accesso privilegiato a risorse economiche e sociali. Questo significa crescere in ambienti di lusso, frequentare scuole d’élite e avere opportunità di carriera spesso precluse ai coetanei meno abbienti. Vivere in un mondo di benessere e agiatezza può aprire porte altrimenti inaccessibili: viaggi, cultura, esperienze di vita ricche e variegate.

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Un vantaggio relazionale

Oltre agli aspetti materiali, c’è anche un vantaggio relazionale. La rete di conoscenze dei genitori può favorire il bambino nella creazione di legami utili per il suo futuro, che si tratti di una carriera nel mondo dello spettacolo, dell’imprenditoria o in altre aree prestigiose.

Più stimoli culturali e sociali

Secondo lo psicologo infantile David Elkind, «I bambini cresciuti in ambienti di alto livello socio-economico tendono a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi, grazie all’esposizione a un numero elevato di stimoli culturali e sociali». Questo contesto privilegiato può contribuire a costruire autostima e sicurezza nelle proprie capacità, elementi fondamentali per il successo personale e professionale.

I disagi della nascita in famiglie VIP

Accanto a questi vantaggi, esistono però aspetti molto critici.

La mancanza di privacy

Uno dei principali è legato alla privacy. I bambini nati da genitori VIP sono, fin da piccoli, oggetto dell’attenzione di paparazzi e media. La pubblicazione di foto non autorizzate, la speculazione sulla loro vita personale e, in alcuni casi, la mancanza di uno spazio privato, possono compromettere il loro benessere psicologico.Il fenomeno  ha raggiunto livelli tali da spingere molte celebrità a fare appello alla legge o a mezzi legali per proteggere la privacy dei propri figli.

Un caso emblematico è quello di Kristen Bell e Dax Shepard, che nel 2014 lanciarono una campagna contro i paparazzi che fotografano i figli delle star. «Non è giusto che i bambini siano vittime dell’ossessione mediatica nei confronti dei loro genitori», affermarono i due attori. Anche Chiara Ferragni e Fedez, durante l’attuale separazione, stanno evitando di pubblicare foto sui loro social o riprendoli solo di spalle senza inquadrare il volto. Anche se lo hanno fatto fin dalla loro nascita.

La sovraesposizione mediatica

Studi psicologici dimostrano che la sovraesposizione mediatica nelle famiglie VIP può avere effetti dannosi sullo sviluppo dell’identità del bambino. Secondo la psicoterapeuta Jean Twenge, l’eccessiva attenzione può portare a un sentimento di alienazione e confusione rispetto alla propria immagine, poiché il bambino potrebbe percepire la sua vita come una “performance” per gli altri. «Questo provoca una dissociazione tra l’immagine pubblica e quella privata, minando la costruzione di un’identità autentica», spiega la Twenge.

Genitori ingombranti e ricerca di indipendenza

Un altro problema rilevante è rappresentato dal confronto con personalità genitoriali “ingombranti”. Crescere all’ombra di genitori famosi può risultare opprimente per molti bambini, che si sentono costantemente giudicati, comparati o magari favoriti per i successi dei propri familiari. Per tutti la definizione è stata di nepo-baby, ossia privilegiati per parentela con famiglie VIP. Ne è un esempio Malia Obama che ha deciso di cambiare cognome, per evitare l’accostamento con il padre, ex presidente degli Stati Uniti, Barack. In Italia, il cantante LDA, lo scorso anno in gara a Sanremo, ha scelto un nome d’arte (forse) anche per non essere subito associato al padre Gigi D’Alessio.

Insicurezza e ansia da prestazione

Lo psicologo evolutivo Dan Kindlon sottolinea come i bambini di famiglie VIP possano sviluppare un’ansia da prestazione particolarmente accentuata fin dalla giovane età. «La pressione di essere all’altezza del nome di famiglia può spingere i bambini a sviluppare una forte insicurezza o, al contrario, una personalità narcisistica come meccanismo di difesa», sostiene l’esperto.

Emanciparsi dall’ombra genitoriale

D’altro canto, ci sono bambini che riescono a sfruttare l’influenza dei genitori per trovare una propria strada, spesso in campi diversi da quelli del successo familiare. Questo permette loro di emanciparsi dall’ombra genitoriale, pur mantenendo una connessione positiva con l’eredità ricevuta. Un esempio è Stella McCartney, figlia dell’ex Beatle Paul McCartney, che ha saputo costruirsi una carriera di successo nel mondo della moda, indipendentemente dal nome di suo padre.

Nel mondo della musica, ad esempio, è il caso di Angelina Mango, figlia di Pino, che ha portato con onore un brano del padre in una delle serate di Sanremo. Mentre nel mondo dello sport ci sono altri esempi illustri come Mick Schumacher, figlio del campione di Formula 1 Michael, o Cristian Totti, che cerca di seguire le orme del papà Francesco, storica bandiera della Roma.

Il ruolo dei genitori nel garantire ai figli un ambiente protetto

Essere figli di celebrità comporta dunque un complesso intreccio di vantaggi e difficoltà. La sfida più grande per questi bambini è riuscire a trovare un equilibrio tra l’eredità familiare e la costruzione di una vita propria, indipendente e autentica. Perché questo sia possibile, è fondamentale il ruolo dei genitori nel garantire ai piccoli un ambiente protetto e rispettoso della loro individualità. Come afferma la psicologa Nancy Carlsson-Paige, «I bambini hanno bisogno di sentirsi amati per ciò che sono, non per ciò che rappresentano».

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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