C’è chi lo ama rosso e dorato, chi bianco e chi argento. Ma soprattutto c’è chi lo preferisce vero e chi invece lo predilige finto. Avete mai pensato che la scelta di un albero di Natele piuttosto che un altro potesse avere anche un impatto sulla salute? Non solo la nostra, ma specialmente quella ambientale. In tempi in cui si discute quotidianamente di sostenibilità, è importante sapere che un abete artificiale di circa due metri, quasi sempre in plastica, ha un’impronta di carbonio pari a circa 40 chili di emissioni di anidride carbonica. Nonostante si presupponga che una volta acquistato non si butti via subito, ma si tenga in cantina per le festività natalizie successive, quando verrà portato in discarica l’albero finto impiegherà oltre 200 anni a deteriorarsi.
Secondo Pefc Italia, l’ente promotore della gestione forestale sostenibile, la scelta a minor impatto ambientale ricade quindi sull’albero vero. Anche se dai dati Coldiretti risulta che nel 2021 solo tre milioni di italiani ne hanno scelto uno per Natale. Eppure portare in casa un albero con tronco, rami e aghi veri ha dei vantaggi persino per il nostro benessere, perché significa avere una pianta che assorbe anidride carbonica, rilascia ossigeno e olii essenziali che purificano l’ambiente casalingo rendendolo più salutare.
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Come scegliere l’albero vero
Una volta optato per l’abete vero, come sceglierlo? Uno dei criteri essenziali è acquistarlo il più vicino possibile al luogo di coltivazione o al bosco dal quale è stato prelevato. Così facendo l’impatto sull’ambiente per il suo trasporto sarà minimo. Ma il consiglio di Francesco Dellagiacoma, presidente di Pefc Italia, è anche quello di rivolgersi a vivai specializzati o assicurarsi che provenga da attività di gestione forestale sostenibile. «Vuol dire sostenere aziende agricole che impiegano centinaia di persone in aree montane a rischio spopolamento e creare una relazione positiva tra città e montagna. Prendendo le distanze da sistemi produttivi incompatibili con l’ambiente».
Secondo Coldiretti, gli abeti italiani disponibili sul mercato in occasione del Natale derivano per il 90% da coltivazioni vivaistiche specializzate gestite da piccole aziende agricole italiane del territorio rurale. Importante, ricorda Pefc Italia, leggere l’etichetta che si trova attaccata all’albero o sul cimale. Deve riportare la provenienza, la nazionalità, l’età dell’albero e la non destinazione per il rimboschimento (per evitare mescolanze genetiche e quindi danni agli abeti autoctoni).
Prima dell’acquisto è anche opportuno misurare accuratamente l’altezza del soffitto di casa. All’aperto gli alberi sembrano molto più piccoli e il rischio è quello di trovarsi con una pianta troppo alta. Bisogna inoltre tener presente che l’albero perfetto, cioè rigoglioso in ogni sua parte, non esiste. Ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami, corrispondente alla parte cresciuta verso nord. Vedetelo come un pregio e una garanzia di autenticità: l’asimmetria è una caratteristica naturale di un albero vivo. Tutte le conifere tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami, perciò è consigliabile chiedere al vivaista di scuotere l’albero per far cadere gli aghi secchi.
Come prendersi cura dell’albero di Natale
Una volta portato l’albero di Natale a casa, distendere i rami con qualche giorno di anticipo prima di addobbarlo. In questo modo si adatterà più facilmente al nuovo ambiente. Successivamente, prendersene cura non sarà complicato. Prima di tutto è bene sistemarlo in un luogo luminoso ma lontano da fonti di calore, quindi da termosifoni, stufe o camini, e da correnti d’aria fredda troppo forti, quindi finestre o porte che danno sull’esterno. L’albero, se in vaso, è da innaffiare regolarmente ogni-due tre giorni. Un sistema semplice ed efficace consiste nel posizionare dei cubetti di ghiaccio nel vaso, così da preservare l’umidità della terra.
Albero di Natale: dove portarlo dopo le feste
Gli alberi recisi o in vaso che non vogliono essere tenuti per gli anni successivi, perché non si ha a disposizione un giardino o non si ha sufficiente spazio in casa, dovranno essere smaltiti in modo corretto. Un’opzione è portarli nelle isole ecologiche, dove saranno trasformati in compost, utile alla crescita di nuove piante.
Piantare nuovamente gli alberi dei vasi in un bosco vicino a casa, invece, è un comportamento sbagliato. Che, con l’idea di fare bene all’ambiente, è invece dannoso. Se l’abete che avete acquistato non fa parte dei boschi naturali di pianura o collina che avete nei dintorni, ecologicamente significa che è una pianta «alloctona», cioè estranea al contesto ambientale. Se invece la acquistate da un’azienda agricola di prossimità, che a sua volta l’ha preso da un bosco che potete raggiungere facilmente in macchina, è consentito ripiantare il vostro albero in quel punto. Quando possibile, invece, meglio scegliere il giardino di casa, con la raccomandazione di non posizionare l’albero troppo vicino al muro, visto che tende a crescere rapidamente.