Cattive notizie per gli amanti del vino: degustarlo fa bene al palato ma non alle coronarie, contrariamente a quanto si ritenesse finora. La smentita arriva dalla John Hopkins University School of Medicine, dove i ricercatori hanno cercato conferme delle proprietà benefiche del resveratrolo contenuto in grandi quantità, insieme ad altri antiossidanti simili, nella buccia degli acini d’uva rossa e anche nel cioccolato.
La risposta, pubblicata sulla rivista Jama, è un ‘no’ e al momento è categorico. Gli studiosi ci sono arrivati monitorando per 15 anni l’invecchiamento e lo stato di salute di 783 uomini e donne con più di 65 anni di età, abitanti in due paesi nell’area del Chianti. Per avere conferma delle proprietà benefiche del resveratrolo, i ricercatori hanno analizzato e quantificato la presenza di metaboliti derivanti da questo antiossidante e ne hanno cercato una correlazione con stati infiammatori, malattie cardiovascolari, cancro e mortalità. Dai dati raccolti, nessuna conferma: bere vino rosso regolarmente, ovvero avere un apporto significativo di resveratrolo, non migliora la salute del cuore, né allontana il rischio di tumori, né rende più longevi. La ricerca si contrappone al cosiddetto ‘paradosso francese’, in cui la bassa incidenza di malattie cardiovascolari osservata negli abitanti del sud della Francia, a dispetto di una dieta ricca di grassi e non certo salutare per il cuore, è dovuta probabilmente al consumo quotidiano di vino rosso.
Prima di rinunciare al vino rosso in tavola, però, sono necessari ulteriori approfondimenti: gli stessi ricercatori americani sottolineano che, invece del resveratrolo, gli altri antiossidanti nella bevanda potrebbero avere proprietà benefiche.
a cura della Redazione