Ne bastano due tazze al giorno e la probabilità di vivere più a lungo aumenta. Stiamo parlando del tè nero, la bevanda preferita del Regno Unito. Una maggiore assunzione sembra essere associata a un minor rischio di morte tra le persone che lo bevono rispetto a quelle che non lo fanno. E la conferma arriva dalla scienza. Ok Salute e Benessere vi svela come prepararlo e quanto assumerne.
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Lo studio americano
È ormai noto che il tè contenga sostanze utili per ridurre l’infiammazione nell’organismo. Diverse ricerche in Cina e Giappone ne suggeriscono i benefici per la salute, specie di quello verde. Recentemente invece, gli scienziati del National Institutes of Health Usa hanno condotto un nuovo studio per valutare le associazioni del consumo di tè con la mortalità per tutte le cause. E i risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Annals of Internal Medicine, sembrano promettenti.
L’indagine è durata circa 11 anni e si è basata sui dati della biobanca del Regno Unito (che include mezzo milione di persone tra i 40 e i 69 anni), Paese in cui è comune bere tè nero. Ai partecipanti sono state chieste informazioni sulle abitudini in merito al tè, tenendo conto di fattori quali salute, status socioeconomico, abitudine al fumo, assunzione di alcol, dieta, età, etnia e sesso. Gli studiosi hanno esaminato anche l’aggiunta di comuni additivi per il tè (latte e zucchero), la temperatura della bevanda e le varianti genetiche che influenzano la velocità con cui le persone metabolizzano la caffeina.
I risultati
Dai risultati è emerso che una maggiore assunzione di quello nero, due o più tazze al giorno, era collegata a un vantaggio, seppur modesto: un rischio di morte inferiore dal 9% al 13% per qualsiasi causa rispetto ai non bevitori di tè. Nello specifico, la riduzione del rischio di mortalità totale riguarderebbe sia il tè verde (con una riduzione del 4% per ogni tazza al giorno), sia il tè nero (riduzione del 3% per ogni tazza).
Gli scienziati sottolineano che lo studio è basato sull’osservazione delle abitudini e della salute delle persone, quindi non basta bere soltanto tè per diminuire il rischio di mortalità. Tuttavia, «assumerlo anche a livelli più elevati può far parte di una dieta sana».
Come prepararlo e quanto assumerne
Coltivato sin dall’antichità in India, Cina e Giappone, il tè nero si ottiene sottoponendo le foglie della pianta a completa ossidazione. Per conservarne al meglio i principi attivi il consiglio è di non mettere bustine, foglie o polvere di tè direttamente in infusione nella tazza con acqua bollente, ma di utilizzare un colino in modo che la bevanda che ne deriva sia a una temperatura adeguata.
Per ottenere benefici da questa tipologia di tè non bisogna eccedere nelle quantità: ne bastano due o tre tazze al giorno, non di più perché potrebbero avere al contrario effetti negativi.