Urologia

Testosterone: cambiano i criteri per misurarlo

Negli ultimi anni, il controllo del testosterone ha subito una revisione significativa nei criteri e nei metodi utilizzati, includendo tra i valori, oltre al dosaggio nel sangue, l’obesità, il diabete e la pressione alta

Negli ultimi anni la misurazione del testosterone ha subito una revisione significativa nei criteri e nei metodi utilizzati, riflettendo una maggiore comprensione dell’ormone e delle sue variabili.

Tradizionalmente il testosterone è considerato un indicatore chiave della salute maschile, influenzando funzioni vitali come la libido, la massa muscolare, la densità ossea e l’umore. Tuttavia, nuovi studi hanno evidenziato che la sua misurazione non può essere ridotta a un semplice test ematico, ma richiede un approccio più sfaccettato.

Gruppo San Donato

Il ruolo del testosterone

«Il testosterone è l’ormone maschile deputato alla funzione sessuale e allo sviluppo dei caratteri sessuali maschili, cioè sviluppo della massa muscolare, dei peli pubici e del tono della voce», dichiara Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli.

Fondamentale anche per cuore e ossa

Negli ultimi anni è però stata posta molta attenzione al ruolo di questo ormone in altri aspetti della salute maschile. Una carenza di testosterone è associata a rischio cardiovascolare e di ictus rilevante, così come a una più alta probabilità di sviluppare osteoporosi.

«Inoltre, è stato dimostrato che una diagnosi precoce del deficit di testosterone e una terapia appropriata altrettanto precoce sono in grado di migliorare in modo evidente lo stato di salute».

La misurazione del testosterone in passato

In passato il testosterone totale, che rappresenta la somma del testosterone libero e di quello legato alle proteine, era il parametro principale utilizzato per valutare i livelli ormonali. Tuttavia, si è scoperto che questo valore può essere fuorviante.

Il testosterone libero, che non è legato a proteine come la SHBG (sex hormone-binding globulin), è  la frazione biologicamente attiva dell’ormone e quindi quella che ha un impatto diretto sulle funzioni corporee. Di conseguenza, è cresciuta l’importanza di misurare non solo il testosterone totale, ma anche quello libero, attraverso metodologie più precise come l’analisi del testosterone biodisponibile.

Le nuove linee guida per la misurazione del testosterone

Parallelamente sono stati rivisti i valori di riferimento per i livelli di testosterone, riconoscendo che possono variare significativamente a seconda:

  • dell’età;
  • dell’ora del giorno;
  • dello stato di salute generale;
  • della genetica.

Le nuove linee guida suggeriscono un’interpretazione più personalizzata dei risultati, tenendo conto di questi fattori variabili, anziché applicare rigidi intervalli standardizzati.

Segni e sintomi clinici che evidenziano un deficit di testosterone

Per stabilire se dare una terapia a base di testosterone agli uomini non più giovanissimi con qualche sintomo di carenza, non basta valutare i semplici livelli ormonali nel sangue. Oltre ai parametri di laboratorio, che includono i valori LH, ormone luteinizzante, e FSH, ormone follicolo-stimolante, bisogna badare a una serie di segni e sintomi clinici che evidenziano un deficit di testosterone, come:

  • sovrappeso;
  • obesità;
  • ipertensione;
  • iperglicemia;
  • disfunzione erettile;
  • depressione;
  • riduzione della massa muscolare;
  • sbalzi di umore;
  • calo della libido.

Se sono presenti alcuni o tutti questi sintomi è giustificata la terapia con testosterone o suoi derivati, anche se i livelli di laboratorio sono nella normalità.

La cosiddetta “zona grigia” nella misurazione del testosterone

Per aiutare i medici a orientarsi fra così tanti fattori eterogenei, ma altrettanto rilevanti, gli specialisti della Società Italiana di Andrologia (SIA) hanno messo a punto per la prima volta un nuovo “metro” in grado di individuare con molta precisione quali pazienti potranno trarre giovamento da un trattamento ormonale.

Esiste un range di valori di testosterone totale che viene definito come “zona grigia” in cui non è chiaro se è necessario trattare con terapia sostitutiva o no, che determina quindi incertezza e un possibile ritardo terapeutico importante.

Trace, un nuovo strumento grafico per la misurazione del testosterone

Nasce di recente il nomogramma TRACE (Testosterone ReplACEment), descritto in un nuovo studio SIA pubblicato sul Journal of Personalized Medicine.

«Si tratta di uno strumento grafico che integra i livelli di testosterone calcolati nei laboratori con una serie di parametri relativi a sintomi e condizioni cliniche, a ciascuno dei quali è attribuito un punteggio alla cui somma corrisponde una percentuale di probabilità che il paziente con deficit di testosterone necessiti di un trattamento con terapia ormonale sostitutiva», spiega Tommaso Cai, Segretario Nazionale SIA, Direttore U.O. Urologia di Trento e coordinatore dello studio.

I parametri impattanti sulla predizione di terapia ormonale sostitutiva

L’analisi statistica eseguita nell’ambito dello studio SIA, che conferma l’efficacia di TRACE, ha selezionato i parametri maggiormente impattanti sulla possibilità di predizione di terapia ormonale sostitutiva.

«Tra questi un parametro importante sono le erezioni notturne, l’assenza delle quali è correlata tra le altre cose anche una possibile carenza di testosterone o a una carenza di efficacia dello stesso», spiega Cai.

Spesso possono esserci livelli nella norma di testosterone ma questo, per problematiche specifiche, non è in grado di dare un effetto sugli organi bersaglio. «Molta rilevanza viene attribuita anche ad alcuni indici di problematiche metaboliche, come il diabete, l’obesità e l’ipertensione».

La valutazione per la prima volta dei sintomi urinari

La novità rispetto a esperienze precedenti è la valutazione dei sintomi urinari. «La nostra analisi ha dimostrato come un deficit di testosterone possa manifestarsi anche con disturbi urinari che spesso vengono sottovalutati», puntualizza Fabrizio Palumbo, Presidente della Commissione scientifica SIA e Dirigente Medico Urologo U.O.C. Urologia Ospedale Di Venere di Bari.

Per questo nel nomogramma viene inserita la valutazione dell’IPPS, un questionario per i disturbi della prostata. In conclusione, il nomogramma TRACE pone l’attenzione su molti parametri che sono importanti segni di un possibile deficit di testosterone e che devono essere valutati. Le parole d’ordine sono quindi diagnosi precoce e terapia precoce.

Leggi anche…

Mostra di più

Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
Pulsante per tornare all'inizio