L’esercizio fisico è fondamentale per tutti, ma per le persone con la sclerosi multipla anche di più, specie se è moderato. Si deve tenere in conto la situazione personale. Molti studi hanno confermato che chi ha fatto sport ha avuto un buon miglioramento della resistenza, della mobilità e della coordinazione. Non sono poi da sottovalutare gli effetti positivi sull’umore e sull’ansia.
Tutte caratteristiche che fanno del Nordic Walking, la cosiddetta Camminata nordica, un’attività fisica ideale per le persone con sclerosi multipla. È infatti alla portata di tutti e ha anche i bastoni che aiutano l’equilibrio e stimolano la coordinazione.
Il progetto Nordic Tales
È proprio questo l’obiettivo di Nordic Tales, un progetto che ha visto l’impegno della Scuola Italiana di Nordic Walking insieme ad Argon Healthcare, con il supporto di Sanofi Genzyme e di Aism, l’Associazione Nazionale contro la Sclerosi Multipla.
Questa edizione ha visto la partecipazione di 350 persone coinvolte, di cui oltre la metà con sclerosi multipla. Vittorio Martinelli, coordinatore di Area Sclerosi Multipla all’Ospedale San Raffaele di Milano, ha partecipato a questo progetto.
Quali sono i benefici dell’attività fisica sulle persone con sclerosi multipla?
«Sono stati dimostrati diversi benefici. L’attività motoria innanzitutto riduce la quantità di calorie che assumiamo, limitando l’aumento di peso – spiega Vittorio Martinelli. – Aumentare di peso, infatti, è un problema. Inoltre l’esercizio fisico agisce sul sistema immunitario, cercando di favorire le componenti antinfiammatorie».
«Altri aspetti importanti sono il miglioramento del senso di fatica e della coordinazione e l’aumento della forza. L’esercizio fisico soprattutto all’aperto con altre persone, come avviene per il Nordic Walking, può portare a un miglioramento del tono dell’umore. Abbiamo osservato che tanto più una persona con sclerosi multipla è inattiva, tanto più peggiora».
«Si è visto che i pazienti dopo la diagnosi riducono la propria attività. Questo ha un impatto negativo. Questo rinchiudersi e limitare l’attività diventa una modalità di approciarsi alla malattia, con la conseguenza che i sintomi e la qualità della vita peggiorano. Bisogna riuscire a mantenere una qualità di vita migliore possibile e cercare di superare la paura del futuro. Il nostro obiettivo è che il paziente possa svolgere e realizzare tutti gli obiettivi che aveva prima della diagnosi e condurre la sua vita in modo normale.
La malattia la possiamo curare, ma non guarire. Il concetto è di affiancare alle terapie farmacologiche a stili di vita che possano migliorare l’esperienza del paziente».
Quanta attività fisica bisogna fare?
«È una malattia dove la manifestazione dei sintomi cambia da paziente a paziente. Non possiamo dare indicazioni che valgano per tutti, perché ognuno è diverso. La proposta in senso generale è almeno mezz’ora due tre volte alla settimana, di intensità moderata. Il paziente deve sapersi gestire, non deve fare sforzi eccessivi. Non va fatta con temperature elevate. La stanchezza e il calore possono essere dei fattori limitanti. Bisogna tenere in considerazione la propria condizione. Il paziente che non ha alcun sintomo può fare ginnastica anche tutti i giorni».
«Ormai con i farmaci che abbiamo a disposizione, sempre più persone con sclerosi multipla hanno una vita normale, tanto da non essere distinguibili. Dobbiamo riuscire a condividere con il paziente questa possibilità» ha concluso Martinelli.